Moti palestinesi del 1920: differenze tra le versioni
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{{Campagnabox conflitto arabo-israeliano}}
I '''Moti palestinesi del 1920''' (noti anche come '''Moti di Nabī Mūsā''') furono tra i principali episodi di violenza da parte degli [[
== Antefatti ==
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Negli anni precedenti al 1920 processioni islamiche organizzate per l'incontro annuale primaverile dedicato a ''Nabī Mūsā'' ([[Profeta]] [[Mosè]]) furono caratterizzate da forme d'intimidazione delle comunità [[Cristianesimo|cristiane]] che si muovevano da [[Gerusalemme]] alla volta di [[Gerico]].
Dopo che l'[[Emiro]] [[Hashemiti|hascemita]] [[re Faysal I d'Iraq|Fayṣal ibn al-Ḥusayn]] s'era dichiarato d'accordo per l'insediamento di un [[Dichiarazione Balfour (1917)|Focolare Nazionale Ebraico]] in [[Palestina]] firmando gli [[Accordi Faysal-Weizmann]] alla [[Conferenza di pace di Parigi (1919)|Conferenza di pace di Parigi del 1919]], i capi locali della comunità [[Arabi|araba]] palestinese, fra i quali il sindaco di Gerusalemme [[Musa al-Husayni|Mūsā al-Ḥusaynī]], respinsero tale
Gli attacchi arabi in [[Galilea]] del marzo 1920 e le attività di gruppi militanti arabi causarono profondo sconcerto fra i leader [[Sionismo|sionisti]], che avevano avanzato numerose richieste all'amministrazione [[Mandato|mandataria]] [[Gran Bretagna|britannica]] miranti alla sicurezza dell'[[Yishuv]]. I loro timori furono esposti al Funzionario Capo Amministrativo, [[generale|gen.]] [[Louis Bols]], al governatore [[Ronald Storrs]] e al gen. [[Edmund Allenby]], in particolare nell'incontro che costoro ebbero col Presidente dell'[[Organizzazione Sionista Mondiale]], Dott. [[Chaim Weizmann]], che li avvertì: "Il [[pogrom]] è nell'aria".
Storrs mise in guardia i leader arabi, ma le sue forze contavano appena 188 poliziotti, di cui solo 8
[[Vladimir Žabotinskij]], che era stato in precedenza allontanato dalle forze armate britanniche come un "oratore politico imprudente", si sforzò apertamente di addestrare volontari ebrei per l'auto-difesa. La richiesta alle autorità britanniche di consentire a chi si difendeva di armarsi fu respinta; tuttavia circa 600
[[Tom Segev]] afferma che gli attacchi arabi fossero incoraggiati da [[Edmund Allenby]]: "L'aiutante di Allenby, [[Colonnello|col.]] Bertie Waters-Taylor, disse al [[Mufti|Muftī]] di Gerusalemme, ''Hājjī'' [[Amin al-Husayni|Amīn al-Ḥusaynī]], "che aveva una grande opportunità di mostrare al mondo che gli
== 4-7 aprile 1920 nella Città Vecchia ==
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[[Image:1920 demontration Palestine.jpg|300px|thumb|Manifestazione antisionista alla [[Porta di Damasco]] a [[Gerusalemme]] l'8 marzo 1920]]
Durante una processione il '''4 aprile [[1920]]''', la rovente retorica [[anti-Sionismo|anti-sionista]] portò a disordini a Gerusalemme. Una persona che attizzò gli animi fu il ''Hājjī'' [[Amin al-Husayni|Amīn al-Ḥusaynī]], un giovane nipote del sindaco di Gerusalemme; un altro fu il direttore del giornale ''Sūriya al-Janūbiyya'' (Siria meridionale) [[Aref al-Aref|ˁĀref al-ˁĀref]], che arringò la folla nel suo discorso in groppa ad un cavallo. La folla araba saccheggiò il [[quartiere ebraico]] di Gerusalemme, bastonando chiunque avesse trovato e svaligiando negozi e abitazioni. I disordini proseguirono per 4 giorni.
Il pedagogo e saggista arabo [[Khalil al-Sakakini|Khalīl al-Sakakīnī]] fu testimonio dell'esplosione delle violenze nella Città Vecchia:
{{Citazione|[Una] sommossa scoppiò, la gente cominciò a correre da ogni parte e pietre furono scagliate contro gli
La reazione britannica fu incostante. Dopo che esplose la violenza, Jabotinsky incontrò Storrs e suggerì il dispiegamento dei suoi volontari, ma la sua richiesta fu respinta. Più tardi Storrs cambiò opinione e chiese che 200 volontari si presentassero nel Quartier Generale delle forze dell'ordine perché giurassero come sostituti. Dopo che costoro furono arrivati e la cerimonia del giuramento era cominciata giunse l'ordine di non procedere e furono mandati via. L'esercito impose il coprifuoco notturno la domenica notte e furono arrestate diecine di manifestanti, ma lunedì mattina a costoro fu permesso di adempiere all'obbligo della [[Ṣalāt|preghiera]] del mattino e poi furono rilasciati.
Il lunedì le agitazioni peggiorarono e la Città vecchia fu sigillata dall'esercito. Anche ad
Il lunedì sera i soldati furono evacuati dalla Città vecchia: un passo che fu poi definito "un errore di giudizio" da un'inchiesta giudiziaria.
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[[Image:Image-Jerusalem riots april 1920 police controle of arabs civilians.jpg|240px|thumb|Controlli sui civili arabi (qui due religiosi) durante gli scontri di aprile 1920]]
* Morti: 5
* Feriti: 216
La maggioranza delle vittime fu costituita da appartenenti del vecchio-[[Yishuv]] (
Dopo i disordini, Storrs visitò [[Menachem Ussishkin]], il presidente della Commissione
Ussishkin rispose: "Quale tragedia?".
"Intendo dire gli sfortunati eventi che si sono verificati qui in questi giorni", replicò Storrs.
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Su domanda della leadership araba palestinese, la Gran Bretagna ispezionò gli uffici e gli appartamenti della leadership sionista, incluse le case di [[Chaim Weizmann]] e di [[Vladimir Žabotinskij]], alla ricerca di armi. Nell'abitazione di Jabotinskij furono trovate 3 carabine, 2 pistole e 250 cartucce. Diciannove persone furono arrestate, incluso Jabotinskij.
Una commissione d'inchiesta addebitò la responsabilità dei disordini alla Commissione
Alcuni partecipanti ai moti furono puniti. Mūsā al-Ḥusaynī fu sostituito come sindaco da un appartenente al clan rivale dei Nashāshibī.
L'inchiesta ufficiale che seguì riscontrò che l'amministrazione militare britannica era abbondantemente
Poche settimane più tardi, la [[Conferenza di Sanremo]] rimpiazzò l'amministrazione militare del [[Mandato]] con un governo civile sotto la guida di Sir [[Herbert Samuel]].
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