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'''L'OPOÂZ'''
Si osservi che in realtà molti appartenenti a queste due scuole rifiutavano il termine «formalismo», giudicato denigratorio e comunque creato dall'esterno, preferendogli la denominazione «Scuola morfologica». La «Scuola formalistica» vera e propria (o «Scuola morfologica», come veniva chiamata da molti aderenti) sopravvisse fino a metà degli [[anni 1920|anni venti]] e influenzò in maniera significativa gli studi sulla teoria della critica letteraria e sulla semiotica. Per la storia del formalismo, dei suoi rapporti con altre metodologie critiche dell'epoca e con l'avanguardia letteraria si rimanda, escludendo la bibliografia in russo, alle monografie critiche di [[Victor Erlich|Erlich]]<ref>Victor Erlich, ''The Russian Formalism'' (I ed. The Hague, Mouton, 1954, II, 1964; traduzione it. ''Il formalismo russo'', Milano, Bompiani, 1966</ref>, di [[Ignazio Ambrogio|Ambrogio]]<ref>Ignazio Ambrogio, ''Formalismo e avanguardia'', Roma, Editori riuniti, 1968</ref> e all'antologia curata da [[Cvetan Todorov|Todorov]]<ref>Tzvetan Todorov (a cura di), ''[[I formalisti russi|I formalisti russi. Teoria della letteratura e metodo critico]]'', prefazione di [[Roman Jakobson]], Torino: Einaudi, 1968, ISBN 978-88-06-16524-6</ref>.
== Informazioni generali ==
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