Andrea Dudith-Sbardellati: differenze tra le versioni

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=== Vescovo ===
Nei tre anni successivi (1555-1557) Dudith fece la spola tra Parigi, per studiare filologia al [[College Royal]] con l'umanista [[AdrianAdrianus Turnebus]] (1512-1565), e [[Londra]], dove fu testimone del sanguinario tentativo della regina inglese [[Maria I d'Inghilterra|Maria Tudor]] (1553-1558) di reintrodurre la religione cattolica nel paese. Tornò brevemente in patria per prendere gli ordini come canonico di [[Esztergom]], ma, ritornato in Inghilterra, si trovò senza protettore per la morte del Pole il 17 novembre 1558, lo stesso giorno della morte della regina Maria Tudor.<ref name=O228>O'Morgan, p. 228. - Kenneth O'Morgan, ''Storia dell'Inghilterra da Cesare ai giorni nostri'', Edizioni Bompiani</ref>
 
Dopo aver ultimato un corso di giurisprudenza a Padova e nel 1560 era alla corte dell'imperatore Ferdinando I che lo fece entrare nel suo consiglio e nominò vescovo di [[Diocesi di Tenin|Tenin]] in Croazia e poi nel 1562-1563 vescovo di [[Diocesi di Seghedino-Csanád|Csanád]]. Fu inviato al [[Concilio di Trento]] (1545-1563) dall'imperatore e clero ungherese nel 1561, dove arrivò il 9 gennaio 1562. Conformemente ai desideri di Ferdinando I, chiese che i laici potessero ricevere la Comunione sotto entrambe le specie e parlò a favore del matrimonio dei sacerdoti. Un gran numero di vescovi, in particolare il Cardinale [[Giovanni Gerolamo Morone]], scrisse al papa che era pericoloso e che avrebbe dovuto lasciare il concilio. Il papa chiese all'imperatore di ordinarglielo, cosa che fu fatta. L'imperatore lo nominò poi vescovo di [[Diocesi di Pécs|Pécs]]. Dudith andò in [[Polonia]] nel 1565 come ambasciatore di [[Massimiliano II d'Asburgo]]. Si sposò lì in segreto con Regina von Strass, damigella d'onore della regina di Polonia, e si dimise dalla sua diocesi, diventando protestante, nel 1567. LNonostante questo allontanamento dalla religione cattolica l'imperatore continuò a proteggerlo e ad avvalersi dei suoi servigi come diplomatico, ma il Papa lo [[scomunica|scomunicò]] e lo condannò come eretico. Dudith scrisse a sua difesa un trattato contro il celibato degli ecclesiastici, dal titolo ''Demonstratio omni hominum ordini, sine exeptione, divina lege matrimonium permissum esse''.
 
=== Eretico ===
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Dopo l'elezione di Báthory come re di Polonia, nel 1576, Dudith lasciò Cracovia e andò a Breslavia e successivamente in Moravia, dove sostenne i [[Moraviani|fratelli boemi]].<ref>[http://portail.atilf.fr/cgi-bin/getobject_?a.50:108:31./var/artfla/encyclopedie/textdata/image/ ''Frères Bohémiens'' dans Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des mériers]</ref>
 
Nel settembre 1574 egli sposò, in seconde nozze, Elzbieta Zborowski, di un'influente famiglia polacca [[Calvinismo|calvinista]], vedova dell'[[atamano]] Jan Tarnowski, ma furono proprio i potenti parenti della moglie ad offrire la corona di Polonia al cattolico Stefano Bathory. L'elezione di quest'ultimoBathory il 15 dicembre 1575 scatenò la vendetta dei suoi seguaci contro Dudith, l'ambasciatore imperiale d'Austria, che dovette fuggire da Cracovia abbandonando i suoi beni.
 
Dudith intrattenne corrispondenza con famosi antitrinitari come [[Giorgio Biandrata]], [[Jacopo Paleologo|Jacob Palaeologus]], [[Marcello Squarcialupi]], [[Simone Pietro Simoni]], [[Francesco Stancaro]], [[Prospero Provana]] e [[Fausto Sozzini]]. Lo storico Mihály Balázs afferma che Jacob Palaeologus visse a Cracovia nella casa di Dudith e da la partì per la [[Transilvania]]. Le teorie di Biandrata, Sozzini e [[Ferenc Dávid]] ebbero una grande influenza su di lui, tuttavia rimase sempre attaccato all'umanesimo di [[Erasmo da Rotterdam]] che condannava l'intolleranza religiosa, sia per i protestanti che per i cattolici.
 
=== Ultimi anni ===
Nel 1579, dopo aver perso la moglie che gli aveva dato tre figli, si risposò con Elisabeth Sborowits, di una nobile famiglia polacca, vedova del conte Jean Tarnow.
Dudith morì nel 1589 a Breslavia e fu sepolto nella chiesa luterana di [[Chiesa di Sant'Elisabetta (Breslavia)|Santa Elisabetta]].
 
== Pubblicazioni ==