Antonio Taramelli (archeologo): differenze tra le versioni

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Di famiglia borghese di tradizioni risorgimentali, figlio del geologo [[Torquato Taramelli]], è noto soprattutto per le sue ricerche in [[Sardegna]].
 
Dopo la laurea in lettere conseguita all'[[Università di Pavia]] e il diploma in archeologia presso la Scuola nazionale di Archeologia, intraprese la sua carriera nell'ambito della ricerca archeologica e della tutela e conservazione dei beni culturali. Si interessò agli scavi punici di [[Sant'Avendrace (Cagliari)|Sant'Avendrace]] ([[Cagliari]]), [[Sulki]], [[Cornus (Sardegna)|Cornus]] e [[Bithia (sito archeologico)|Bithia]], di notevole importanza furono gli scavi presso il [[Santuario nuragico di Abini]] ed il [[Villaggio nuragico di S'Urbale]], presso [[Teti (Italia)]](Nu), [[Santuario nuragico di Santa Vittoria|Santa Vittoria]], [[Paulilatino]], [[Abbasanta]], [[Sarroch]], alle [[necropoli di Anghelu Ruju]] ([[Alghero]]) e di [[Necropoli di Sant'Andrea Priu|Sant'Andrea Priu]] ([[Bonorva]]). Le sue ricerche furono determinanti per la conoscenza dei riti funerari sardi nuragici e prenuragici. Si devono a lui inoltre i restauri di vari monumenti medioevali in Sardegna.
 
Fra gli incarichi da lui ricevuti vi furono la direzione del [[Museo archeologico nazionale di Cagliari]] e la direzione degli scavi archeologici nel territorio del capoluogo sardo. Il suo ambito di competenza arrivò a comprendere l'intera regione quando divenne "Sovrintendente di I classe agli scavi e musei archeologici della Sardegna".<br />