Paperino: differenze tra le versioni

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→‎La scuola Disney italiana: Taliaferro non ha narrato le origini della 313.
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==== La scuola Disney italiana ====
Inizialmente il personaggio delle storie italiane, più che seguire gli sviluppi del Paperino di Barks si riallaccia al papero di Taliaferro e dei disegni animati: è dunque pigro, meschino, perseguitato dalla sfortuna e supponente, il perfetto opposto di [[Topolino]]; vive a Paperopoli con i nipotini in una casa sgangherata (spesso definita dispregiativamente "catapecchia"), di proprietà dell'avido zio Paperone che lo ricatta a causa degli affitti non pagati. Nel suo giardino, tra due alberi è appesa un'[[amaca]], che insieme al divano nel salotto è il luogo deputato ai suoi pisolini. Spesso al verde, guida una vecchissima automobile (spesso definita dispregiativamente "catorcio") targata [[313 (Disney)|313]], le cui [[313 (Disney)#In Italia|origini]] sono diverse da quelle narrate nelle strisce di [[Al Taliaferro]]. Sempre pieno di debiti e in continua fuga da orde di creditori, non ha un impiego fisso anche se spesso svolge lavori precari oppure stravaganti<ref>Topolino n. 2533, p. 91.</ref>. Ogni tanto compare in veste di giornalista al [[Papersera]], ed è però ritratto anche come un ottimo cuoco: sono famose le sue frittelle, il cui profumo lo zio Paperone riesce a sentire fin dal deposito. È in perenne rivalità con il cugino [[Gastone Paperone]], sfacciatamente fortunato e suo rivale sentimentale nei confronti della vanitosa [[Paperina]], che spesso cede alle avances di Gastone con il solo scopo di fare ingelosire Paperino e/o smuoverlo dalla sua inerzia. Si trova spesso nei guai a causa del cugino [[Paperoga]], ancora più maldestro di lui, anche perché non riesce mai a dire di no e a mostrare una personalità forte. Paperone lo sfrutta per lavori massacranti nel deposito o come "uomo di fatica" in pericolose spedizioni ai quattro angoli del mondo; durante queste avventure capita che Paperino suggerisca strategie e consigli allo zio che spesso si rivelano fallimentari, causando ingenti danni economici a Paperone, che spesso finisce a inseguirlo per "spiumarlo vivo"; altre volte Paperone lo inganna promettendogli una parte del guadagno che poi non gli corrisponde grazie a clausole contrattuali o a frasi ambigue che lo sollevano dall'impegno.
La sfortuna di Paperino, che Barks non ha mai definito bene caratterizzandola piuttosto come prodotto della sua inettitudine, è invece proverbiale e certificata nelle storie italiane, e in ''[[Paperin Meschino]]'' ([[parodia]] del ''[[Il Guerrin Meschino|Guerin Meschino]]'') del 1956, sceneggiata da Guido Martina e disegnata da [[Pier Lorenzo De Vita]], ne viene fornita una delle molteplici spiegazioni: nel [[XV secolo]] una strega aveva maledetto Paperin, avo di Paperino, e tutti i suoi discendenti per mille anni; di conseguenza Paperino e i suoi discendenti smetteranno di essere perseguitati dalla sfortuna nel 2400 circa.