Vittorio Beonio Brocchieri: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Nacque a Lodi il 4 maggio [[1902]],<ref name=M5p85>{{Cita|Marcucci 2005|p. 85}}.</ref> figlio di Augusto e Carmela Boggiali. Frequentò il [[Liceo Verri|liceo classico "Pietro Verri"]] della sua città,<ref name=F3p24/> iscrivendosi successivamente all'[[università di Torino]] dove si laureò in [[giurisprudenza]] nel [[1923]].<ref name=M5p85/> Conseguì poi altre due lauree, una in [[filosofia]] all'università di [[Milano]]<ref name=M5p85/> ed una in [[scienze politiche]] all'[[università di Pavia]].<ref name=M5p85/>
Allievo di [[Gaetano Mosca]] a [[Torino]],<ref name=M5p85/> il 12 luglio [[1926]],<ref name=C1p119>{{Cita|Comparato, Lupi, Montanari 2011|p. 119}}.</ref> all'età di ventiquattro anni, divenne professore incaricato di [[Storia delle dottrine politiche]] presso la neonata Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Pavia,<ref name=M5p85/> fino a divenirne poi professore ordinario nel [[1939]]<ref name=R2p117>{{Cita|Romano 2012|p. 117}}.</ref> ed emerito nel [[1972]]. Tra i fondatori della storia del pensiero politico in Italia, rivolse la sua attenzione allo studio di pensatori anglosassoni come [[Hobbes]],<ref group=N>Con Gaetano Mosca discusse una tesi di laurea su Hobbes.</ref> [[John Locke|Locke]], [[Milton]], [[Edmund Burke|Burke]] e tedeschi come [[Nietzsche]]<ref name=F3p24/> e [[Oswald Spengler|Spengler]].<ref name=F3p27>{{Cita|Ferrara 2013|p. 27}}.</ref> Di quest'ultimo in particolare aveva analizzato il pensiero in un celebre volume che ebbe una certa influenza su [[Mussolini]], visto che l'opera dell'autore de ''Il tramonto dell'Occidente'' non era stata ancora tradotta in [[Lingua italiana|italiano]]. La sua attività di storico, non priva di originalità e di concessioni alla [[sociologia]] e alla letteratura, assieme al carattere immaginifico del linguaggio, culminò nei quattro volumi del ''Trattato di Storia delle dottrine politiche'', dall'antichità al [[medioevo]].
 
Nel [[1925]] inizio l'attività di [[giornalista]],<ref name=F3p24/> scrivendo dapprima su ''[[Il Secolo (quotidiano)|Il Secolo]]'',<ref name=M5p86>{{Cita|Marcucci 2005|p. 86}}.</ref> per poi passare nel [[1929]] alla ''[[Gazzetta del Popolo]]'' di Torino,<ref name=M5p86/> e quindi al ''[[Corriere della Sera]]'' di Milano,<ref name=M5p86/> dove a partire dal 1930, e per i successivi trent'anni fu una delle più prestigiose firme<ref name=M5p86/> delle terza pagina.<ref name=F3p24/>