Telebiella: differenze tra le versioni

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'''Telebiella''' è un'[[emittente televisiva]], originariamente via cavo, creata nel [[1972]] da [[Giuseppe Sacchi (imprenditore)|Giuseppe Sacchi]] detto Peppo, ex [[regista]] della [[RAI]], in un ex convitto situato nel centro di [[Biella]]. L'emittente è stata riconosciuta come la prima [[televisione]] privata [[italia]]na a infrangere con un battaglia legale e mediatica il [[monopolio]] pubblico della [[RAI]],. ancheAssieme se la prima emittente privata fua [[Telediffusione Italiana Telenapoli]], fu una delle prime emitrenti private italiane a caraytere locale.<ref>{{cita web|url=http://www.storiaradiotv.it/TELEDIFFUSIONE%20ITALIANA%20-%20TELENAPOLI.htm|titolo=TeleNapoli|accesso)24 novembre 2017}}</ref>.
 
==Storia==
[[File:Giuseppe Sacchi.jpg|thumb|Sacchi, primo a destra, ad un convegno sulla televisione via cavo, [[1973]]]]
Venne fondata da Giuseppe Sacchi, il quale si avvalse sfruttadi una una [[lacuna (diritto)|lacuna]] del codice postale che,di risalendocui al [[Regio Decreto 27 febbraio 1936]], n. 645, non contemplacontemplava l'inesistenza della [[televisione via cavo]]. Telebiella viene registrata in tribunale il 20 aprile [[1971]] come "Giornale periodico a mezzo video".
 
Telebiella viene registrata in tribunale il 20 aprile [[1971]] come "Giornale periodico a mezzo video".
 
Il 6 aprile [[1972]] viene trasmesso un messaggio di presentazione di [[Ivana Ramella]], moglie di Giuseppe Sacchi. Telebiella era un'emittente fatta in casa: Sacchi, con un [[videoregistratore]] portatile, trasmetteva il proprio telegiornale quotidiano.
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Molti sono gli appassionati di emittenza tv che, letta sui giornali la vicenda, si recano personalmente a Biella. Tra questi c'è anche [[Renzo Villa]], fondatore di [[Telealtomilanese]] e [[Antennatre]].
 
[[File:Ramella Sandri.jpg|thumb|[[Ivana Ramella]] negli studi di Telebiella, [[anni 1970|anni settanta]]]]
 
LaTuttavia reazione della Rai el'emanazione del mondo politico non si fa attendereD. Il governo emana il [https://webP.archiveR.org/web/20070226102852/http://www.aeranti.it/altrepag/normativa/legisl_pubb_priv/decreto290373.htm DPR29 n.marzo 156 del 29/3/1973], iln. "Testo unico in materia di comunicazioni", che156 unifica tutti i mezzi di comunicazione a distanza in una sola categoria, rendendo così illegali le reti private. Poi, e con decreto 9 maggio [[1973]] il ministro delle Poste, [[Giovanni Gioia]], dispone la disattivazione dell'impianto di Sacchi, diffidandolo a procedere entro 10 giorni («decreto Gioia»).
 
La questione diventa di rilevanza politica nazionale perché il segretario del [[Partito Repubblicano Italiano|Partito repubblicano]], [[Ugo La Malfa]] protesta per essere stato tenuto all'oscuro del Dpr governativo e chiede le dimissioni del ministro Gioia. Non le ottiene e ritirò l'appoggio esterno al [[Governo Andreotti II|governo]] presieduto da [[Giulio Andreotti]], che si dimetterà a giugno. Nel frattempo, il ministero delle Poste ha atteso inutilmente il termine del 1º giugno; i titolari non ottemperano l'ordine, quindi viene eseguito il decreto: il cavo che collega l'emittente alla rete cittadina viene reciso.
Nel frattempo, il ministero delle Poste ha atteso inutilmente il termine del 1º giugno; i titolari non ottemperano l'ordine, quindi viene eseguito il decreto: il cavo che collega l'emittente alla rete cittadina viene reciso.
 
Telebiella avvia una coraggiosa battaglia legale: Sacchi si fa denunciare<ref>Per l'occasione, un suo amico si è incaricato di sporgere la denuncia.</ref> per violazione delle norme in materia postale (perché contravvengono al monopolio assegnato alla RAI). La sua vicenda va sui giornali nazionali: tutti gli organi d'informazione parlano di "Telebiella denunciata". Il caso viene ulteriormente ampliato quando il [[Pretore (ordinamenti moderni)|Pretore]], Giuliano Grizi, interrompe il procedimento nei confronti del Sacchi, e in qualità di ''giudice a quo'' solleva dubbio di incostitituzionalità alla [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte costituzionale]]<ref>Telebiella ha fatto ricorso anche alla [[Corte di giustizia delle Comunità europee|Corte di Giustizia Europea]], impugnando la legittimità del monopolio televisivo italiano. La sentenza è stata sfavorevole, ma ha influenzato grandemente l'iter del ricorso alla Corte costituzionale, che ha portato alla sentenza 226 del 1974.</ref>.
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*[https://www.videoastolfo.com/prima-di-berlusconi-la-storia-della-prima-tv-privata-italiana Prima di Berlusconi, la storia della prima tv privata italiana], 1998, 52', un documentario di Beppe Anderi e Filippo Loro, prodotto da VideoAstolfoSullaLuna
{{Reti TV Piemonte}}
 
{{Portale|Italia|Piemonte|televisione|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:Reti televisive del Piemonte]]
[[Categoria:Biella]]