Limitanei: differenze tra le versioni
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== Storia ==
Le [[crisi del III secolo|disfatte militari del III secolo]] portarono alla riforma dapprima [[riforma dioclezianea dell'esercito romano|dioclezianea]] e poi [[riforma costantiniana dell'esercito romano|costantiniana]] dell'[[esercito romano]], volte a rinforzare le frontiere tramite la creazione di una frontiera fortificata.<ref>{{cita|Zuckerman|p. 154
I ''limitanei'' sono menzionati per la prima volta nella legge del [[325]], contenuta nel [[Codice teodosiano]], come ''riparienses'', in contrapposizione alle forze mobili dei [[comitatensi]].<ref>[[Codice teodosiano]], VII, 20.4.</ref>
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La loro funzione fu molto importante nelle fasi finali dell'Impero. Secondo gli storici del VI secolo [[Giovanni Malala]] e [[Zosimo (storico)|Zosimo]] le riforme militari iniziarono nel tardo [[III secolo]] ad opera dell'[[imperatori romani|imperatore]] [[Diocleziano]]; in particolare Giovanni Malala scrisse che «Diocleziano eresse delle fortezze sul ''limes'', dall'Egitto fino alle frontiere persiane, e vi insediò dei soldati ''limitanei''». Ma fu con [[Costantino I]] che le [[Riforma costantiniana dell'esercito romano|riforme presero davvero forma]] e fecero vedere i loro effetti.
Il primo riferimento scritto ai ''limitanei'' come categoria distinta di truppe è in una legge romana del 363 (''Codice Teodosiano'', XIII,1.56, dove, ad essere precisi, si parla di ''limitanea militia'').<ref>{{cita|Zuckerman|pp. 166-167
==Struttura==
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== Funzione ==
I ''limitanei'' (noti anche come ''milites castellani'', ''castriciani'' o ''riparienses castriciani'' in caso di stanziamento presso un fiume) erano i soldati posti a difesa delle frontiere (''[[Limes romano|limes]]''). Una legge di [[Giustiniano I]] volta a ricostituire reggimenti di ''limitanei'' nell'appena riconquistata Africa, definiva i limitanei trapiantati in Africa come dei soldati «che possono difendere i castelli e le città del confine e coltivare le terre». I ''limitanei'', in genere, si occupavano anche di sorvegliare la frontiera in modo da impedire il contrabbando.<ref>{{cita|Ravegnani 2009|p. 106
Secondo la visione tradizionale, i ''Comitatenses'' erano soldati regolari, mentre i ''limitanei'' erano una sorta di milizia di soldati-contadini che coltivavano terre concesse ad essi dal governo e che nel tempo libero sorvegliavano la frontiera. Le leggi del IV secolo contenute nel [[Codice Teodosiano]], in realtà, non sembrerebbero confermare questa tesi. È da tenere presente che l'assegnazione di terre da coltivare ai ''limitanei'' è attestata solo nella parte orientale e solo a partire dal V secolo, mentre non vi è evidenza che anche nella parte occidentale i ''limitanei'' ricevessero tali terre dallo stato.<ref>{{cita|Jones|p. 649
Nelle fonti del V e del VI secolo risulta che i ''limitanei'' coltivassero terreni concessi dallo stato e in genere esenti da tasse. Per lungo tempo si era ritenuto che la concessione di terreni da coltivare alle truppe di frontiera risalisse addirittura all'Imperatore [[Alessandro Severo]] (222-235), sulla base di un passo della ''[[Historia Augusta]]''; in seguito, però, la ''Historia Augusta'' ha perso credibilità agli occhi degli studiosi in quanto si è scoperto essere un falso storico, e si preferisce dare rilevanza alle altre fonti, che attestano la concessione di terre da coltivare ai ''limitanei'' solo a partire dal V secolo.<ref>{{cita|Zuckerman|pp. 165-166
La concessione di terre ai ''limitanei'' deriva dalla tradizione di distribuire terre ai veterani. Come attestano numerose leggi, ai veterani venivano distribuite terre vacanti o incolte: una legge del 325 attesta che ai veterani erano assegnate «terre vacanti» da tenere «in perpetuo con piena immunità» (''Codice Teodosiano'', VII,20.3), mentre un'altra legge del 364 attesta che ai veterani erano assegnate anche «terre incolte, lasciate dai loro proprietari e piene di rovi a causa del prolungato abbandono» (''Codice Teodosiano'', VII,20.8 e VII,20.11). Secondo l'anonimo autore del ''[[De rebus bellicis]]'' (IV secolo), i veterani ricevevano terre lungo la frontiera «per arare quei luoghi che prima avranno difeso». Anche se l'ultima legge sul reclutamento dei figli dei veterani risale al 398, nel V secolo sembra che molti di quanti entravano nei ''limitanei'' ereditavano questa professione dai padri; non vi erano, tuttavia, leggi che impedivano ai figli di ''limitanei'' di essere promossi nell'esercito mobile o altri ranghi più onorevoli. A partire dal regno di Anastasio uno dei requisiti richiesti alle reclute per essere arruolati nei ''limitanei'' era essere figli di soldati. Poiché il lavoro di soldato era ereditario e i figli ereditavano dai padri veterani anche le terre assegnate dallo stato, nel giro di tre o quattro generazioni gran parte dei ''limitanei'' divennero possessori di terre.<ref>{{cita|Zuckerman|p. 169
In genere queste terre vacanti o incolte assegnate ai ''limitanei'', e perciò denominate ''agri limitanei'', erano esenti da tasse, come ribadisce peraltro la novella 24 di [[Teodosio II]] (443), che tra l'altro impose ai civili che si erano impossessati di terre esenti da tasse di restituire le suddette terre ai ''limitanei''. In Egitto, tuttavia, le terre possedute dai ''limitanei'' non erano affatto esenti da tasse; questo perché, mentre in altre regioni di frontiera vi era disponibilità di terre vacanti, e quindi esenti da tasse, da assegnare alle truppe, in Egitto non vi erano terre abbandonate, a causa del suo suolo molto fertile.<ref>{{cita|Zuckerman|p. 168
Alcune leggi, datate 386, 415, 439 e 441, attestano la presenza nella [[Oriente (diocesi)|diocesi d'Oriente]], e in particolare in [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]], [[Osroene]] e in [[Armenia (provincia romana)|Armenia]], di terre denominate ''fundi limitotrophi'', la cui alienazione era vietata: tali terre avevano la funzione di approvvigionare gli eserciti di frontiera. Se tali terre fossero o meno possedute dai ''limitanei'' è tuttavia controverso: per il Jones, in ogni caso, non si trattava di terre coltivate dai ''limitanei''.<ref>{{cita|Jones|p. 651
Solo a partire dal V secolo vi è evidenza che i ''limitanei'' possedessero e coltivassero terre. Una legge del 443 proibiva l'alienazione in favore di estranei delle terre di frontiera (''agri limitanei'') destinate esclusivamente ai ''limitanei milites'', ed esortava i ''duces'' frontalieri ad addestrare quotidianamente le loro truppe e a completare i ranghi delle loro unità con nuove leve. I ''limitanei'', anche una volta diventati possessori di terre, avrebbero comunque continuato a ricevere la propria paga in denaro anche se con una detrazione di un dodicesimo, come conferma la già citata legge del 443 sugli ''agri limitanei''.<ref>{{cita|Jones|p. 654
In alcuni casi alcuni reggimenti di ''limitanei'' venivano aggregati all'esercito mobile ricevendo la qualifica di ''[[pseudocomitatenses]]''. Poteva accadere altresì il contrario, ovvero che alcuni reggimenti ''comitatenses'' potessero prendere residenza fissa in una città, perdendo quindi la loro mobilità. Tra gli esempi di reggimenti dell'esercito mobile diventati sedentari si possono citare i ''[[Ballistarii]]'' di stanza a Cherson, che, nonostante fosse in origine un'unità di ''comitatenses'', venne descritta da fonti successive come una guarnigione autoctona posta a difesa della città.<ref>{{cita|Zuckerman|p. 173
== Efficienza ==
A lungo andare questa riforma fece sì che gli unici reggimenti adeguati per un'azione efficace contro il nemico fossero i ''comitatenses'', che però avevano sede distante dalle frontiere e spesso intervenivano tardivamente in caso di invasione, mentre i ''limitanei'', peggio addestrati e mal pagati rispetto ai ''comitatenses'', andavano in forte difficoltà contro il nemico.
Le fonti attestano un declino nell'efficienza dei ''limitanei'', che, rispetto ai ''comitatenses'', erano considerati soldati di seconda categoria, non erano adeguatamente addestrati e pagati, e spesso svolgevano persino una seconda attività, come ad esempio quella di barcaiolo.<ref>{{cita|Ravegnani 2009|pp. 39-40
Le condizioni di vita dei ''limitanei'' erano pessime, come attestato dalle leggi e dalle fonti romane dell'epoca. La novella 4 dell'Imperatore Teodosio II, datata 438, descrive i ''limitanei'' come né civili né veri soldati, che «nelle solitudini più remote e miseramente remunerati, combattono con fatica e difficoltà la fame e la miseria». Non di rado i ''limitanei'' lamentavano ritardi nel versamento del soldo; a partire dal V secolo, molti ''limitanei'' venivano retribuiti dallo stato ricevendo terre da coltivare (''agri limitanei'') e da cui ricavare il proprio sostentamento.<ref>{{cita|Ravegnani 2009|p. 40
Nei fatti, il sistema di difesa della frontiera (''limes'') ad opera dei ''limitanei'' si provò molto fragile: in caso di mancato intervento dell'esercito mobile, infatti, i ''limitanei'' si trovavano spesso impotenti, perché poco efficienti e in inferiorità numerica, a respingere un forte esercito nemico.<ref>{{cita|Ravegnani 2009|pp. 106-107
La conseguenza del crollo del gettito fiscale fu che, anche a causa delle difficoltà nel reclutamento, non fu possibile porre rimedio alle perdite subite nel frattempo sia dagli eserciti mobili che dalle guarnigioni di frontiera. La ''[[Notitia Dignitatum]]'' attesta che in Occidente, intorno al 420-425, molti reggimenti di ''limitanei'' vennero spostati nei ''Comitatenses'' nel tentativo di colmare le perdite subite nell'esercito di campo, e questa strategia cagionò non solo un indebolimento dell'esercito di campo, in quanto i ''limitanei'' promossi nei ''Comitatenses'' rimanevano comunque truppe non adeguatamente addestrate e abili, ma anche uno sguarnimento delle frontiere, poiché i reggimenti promossi non furono sostituiti da nuovi reggimenti di ''limitanei''.<ref>{{cita|Heather|pp. 304-305
A causa del crollo del gettito fiscale, nel corso del [[V secolo]] si verificò una graduale disgregazione dell'esercito romano posto a difesa del Norico. Testimonianze di questo processo sono la ''[[Notitia Dignitatum]]'' e la vita agiografica di San Severino. Se infatti, all'inizio del V secolo, la provincia del Norico era difesa da due legioni (''[[Legio II Italica]]'' e ''[[Legio I Noricorum]]'') nonché da tre [[coorte|coorti]] di fanteria, quattro unità di cavalleria ordinaria e da due di arcieri a cavallo (in totale {{formatnum:10000}} uomini), già nel 420 la ''Notitia'' mostra che all'epoca del generale [[Costanzo III|Costanzo]] vennero spostati nell'esercito campale d'Illirico due reggimenti di lancieri in precedenza poste in difesa del ''limes'' del Norico.<ref>{{cita|Heather|p. 494
{{Citazione|Ai tempi in cui ancora esisteva l'Impero romano, i soldati di molte città erano mantenuti dall'erario pubblico per la guardia che facevano contro il muro [la frontiera del Danubio]. Quando questa situazione cessò di esistere le formazioni militari si dissolsero e il muro fu lasciato andare in rovina. ...|''Vita di San Severino'', riportato in {{cita|Heather|p. 495
La ''Vita'' riporta che la guarnigione di ''Batavis'', non ricevendo più la paga, decise di recarsi in Italia per sollecitare l'ultimo pagamento, ma durante il tragitto venne annientata dai barbari. Sempre la ''Vita'' narra che la guarnigione di ''Favianis'', a causa della carenza di uomini e di equipaggiamento, si ritrovò impotente contro i predoni barbari. Comunque sia, anche se alla fine le truppe sbandarono (Heather ipotizza tra il 460 e il 470, probabilmente dopo la [[Battaglia di Capo Bon (468)|spedizione contro i Vandali del 468]]) e l'esercito romano del Norico si dissolse, gli ex soldati dell'esercito romano, dovendo comunque difendere le loro famiglie, continuarono a difendere le loro città dai barbari formando nuove milizie cittadine che presero il posto delle vecchie guarnigioni romane.<ref>{{cita|Heather|p. 495
Nel VI secolo, all'epoca di Giustiniano, la situazione non migliorò. I ''limitanei'' in Africa, per esempio, secondo Procopio, finirono per essere massacrati dai ribelli e dalle tribù di Mauri. In Oriente, invece, furono impotenti di fronte alle [[campagne siriano-mesopotamiche di Cosroe I del 540-545|incursioni di saccheggio]] condotte dal ''Re dei Re'' sasanide [[Cosroe I]]. La fragilità delle frontiere, secondo Zosimo, esisteva fin dai tempi di [[Costantino I]]:
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Nel 545, dopo la tregua con la Persia, i ''limitanei'' a difesa del [[limes orientale]], da tempo senza ricevere il loro soldo, finirono addirittura per essere congedati, come narra Procopio:
{{Quote|...Quando poi si concludeva la pace tra Romani e Persiani, visto che beneficiavano della pace, avevano l'obbligo di condonare all'erario per un periodo preciso gli stipendi mai riscossi. Più tardi [Giustiniano] abolì, senza motivo, anche la denominazione specifica di quei reparti. Da allora le frontiere dell'Impero romano restarono sguarnite di difese e i soldati da un momento all'altro dovettero volgere la loro attenzione verso chi era avvezzo a beneficiare.|[[Procopio di Cesarea]], ''[[Storia segreta]]'', 24.}}
Se il [[limes orientale]] dopo la metà del VI secolo scompare malgrado la sopravvivenza di alcune guarnigioni di frontiera, sul Danubio il declino del limes fu meno marcato.<ref>{{cita|Zuckerman|p. 172
== Unità di ''limitanei'' all'epoca della ''Notitia Dignitatum'' ==
Secondo la ''[[Notitia Dignitatum]]'' (inizi V secolo), nelle province dell'Impero romano d'Oriente erano stazionate 336 guarnigioni di frontiera (reggimenti di ''limitanei''), così suddivisi:<ref>{{cita|Zuckerman|pp. 155-156
*104 a difesa delle quattro province lungo il Danubio (Mesia I, Mesia II, Dacia Ripuaria, Scizia), minacciate soprattutto da popoli come [[Goti]] (IV secolo), [[Unni]] (V secolo), [[Slavi]] e [[Avari]] (VI secolo).
*62 a difesa delle province sulla [[limes orientale|frontiera con la Persia]], ovvero [[Armenia (provincia romana)|Armenia]], [[Mesopotamia (provincia romana)|Mesopotamia]] e [[Osroene]].
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Secondo una teoria di [[Georg Ostrogorsky]], nel [[VII secolo]], in seguito alle invasioni dapprima persiane e poi arabe delle province orientali dell'[[Impero romano d'Oriente]] ([[Siria]] e [[Egitto]]), i ''limitanei'' bizantini di Siria e Egitto furono costretti a ritirarsi in [[Asia Minore]], dove insieme ai corpi scelti, andarono a formare i primi "temi" ([[lingua greca|gr.]] ''[[thema]]''=esercito), cioè eserciti permanenti formati da soldati locali che in cambio delle loro prestazioni militari ricevevano dei terreni da coltivare. Poiché il comandante supremo del ''thema'' (lo ''strategos'') era anche il governatore della provincia in cui era stanziato l'esercito, il termine ''thema'' assunse in seguito anche il significato di ''provincia''. Il sistema dei temi si diffuse poi nelle altre province dell'impero, provocando grandi cambiamenti sia nell'amministrazione provinciale (vennero abolite prefetture e diocesi) che nell'organizzazione dell'esercito. Con la riforma dei temi, attribuita in passato all'Imperatore Eraclio (610-641), si ebbe quindi la scomparsa del sistema romano del ''limes'' e dunque anche dei ''limitanei'', che divennero ''stratioti''.
In realtà, la teoria di Ostrogorsky è stata rigettata da diversi studiosi moderni. Secondo Jean-Claude Cheynet, i temi «non sono dunque il frutto di una riforma che potrebbe essere accreditata a un imperatore preciso,...né, d'altro canto, costituiscono la prosecuzione dei ''limitanei'' del Basso Impero..., dal momento che i ''limitanei'' erano scomparsi anche prima delle trasformazioni della seconda metà del VII secolo».<ref>{{cita|Cheynet|p. 167
==Note==
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