Abülfaz Elçibay: differenze tra le versioni

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== La Presidenza ==
L'elezione di Elchibey al seggio presidenziale fu conseguenza della forte crisi sorta in Azerbaigian a causa del [[Guerra del Nagorno-Karabakh|conflitto]] con l'[[Armenia]] scoppiato in seguito alla contesa per il controllo dell'enclave armena del [[Nagorno-Karabakh]]. Dopo il famigerato [[Massacro di Khojaly|Eccidio di Khojaly]] (perpetrato tra il 26 e il 27 febbraio [[1992]]) e la caduta degli importanti centri di [[Shusha]] (l'8 maggio [[1992]]) e di [[LachinLaçın]] (il 15 maggio [[1992]]) il governo provvisorio [[comunismo|comunista]] guidato da [[Yaqub Mammadov]] non riuscì più a mantenere fermamente il controllo politico del paese.
Sfruttando soprattutto la caotica situazione presente sul fronte di guerra, il primo presidente azero [[Ayaz Mutalibov]] cercò di riguadagnare il seggio presidenziale con un colpo di Stato il 14 maggio [[1992]], appena due mesi dopo le sue dimissioni, il cui risultato fu una immediata e diffusa sommossa popolare e la conseguente cacciata di Mutalibov da [[Baku]] da parte del Fronte Popolare dell'Azerbaigian il giorno successivo al suo insediamento il 15 maggio [[1992]].
 
Il 17 giugno [[1992]] si tennero le elezioni presidenziali con ben 7 candidati, e la tornata elettorale venne vinta da ElchibeyElçibəy che ottenne il 52% dei voti, diventando il primo presidente non-comunista del paese. Nell'estate di quello stesso anno, il nuovo presidente fece forti pressioni per assicurarsi il completo ritiro delle forze armate russe dall'[[Azerbaigian]], che divenne così il primo paese ex-sovietico, dopo le nazioni baltiche, ad essere libero dalla presenza militare russa. Contemporaneamente a ciò ElchibeyElçibəy si attivò per la creazione di una marina nazionale e giunse ad un accordo con i russi per l'assegnazione della ex-base navale sovietica a [[Baku]] come quartier generale della nuova forza navale azera.
 
Nel giugno del [[1992]] ElçibayElçibəy ordinò all'esercito azero una controffensiva nel Nagorno-Karabakh con la quale l'Azerbaigian si riappopriò di circa il 50% della regione arrivando a circa 7 kilometri da Susha alla fine dell'anno. Tuttavia l'esito dell'offensiva subì un brusco cambio di rotta a causa della disorganizzazione e della mancanza di coordinazione delle operazioni ma soprattutto per il tradimento del Ministro della Difesa Rahim Qaziyev.
 
Elçibay era un nazionalista pro-occidentale ma era anche un convinto sostenitore degli ideali pan-turchi grazie ai quali ricevette sempre l'appoggio del leader del [[Partito del Movimento Nazionalista]] [[Turchia|turco]], il colonnello [[Alparslan Türkeş]]. A testimonianza di questa alleanza è significativo il fatto che al momento della sua elezione a Presidente dell'Azerbaigian, Abülfaz Elçibay nominò [[İsgandar Hamidov]], un colonnello della polizia, e leader del movimento nazionalista turco dei [[Lupi grigi]], come Ministro dell'Interno. Nonostante la sua fedeltà e la sua dedizione alla causa azera, Hamidov si rivelò non all'altezza della sua carica, avendo come unico successo conseguito la liberazione della provincia di [[Mardakert]], e nell'aprile del [[1993]] fu costretto a rassegnare le dimissioni dopo la perdita del distretto di [[Kalbajar]], dopo il quale arrivò addirittura a minacciare l'Armenia con un attacco nucleare.