Ápeiron: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ripeus2 (discussione | contributi)
Ripeus2 (discussione | contributi)
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 15:
Nella ''[[Teogonia (Esiodo)|Teogonia]]'' di [[Esiodo]] (VIII-VII secolo a.C.) l'origine (''[[archè]]'') dell'[[universo]] è [[Chaos (mitologia)|Chaos]], la vacuità considerata come condizione divina primordiale. Viene descritto come una grande voragine nella quale sono presenti le sorgenti e le estremità di terra, cielo e [[Tartaro (mitologia)|Tartaro]]<ref>[http://www.sacred-texts.com/cla/hesiod/theogony.htm ''The Theogony of Hesiod'']. Transl. H. G. Evelyn White (1914): 116, 736-744</ref>. Il suo nome può anche significare «abisso», dal momento che non ha fondo. [[Ferecide di Siro]] (VI secolo a.C.) identificò Chaos con l'acqua, che non venne tuttavia posta all'origine di ciò che esiste<ref>{{cita libro | autore=G. S. Kirk; J. E. Raven; M. Schofield | titolo=The Presocratic Philosophers | anno=2003 | editore=Cambridge University Press | città=|p=57|ISBN = 0-521-27455-9}}</ref>.
 
Nelle storie della creazione del [[Vicino Oriente]], il mondo primordiale è descritto come una realtà informe e vuota. L'unica cosa esistente prima della creazione era un abisso d'acqua. L'opera [[babilonia|babilonese]] ''[[Enûma Eliš]]'' descrive la prima fase dell'universo come un caos acquatico; qualcosa di simile viene narrato nella ''[[Genesi]]''<ref>{{cita libro | autore= William Keith Chambers Guthrie | titolo=A History of Greek Philosophy | anno=2000 | editore=Cambridge University Press | città=|pagine=58-59|ISBN = 0-521-29420-7}}</ref>. Nella cosmogonia [[induismo|induista]], che è simile a quella [[Veda|vedica]] ([[Hiraṇyagarbha]]), la condizione iniziale dell'universo si caratterizzava come oscurità assoluta. Lo studioso e filologo inglese [[Martin Litchfield West]]<ref>''La filosofia greca arcaica e l'Oriente'', cap. III, Il Mulino, Bologna, 1993)</ref> rileva un'affinità tra il cosmo di Anassimandro che nasce dall'Infinito e poi svanisce dentro di esso ("decreto del Tempo") e la cosmogonia iranica in cui il mondo viene creato dal dio delle Luci senza Inizio da quella parte della propria essenza che è luce. Il mondo viene creato con la benedizione del Tempo senza limiti, "perché è insenescente ed immortale", e parallelamente dal Tempo senza limiti è creato il "Tempo a lungo autonomo". La sua durata è dodicimila anni, dopo i quali ha termine questo mondo di cambiamento e tutto diventa perfetto ed inalterabile. Anche nella filosofia indiana troviamo l'idea che i mondi provengono dall'infinito e dentro di esso nuovamente periscono. Nella ''Vishṇu Purāna'' (500 a. C. circa) si trova perfino una dottrina dei mondi infiniti, che si formano e si dissolvono periodicamente in un continuum illimitato privo di forma e di colore. Essi derivano da [[VishṇuVishnu]], considerato come Tempo, e alla fine egli li inghiotte nuovamente.
 
Esiodo realizzò un'astrazione in quanto il suo Chaos originale è un vuoto, qualcosa di completamente indefinito. Secondo la sua narrazione, l'origine dovrebbe essere indefinita e indeterminata<ref>{{cita libro | autore=Olof Gigon | titolo=Der Ursprung der griechischen Philosophie Von Hesiod bis Parmenides | anno=1968 | editore=Basel, Stuttgart, Schwabe | città= | p=29}}</ref>. Nelle sue prime formulazioni, l'indefinitezza attiene al piano spaziale, come in [[Omero]] (mare indefinito). Un frammento di [[Senofane]] (VI secolo a.C.)<ref>[[Diels-Kranz|DK]] 21 B 28.</ref> mostra la transizione dal caos all'àpeiron: