Villa Iachia: differenze tra le versioni

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== Storia ==
La Villavilla era originariamente composta da due nuclei separati, probabilmente risalenti già al [[XVII secolo]], che vennero accorpati in seguito al matrimonio tra la famiglia [[Morpurgo]] e Iachia avvenuto nel [[1814]].
 
Tra il [[1870]] e il [[1880]] Giacomo Davide Iachia creò un'[[azienda agricola]] modello che divenne una delle più importanti della zona. L'azienda si estendeva dalle terre di [[Ruda (Italia)|Ruda]] fino a quelle di [[Aquileia]], [[Campolongo Tapogliano|Campolongo al Torre]] e [[Fiumicello]], dalle quali produceva vino, frutta e ortaggi, barbabietole da zucchero e, in seguito, anche tabacco, destinati a [[Trieste]] e al mercato [[istria]]no<ref name="ReferenceA">Adriana Miceu, ''Storia di Ruda'', Edizioni Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2010</ref>.
 
La maggior parte delle terre dell'azienda fu devastata durante la [[Prima guerra mondiale|Grande Guerraguerra]], quando la Villavilla divenne un ospedale da campo, ma l'energica determinazione di Giacomo Iachia nel ripristino dell'attività gli valsero la medaglia d'oro concessa nel [[1922]] dal Comitato Provinciale per il risorgimento del [[Provincia di Gorizia (1919-1923)|Goriziano]] nel concorso per la ricostruzione delle zone danneggiate<ref>Gino Sansoni, ''Friuli Fascista'', Edizione dei fasci di combattimento, Udine, 1942</ref>.
 
[[File:Dedica tenente Iachia.jpeg|miniatura|sinistra|Dedica del Ducaduca d'Aosta al tenente Giacomo Iachia per ringraziarlo dell'ospitalità a Palazzo Vivante]]
La famiglia Iachia, proprietaria della Villavilla da quasi duecento anni, era arrivata a [[Trieste]] verso la fine del [[XVIII secolo|'700]] e faceva parte dell'alta borghesia produttiva della città, imparentata con le più illustri famiglie del tempo. Giacomo Iachia (1884-1960) sposò infatti Jole Vivante (1895-1970), l'ultimogenita di Giuseppe Vivante e Natalia Schmitz, sorella del celebre scrittore [[Italo Svevo]]<ref>Adriana Miceu, Storia di Ruda, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, Pordenone, 2010</ref>. La coppia si stabilì a Palazzo Vivante (ex Palazzo Corti), dove nel [[1918]] [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta|Emanuele Filiberto Duca d'Aosta]] aveva posto il comando della Terza Armata, utilizzando Villa Iachia come dimora di campagna<ref>Serenella Ferrari Benedetti - Franco Meriggi, ''Palazzo Vivante'', Edizioni Italo Svevo, Trieste, 2006</ref>.
 
[[File:Follatoio Villa Iachia.jpeg|miniatura|Follatoio con pigiatrice elettrica]]