Quinto Marcio Filippo (console 186 a.C.): differenze tra le versioni

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Nel 188 a.C. fu eletto pretore ed ebbe in carico la [[Sicilia (provincia romana)|provincia della Sicilia]].<ref>[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [https://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_XXXVIII xxxviii, 35.]</ref>
 
Nel 186 a.C. divenne console per la prima volta, insieme a [[Spurio Postumio Albino (console 186 a.C.)|Spurio Postumio Albino]] In quell'anno, il Senato romano, preoccupato per l'eccessiva diffusione del [[Baccanale|culto di Bacco]], emise un [[senatoconsulto]], noto come ''Senatus consultum de Bacchanalibus'', in cui conferiva ai due consoli eletti il compito di sciogliere il culto e provvedere alla distruzione dei templi con la confisca dei beni e l'arresto dei capi e la persecuzione degli adepti di Bacco.

Dopo aver portato a termine questo compito Quinto Marcio Filippo venne inviato in [[Liguria]] a combattere contro gli [[Apuani]] che si erano ribellati al potere di Roma. Questi inflissero una grave sconfitta al console ed alle sue legioni. Dopo averli attirati in una stretta gola della zona li attaccarono ed uccisero non meno di 4.000 legionari, tanto che il luogo del disastro fu successivamente chiamato "''Saltus Marcius''". Lo storico Lorenzo Marcuccetti ha individuato, quale luogo della battaglia, una località nel comune di Stazzema, sovrastata da un colle che ancora oggi porta il nome di "colle Marcio" (confronta Lorenzo Marcuccetti, Saltus Marcius. La sconfitta di Roma contro la Nazione Ligure-Apuana, Petrartedizioni, Lucca 2002).
 
Nel 183 a.C., su richiesta del Senato, Marcio Filippo venne inviato come ambasciatore nel [[Regno di Macedonia]] presso [[Filippo V di Macedonia|Filippo V]]. Questa scelta del senato dipese probabilmente dal fatto che il padre di Marcio Filippo aveva già avuto in passato dei buoni rapporti con Filippo V.<ref name="xlii, 38">[[Tito Livio]], ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', [https://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita/liber_XLII xlii, 38.]</ref> Marcio ottenne un successo parziale in quanto riuscì a convincere Filippo V a ritirare le sue guarnigioni da alcune città costiere della Tracia.<ref>[[Polibio]], ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Polybius/23*.html xxiii, 8. 1.]</ref> Nel 182 a.C., al suo ritorno dalla Grecia, Marcio relazionò il senato sulla situazione in Macedonia e Peloponneso indicando che secondo lui Filippo V, pur avendo apparentemente assecondato le richieste di Roma, in realtà aveva mire espansive e appena possibile avrebbe fatto tutto quello che poteva contro Roma.<ref>[[Polibio]], ''[[Storie (Polibio)|Storie]]'', [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Polybius/23*.html xxiii, 9. 4-6.]</ref>