Josto: differenze tra le versioni

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|FineIncipit =è stato un militare [[protosardi|sardo]]-[[Cartagine|cartaginese]], figlio del ricco latifondista [[Ampsicora]]
}}<ref name=Casula1134>{{cita|Casula, 2001|p.1134}}.</ref>
 
Dopo la dura sconfitta nella [[battaglia di Canne]] subita dall'esercito romano nel 216 a.C. ad opera di quello cartaginese condotto da Annibale Barca, molti popoli sottomessi alla repubblica romana, tra i quali anche i sardi, si ribellarono. La rivolta isolana, favorita da Cartagine, era guidata da [[Ampsicora]] in alleanza con gli abitanti delle impervie regioni interne, detti anche ''pelliti'' perché vestiti con pelli di animali<ref name=Casula50>{{cita|Casula, 2001|p.50}}.</ref>.
 
Da Cartagine partì una flotta, comandata da [[Asdrubale]] detto il Calvo, che però non arrivò in Sardegna perché, colpita da una tempesta fu dirottata sulle [[isole Baleari]]. Il proconsole romano [[Tito Manlio Torquato (console 235 a.C.)|Tito Manlio Torquato]], inviato dal senato in Sardegna, previo arruolamento di 5.000 fanti e 400 cavalieri, in ausilio del pretore [[Quinto Mucio Scevola (pretore 215 a.C.)|Quinto Mucio Scevola]], poiché costui era debilitato da malattia; con l'esercito pretorile ivi presente ed i rinforzi mise insieme 20.000 fanti e 1.200 cavalieri, e si accampò a breve distanza da quello di Ampsicora<ref name=Casula50/>.
 
Il giovane Josto, figlio di Ampsicora, in assenza del padre che si era allontanato alla ricerca di rinforzi, preso da baldanzosa audacia iniziò la battaglia, ma battuto si rifugiò a [[Cornus (Sardegna)|Cornus]] (nei pressi dell'attuale [[Santa Caterina di Pittinuri]]). Asdrubale sbarcò finalmente a [[Tharros]] unendosi all'esercito di Ampsicora, mentre Manlio si rifugiò a Karales (l'odierna [[Cagliari]]). Le forze sardo-puniche si diressero anch'esse verso il meridione dell'Isola. Si giunse quindi nel 215 alla definitiva [[battaglia di Decimomannu]], durata 4 ore, vinta dall'esercito romano. Perirono 12.000 sardo-cartaginesi (le fonti non indicano le perdite romane), altri 3.700 furono catturati insieme a 27 insegne militari<ref name=Casula1135>{{cita|Casula, 2001|p.1135}}.</ref>.
 
Il comandante cartaginese [[Asdrubale Barca]], e i nobili cartaginesi [[Magone Barca]], fratello di Asdrubale, e [[Annone]] di Tharros fomentatore della ribellione sarda, furono fatti prigionieri e condotti a Roma. Nella battaglia morì anche Josto. Ampsicora riuscì fuggire dal campo di battaglia con pochi cavalieri, ma avuta notizia della morte del figlio e per l'infausto esito della guerra, si tolse la vita<ref name=Casula1135/>.