Giuseppe Romita: differenze tra le versioni

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|predecessore4 = segreteria collegiale
|successore4 = [[Pietro Nenni]]
|partito = [[Partito Socialista Italiano]]<br />[[Partito Socialista Unitario (1949)|Partito Socialista Unitario]]<br />[[Partito Socialista Democratico Italiano]] <!-- [[Partito Socialista Italiano|PSI]], [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]] !-->
 
|carica5= [[Senato della Repubblica|Senatore della Repubblica Italiana]]
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== Carriera ==
La vita politica di Giuseppe Romita è divisa in tre periodi. Il primo va dagli esordi del suo coinvolgimento politico nel Partito Socialista fino alle sue elezioni alla camera. Poi il periodo nero delle persecuzioni fasciste che iniziò per lui quasi in contemporanea con il decreto fascista di scioglimento dei partiti e si concluse con la [[Resistenza italiana#Dall.27insurrezione alla liberazione|liberazione]]. Infine, dal dopoguerra, il periodo della sua maturità politica che affianca ad un'intensa opera come membro della costituente prima e ministro poi, l'attività politica di socialista autonomista che lo porterà a fondare il [[Partito Socialista Unitario#Partito Socialista Unitario (1949-1951)|PSUPartito Socialista Unitario]].
 
=== Primi passi ===
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=== Immediato dopoguerra ===
Al termine della [[II guerra mondiale]] ricoprì il ruolo di [[Ministro]] in quattro diversi governi, dal 5 giugno [[1945]] al 31 maggio [[1947]], prima che con le [[Elezioni politiche italiane del 1948|elezioni del 1948]] le sinistre andassero all'opposizione. Uscì dal PSI nel giugno [[1949]] e nel dicembre di quell'anno confluìaderì nelal nuovo [[Partito Socialista Unitario (1949)|Partito Socialista Unitario]].
 
Nonostante la molteplice e duratura attività ministeriale, è ricordato per essere stato il ministro dell'interno che gestì il [[Nascita della Repubblica Italiana#II referendum|referendum istituzionale]] sulla scelta fra monarchia e repubblica del 2 giugno [[1946]]. Fu grazie al suo operato che si optò per un referendum popolare che decidesse la forma dello stato anziché lasciare tale decisione all'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]]. Per le sue idee repubblicane e per l'attivismo pro-referendum fu coinvolto nelle polemiche alimentate dagli ambienti [[Partito Nazionale Monarchico|monarchici]] per presunti brogli a favore della repubblica<ref>vedi a biografia redatta a cura dell'ISRAL [http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/2%20giugno_costituenti_romita.htm Istituto Storia Resistenza Alessandria] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131030184826/http://www.isral.it/web/web/risorsedocumenti/2%20giugno_costituenti_romita.htm |data=30 ottobre 2013 }}</ref>. In particolare il fatto che i risultati del referendum fossero stati resi pubblici solo il 5 giugno, a tre giorni dalle consultazioni, fomentò tale sospetto. In realtà Giuseppe Romita si preoccupò di tutelare l'ordine pubblico perché i primi dati che giunsero dal sud Italia davano vincente la [[monarchia]], mentre in un secondo momento con l'arrivo dei dati dal nord le sorti si capovolsero. Il ministro temeva che l'alternarsi dei risultati riscaldasse il popolo già acceso e spaccato.<ref>Vedi intervista a [[Ugo Zatterin]] dalla {{collegamento interrotto|1=[http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=290 storia siamo noi] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Romita, fervente repubblicano, nei suoi diari scrisse del suo sconforto durante i primi momenti dello spoglio quando sembrava che la monarchia avesse vinto il referendum.<ref>Oltre ai diari di Romita, vedi scheda di approfondimento su [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=57 la storia siamo noi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071028113039/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=57 |data=28 ottobre 2007 }}</ref>
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Nel gennaio [[1947]] Romita fu colto in contropiede dalla scissione di Palazzo Barberini con cui la rappresentanza del PSI alla costituente quasi si dimezzò. Nacque il PSLI (successivamente PSDI). In seguito alla scissione Romita rientrò nella direzione nazionale del PSI e divenne il principale rappresentante degli autonomisti all'interno del partito, posizionandosi nella destra interna al PSI. Pur fortemente critici nei confronti del PCI, al congresso nazionale del PSI del 19 gennaio [[1948]] a Roma gli autonomisti evitarono lo scontro e votarono a favore del [[Fronte popolare]] in unione col PCI per le elezioni del 1948, ma mettendo ai voti una mozione per mantenere le liste separate. La mozione non passò, ma ottenne comunque il 32,7% dei voti dei delegati. La sconfitta elettorale del Fronte Popolare alle elezioni del 1948 costrinse il PSI ad un nuovo congresso ([[Genova]] 27 giugno 1948) dove gli autonomisti di Romita ottennero il 27%; risultato buono, vista la recente fuoriuscita dei saragattiani.
 
Gli autonomisti, e Romita, continuavano a dialogare sia con l'[[Unione dei Socialisti|UDS]] che con la sinistra del PSLI, con l'obbiettivo di unire i socialisti in un'ottica autonomistica. Per questi motivi, al congresso del PSI di [[Firenze]] dell'11 maggio [[1949]] si decise la sospensione di Romita dal partito per sei mesi. Ormai Romita non si riconosceva più nel PSI e si dedicò all'obbiettivo di riunire tutti i socialisti autonomisti sotto un'unica sigla. Così il 4 dicembre 1949 a Firenze nacque il [[Partito Socialista Unitario#Partito Socialista Unitario (1949-1951)|Partito Socialista Unitario]] (PSU), che riuniva, oltre agli autonomisti di Romita fuoriusciti dal PSI, l'UDS e le correnti di centro sinistra del PSLI.
 
L'opera unitaria di Romita non venne meno neanche con la nascita di questo terzo partito socialista. Infatti, nel secondo congresso del PSU a Torino a fine gennaio del [[1951]], Romita fece passare (con una stretta maggioranza) una mozione per il dialogo unitario con il PSLI. Nel simbolico 1º maggio 1951 si addivenne alla fusione fra PSU e PSLI. Il nuovo soggetto, che ridusse a due i partiti socialisti, prese in un primo momento il nome di [[Partito Socialista Democratico Italiano#Il centrismo|Partito Socialista Sezione Italiana dell'Internazionale Socialista]] (PS-SIIS). Al congresso di [[Bologna]] del 3 gennaio [[1952]] il PS-SIIS assunse la definitiva denominazione di [[Partito Socialista Democratico Italiano]] (PSDI) e Romita fu chiamato alla segreteria nazionale.