Guido Pajetta: differenze tra le versioni

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Inizia a frequentare l'[[Accademia di Brera]] nel [[1914]], ma nel [[1917]] parte volontario fra gli Arditi. Deve però essere ricoverato in un ospedale a causa di una malattia polmonare. Alla fine della guerra, nel [[1919]] riprende a frequentare all'Accademia di Brera i corsi di Ambrogio Alciati. Fra i suoi compagni troviamo [[Atanasio Soldati|Soldati]] e [[Virginio Ghiringhelli|Ghiringhelli]], che aderiranno al primo astrattismo italiano ed i futuri chiaristi [[Angelo Del Bon|Del Bon]], [[Umberto Lilloni|Lilloni]], [[Cristoforo De Amicis|De Amicis]]. Si avvicina inoltre al suo compagno di corso [[Arnaldo Carpanetti]].
 
Nel 1920, nel proseguoprosieguo dei suoi studi presso l'[[Accademia di belle arti di Brera|Accademia di Brera]], conosce [[Fausto Melotti]] e [[Arturo Carrera]]. Con quest'ultimo stringe un rapporto di amicizia che durerà tutta la vita.
 
Terminato il percorso accademico con la partecipazione all’ Esposizione d’arte nazionale della Regia Accademia di Brera e Società per le Belle Arti, il giovane Guido conosce [[Anselmo Bucci]] e [[Mario Sironi]], rimanendo affascinato dal clima internazionale che si respira in [[Novecento (movimento artistico)|Novecento Italiano]].
 
Nel [[1928]] vi è la sua prima partecipazione alla [[Biennale di Venezia]], dove conosce [[Lucio Fontana]], con il quale stringe uno strettissimo rapporto di amicizia e stima reciproca. Il rapporto con Fontana diventa particolarmente significativo, tanto che Guido e la sua famiglia si ritireranno presso gli spazi di Villa Fontana a Tremezzo per sfuggire ai bombardamenti che colpirono la città di Milano durante la [[Seconda guerra mondiale|Seconda Guerra Mondiale]]. Durante la prima Biennale veneziana incontra anche Massimo Cassani, noto gallerista milanese operante su scala internazionale. Quest'ultimo gli darà il sostegno principale nella sua milanese Galleria del Lauro.
Il giovane Pajetta, se dapprima è influenzato da [[Mario Sironi|Sironi]] e dal clima di [[Novecento (movimento artistico)|Novecento]], tanto da partecipare nel 1933 al grande ciclo di affreschi della V [[Triennale di Milano]], inizia a guardare con interesse crescente verso un panorama più internazionale. Vede in Parigi e nelle grandi opere di [[Paul Gauguin|Gauguin]], [[Henri Matisse|Matisse]], (Biennale 1928), [[Amedeo Modigliani|Modigliani]] e [[Henri de Toulouse-Lautrec|Toulouse-Lautrec]] (Biennale 1930), [[Claude Monet|Monet]] (Biennale 1932) il punto di partenza per il proseguoprosieguo del suo lavoro. Nel 1934 si trasferisce a Parigi ove vi è dapprima un'adesione al [[Surrealismo|movimento surrealista]] e un crescente avvicinamento al [[Cubismo]] e alle opere di [[Pablo Picasso|Picasso]] e [[Georges Braque|Braque]], e poi un crescente interesse per i [[Fauves]] francesi. In questi anni si avvicina a [[Raoul Dufy|Dufy]] e [[Othon Friesz]]. La fine degli anni '30 lo vede vicino ai [[Chiarismo|chiaristi]], anche se con caratteri suoi personali. Nel 1930 e 1932 partecipa ancora alla Biennale veneziana. Nel [[1931]] partecipa alla [[I Quadriennale nazionale d'arte di Roma]].
 
Nel 1938 sposa la propria modella, Maria Panizzutti, da cui avrà tre figli, e con la famiglia trascorre il periodo bellico, fra il 1942 e il 1945, a [[Tremezzo]] presso l'abitazione dell'amico [[Lucio Fontana]].