Maurizio Mario Moris: differenze tra le versioni

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→‎Biografia: "probabilmente" è POV. Il riferimento a Guidonia è irrilevante rispetto alla biografia del personaggio. Era il Genio della 8a Armata, non l'8a Armata del Genio.
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Con la direzione dell'ufficio ottiene la promozione a [[colonnello]] e viene incaricato di studiare la possibilità di un primo impiego dei velivoli militari in [[Libia]] ([[guerra italo-turca]]). A tale scopo promuove la costituzione dell'Ispettorato dei servizi aeronautici, primo organo direttivo del settore al Ministero della guerra, ed ottiene il distacco della sezione aviazione dal battaglione specialisti, costituita come battaglione autonomo di stanza a [[Torino]].
 
Nel [[1915]] viene costituita nello stesso ministero la direzione generale aeronautica, cui Moris viene messo a capo allo scopo, tra l'altro, di dotare l'esercito di [[aeromobili]]. Un tentativo era stato fatto due anni prima ma la gara era andata a vuoto per l'impreparazione dei costruttori italiani in questo settore. Il secondo tentativo viene invece frustrato dal [[maggiore]] [[Giulio Douhet]], che sostiene le ragioni di [[Giovanni Battista Caproni]] e del "suo" [[Caproni Ca.31|trimotore Ca.31]], che le fonti disponibili considerano uno dei migliori [[aeromobili]] militari dell'epoca. Douhet dà il via libera alla costruzione di quaranta esemplari di questo velivolo contro il parere negativo del suo superiore, che viene successivamente fatto oggetto di unaviolente campagnaaccuse denigratoria cui si prestamosse, tra gli altri, anche da [[Luigi Albertini]], direttore del [[Corriere della Sera]]. L'azioneInoltre portail allaGenerale sostituzione[[Luigi Cadorna]], Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito, era profondamente insoddisfatto dei gravi ritardi accumulati dal programma di approvvigionamento dei velivoli militari, esprimendo a chiare lettere forti riserve in merito alla personalità ed alle capacità del colonnello Moris, che venne indine esonerato dall'incarico di Direttore Generale d'Aeronautica il 23 dicembre 1915<ref>Basilio Di Martino, "Ali sulle Trincee", Ufficio Storico Aeronautica Militare, Roma 1999</ref>, sostituito col generale [[Giovanni Battista Marieni]] ecome allacomandante nominadell'aviazione die da Douhet alla nuova direzione generale dell'aviazione.
 
Per Moris, la cui gestione dal punto di vista finanziario sarà riabilitata nel [[1923]] dalla ''Commissione parlamentare d'inchiesta sulle spese di guerra'', l'allontanamento segna la fine dei suoi progetti di sviluppo dell'aeronautica militare. Essendo nel frattempo l'[[Italia]] entrata nella [[prima guerra mondiale]] fino al [[1918]] prende parte alle operazioni belliche in [[Cadore]], sull'altipiano di [[Asiago]] e alla [[battaglia di Caporetto]]. A capo del [[Arma del Genio|Genio]] della 8ª armata dirige i lavori che consentono alle truppe italiane di superare il [[Piave]] per l'offensiva decisiva di fine ottobre. L'operazione gli vale la promozione sul campo a [[tenente generale]], conferita il giorno stesso della vittoria (4 novembre [[1918]]).
 
Dopo la guerra torna ad occuparsi di aeronautica, stavolta alle dipendenze del sottosegretariato per la [[marina mercantile]] e per lo sviluppo dell'aviazione civile, ma lascia ben presto l'incarico per l'impossibilità di ottenere i risultati cui ambisce. Passa da allora in posizione ausiliaria, alle dipendenze della presidenza del consiglio, promosso [[generale di divisione]] (gennaio 1923) e [[generale di corpo d'armata]] (maggio 1926). Collocato a riposo presiede fino alla scomparsa l'associazione nazionale dei pionieri del volo.