L'ebreo errante (film 1948): differenze tra le versioni

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==La critica==
 
[[Arturo Lanocita]] nel [[Il Corriere della Sera]] dell'8 febbraio [[1949]], "''L'ebreo errante'' di Alessandrini è uno strano film. Sbanda curiosamente tra l'allegoria e il documentario, valutato in sede estetica il film è piuttosto enfatico. Interpreti maggiori Gassman e la Cortese"
 
La storica [[Valentina Pisanty]] scrive a proposito del film: «[...] è il leggendario Ebreo Errante, cioè colui che – secondo la vulgata antigiudaica – schernì Gesù sul Golgota e fu condannato da Gesù stesso a vagare ramingo per secoli senza trovare mai pace. La prima parte del film mostra, per l’appunto, l’incontro dell’ebreo con Gesù e la maledizione che ne seguì. Dopo diverse vite, tutte condotte all’insegna dell’empietà e della scelleratezza, incontriamo il nostro ebreo in Francia durante l’occupazione nazista. Per tagliare corto, l’ebreo viene deportato ad Auschwitz – in versione edulcorata – dove per la prima volta conosce la pietà e viene così redento. Ciò che urta maggiormente in questo film è la chiave falsa e banalizzante con cui esso spiega (o addirittura giustifica) la Shoah, presentandola come un lavacro, quasi una punizione divina, come da stereotipo antigiudaico.»<ref>{{cita web|autore=Valentina Pisanty|url=https://www.academia.edu/2314304/La_banalizzazione_della_Shoah._Prime_riflessioni_sul_caso_italiano|titolo=La banalizzazione della Shoah. Prime riflessioni sul caso italiano}}</ref>
 
==Note==