Giuseppe Pitrè: differenze tra le versioni

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Nella seconda metà dell'Ottocento, aprì la via al lavoro di altri etnologi della scuola palermitana di [[etnologia]] (tra cui [[Giuseppe Cocchiara]], [[Salvatore Salomone Marino]] ed altri), di cui è indubbiamente il fondatore, oltreché esser stato d'ispirazione sia a [[Luigi Capuana]], che nel suo repertorio trovò materiale per le proprie fiabe, sia a [[Giovanni Verga]], che si ispirò a lui per le «tinte schiette» e le particolari usanze del suo mondo di umili e perfino per argomenti specifici di alcune novelle come ''Guerra di Santi''. [[Rosa Balistreri]] inoltre musicò versi tradizionali presenti nei suoi studi per dar vita ad alcune canzoni popolari del suo repertorio.
 
Nel [[1914]], fu tra l'altro nominato [[Senato del Regno (Italia)|senatore]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].<ref>Una biobibliografia completa di Giuseppe Pitrè, si trova in: Pasqualina Manzo, ''Storia e folklore nell'opera museografica di Giuseppe Pitrè'', Volume N. 13 della Collana "Paesi e Uomini nel Tempo Napoli"/Monografie di Storia, Scienze ed Arti diretta da Sosio Capasso, Napoli, Edizioni dell'Istituto di Studi Atellani, 1999, Cap. I.</ref>
 
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] (D.P.R. 27.05.1985 e D.P.R. 06.03.1986) lo Stato italiano, vista l'importanza delle sue opere, decise di finanziare una nuova realizzazione dell’''opera omnia'', in una "Edizione Nazionale" di tutti i suoi scritti, sulla base del precedente lavoro diretto da [[Giovanni Gentile]] negli [[anni 1940|anni '40]].