Cirene: differenze tra le versioni

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Il primo a governare la città fu [[Batto I|Aristotele Batto]] (in greco "batto" significa "[[balbuziente]]") il fondatore, i cui discendenti mantennero il potere per ben otto generazioni, fino al [[440 a.C.]]
 
Accettando l'influenza della [[Persia]], con cui si alleò nel [[VI secolo a.C.]], Cirene conobbe grande prosperità sotto [[Batto IV|Batto IV di Cirene]] il cui regno durò quarant'anni (514-470 a.C.) e nel corso del quale fu introdotto il culto di un nuovo dio, [[Amon|Ammone]], attraverso l'identificazione dell'egizio dio oracolo dell'[[Siwa (oasi)|oasi di Siwa]] con [[Zeus]], re degli dei del [[pantheon greco]]: l'identificazione fu favorita da un gioco di parole della lingua greca, per cui ''ammos'' significa "sabbioso" e quindi Ammone non è che lo "Zeus sabbioso" dell'oasi<ref>Jona Lendering, ''Livius.Org, v. Cyrene''</ref>.
 
L'ultimo discendente di Aristotele Batto fu [[Arcesilao IV]] che divenne re nel [[470 a.C.]] ma che dovette la celebrità ad una sua partecipazione ai [[giochi pitici]] di [[Delfi]] nel [[462 a.C.]], quando trionfò nella corsa delle bighe: la vittoria fu celebrata da [[Pindaro]] nella quarta e quinta ode pitica. I contrasti di Arcesilao con l'opposizione portarono ad una guerra civile che si concluse nel [[440]] con l'[[esilio]] del re, successivamente assassinato nella vicina [[Berenice (Libia)|Esperide-Berenice]] (l'odierna [[Bengasi]]).
 
Con la fine della [[monarchia]] di Arcesilao, Cirene fu riorganizzata in una [[democrazia]] che permase fino all'era[[Età ellenistica]] quando la città entrò nell'orbita del regno[[Regno tolemaico d'Egitto]], pur conoscendo qualche periodo di indipendenza.
 
Risale a quest'epoca la costituzione della cosiddetta ''[[Pentapoli cirenaica]]'', federazione formata insieme alle città di [[Apollonia (Cirenaica)|Apollonia]] (che fungeva da porto di Cirene), [[Teuchira-Arsinoe]], [[Berenice (Libia)|Esperide-Berenice]] e [[Barce]], cui si aggiunse in un secondo tempo il porto di quest'ultima città, [[Tolemaide]].
 
Nel [[IV secolo a.C.]] vi fiorirono i cosiddetti [[Scuola cirenaica|filosofi cirenaici]], tra cui ebbe un ruolo preminente [[Aristippo]], e così la città fu soprannominata "Atene d'Africa". Nello stesso periodo diede i natali al poeta [[Callimaco]] ([[310 a.C.]]) e al geografo e astronomo [[Eratostene]] ([[276 a.C.]]).
 
Dopo un periodo di protettorato romano nel corso del [[II secolo a.C.]] restò ai [[Tolomei]] fino a che uno di costoro, [[Tolomeo Apione]], [[re di Cirene]] per vent'anni, decise di lasciare in eredità a [[Impero romano|Roma]] sia la città sia il resto della Pentapoli cirenaica (nel [[96 a.C.)]].
 
Peraltro, solo nel [[74 a.C.]] Cirene e la Cirenaica furono elevate, insieme a [[Creta]], al rango di [[Creta e Cirene|provincia romana]].
 
In questo periodo, anche a motivo di una certa libertà fiscale, Cirene conobbe il suo momento di massimo splendore, diventando uno snodo commerciale di prima importanza per il traffico di merci fra [[Europa]] e [[Africa]].
 
Entrata stabilmente nell'orbita romana, con la fine delle guerre civili beneficiò della ''[[pax romana]]'' di [[Augusto]] che vi fece costruire un tempio dedicato a [[Zeus]] che ospitava una replica delle celebre [[Statua di Zeus ad Olimpia|statua del dio]] realizzata da [[Fidia]].
 
Di Cirene, o di una località limitrofa della Cirenaica, sarebbe stato originario [[Simone di Cirene|Simone, detto "il Cireneo"]] cioè colui che durante il [[calvario]] fu obbligato dai soldati romani a prendere su di sé la Croce e portarla al posto di Gesù (Mt 27,32; Mc 15,21; Lc 23,26) e di cui fu scoperto il sepolcro presso Gerusalemme<ref>Tom Powers, in ''Biblical Archaeology Society Review''</ref>.
 
La pace di cui godeva la città fu interrotta nel [[115]], quando un cirenaico di origine [[ebrea]], di nome Lukuas-Andreas, affermò di essere il [[Messia]] e scatenò un rivolta che portò a devastazioni su larga scala. Roma ripristinò il controllo sulla regione e l'imperatore [[Adriano]] provvide alla ricostruzione che portò ad una nuova fioritura della città.
 
Nel [[365]] subì ingenti danni a causa di un terribile terremoto che si abbatté su tutta la [[Cirenaica]] e che fece sprofondare in mare buona parte della città di [[Apollonia (Cirenaica)|Apollonia]], porto di Cirene. In seguito a ciò fu [[Tolemaide]], meno danneggiata delle altre città della Pentapoli, a diventare capitale della ''[[Libia superiore|Libya Superior]]''.
 
Le incursioni[[Invasioni barbariche]] della [[tarda antichità classica]] accelerarono il declino della città, di cui il vescovo [[Sinesio di Cirene]] ci ha lasciato testimonianza nella lettere e nella ''Catastasis'', scritte tra il [[400]] e il [[414]].
 
Nel [[410]] la città fu definitivamente abbandonata ai nomadi laguatani e non fu più riconquistata dall'impero romano, neppure durante la cosiddetta ''Ananeosis'' (Ἀνανέωσις), cioè la rinascita della Cirenaica, voluta dall'imperatore [[Giustiniano]].
 
== Cirene odierna ==