Museo nazionale di Capodimonte: differenze tra le versioni

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===XIX secolo===
[[File:Murat2.jpg|thumb|left|Gioacchino Murat, il sovrano che arredò gli ambienti della reggia]]
Un duro colpo al museo venne inferto nel 1799 con l'arrivo a Napoli dei francesi e la breve istituzione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]]: temendo il peggio, l'anno precedente Ferdinando aveva già trasferito a [[Palermo]] quattordici capolavori. I soldati francesi depredarono infatti numerose opere: dei millesettecentottantatré dipinti che facevano parte della collezione, di cui trecentoventinove della collezione Farnese e il restante composto da acquisizioni borboniche, trenta furono destinati alla Repubblica, mentre altri trecento vennero venduti, in particolar modo a Roma<ref name="Capodimonte12"/>. RitornatoDurante al'occupazione Napolifrancese, Ferdinandodiverse ordinòopere ad'arte Domenicopresero Venutila divia ritrovaredella leFrancia operea depredate:causa ledelle poche[[Furti recuperatenapoleonici|spoliazioni nonnapoleoniche]]. tornaronoSecondo peròil acatalogo Capodimonte, bensì aldel [[PalazzoAntonio CellammareCanova|Palazzo FrancavillaCanova]]<ref name="Bile5">{{Cita libro|Bileautore=Marie-Louise Blumer|p.titolo=Catalogue des peintures transportées d'Italie en Francce de 1796 à 51814}}.</ref>, ladelle nuovaopere sedecatalogate sceltaritornò perin ilItalia. museoDelle cittadino.opere mandate in Francia e precedentemente a Capodimonte si ricordano:
 
* ''La Vergine con il Bambin Gesù'', di [[Cimabue]], anticamente ospitato presso le Gallerie di Capodimonte, successivamente al [[Museo del Louvre|Louvre]] fino al 1802, erede diretto del Musee Napoleon, e poi al Museo di Lille dal 1872
* ''La Sacra Famiglia'' dello Schedone, anticamente ospitato presso la chiesa di Capodimonte e al [[Museo del Louvre|Louvre]] dal 1802 [[File:Bartolomeo Schedoni - The Holy Family - WGA20970.jpg|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:Bartolomeo%20Schedoni%20-%20The%20Holy%20Family%20-%20WGA20970.jpg|miniatura|''Sacra Famiglia'', Schedoni, anticamente nella Chiesa di Capodimonte, poi al [[Museo del Louvre|Louvre]] dopo le [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]]]]
 
Ritornato a Napoli, Ferdinando ordinò a Domenico Venuti di ritrovare le opere depredate: le poche recuperate non tornarono però a Capodimonte, bensì al [[Palazzo Cellammare|Palazzo Francavilla]]<ref name="Bile5">{{Cita|Bile|p. 5}}.</ref>, la nuova sede scelta per il museo cittadino.
 
L'inizio del decennio francese nel 1806 corrispose all'abbandono definitivo del ruolo museale della reggia di Capodimonte a favore di quello abitativo<ref name="Sapio10">{{Cita|Sapio|p. 10}}.</ref>: tutto venne spostato all'interno del palazzo degli Studi, anche se, per arredare le nuove sale del palazzo, vennero utilizzate pitture provenienti da monasteri soppressi<ref name="Guida349"/> come quello di [[Chiesa di Santa Caterina a Formiello|Santa Caterina a Formiello]], [[Chiesa di Sant'Anna dei Lombardi|Monteoliveto]] e [[Basilica di San Lorenzo Maggiore|San Lorenzo]]<ref>{{Cita|Touring Club Italiano, 2012|pp. 14-15}}.</ref>, tant'è che [[Gioacchino Murat]] ipotizzò la creazione a Capodimonte di una galleria napoletana, con l'intento, come egli stesso dice, di: