Novecento (movimento artistico): differenze tra le versioni

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In [[Italia]] questo cambio di direzione venne riflesso ed incoraggiato da ''[[Valori plastici]]'', una [[rivista]] di critica artistica fondata nel [[1918]] a [[Roma]] sotto la direzione del pittore e collezionista [[Mario Broglio]], edita dal [[1918]] al [[1922]], e nata per la diffusione delle idee estetiche della pittura [[metafisica]] e delle correnti d'[[avanguardia]] [[Europa|europea]].<ref>P. Fossati, ''La pittura metafisica'', [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] ([[Torino]], 1972)</ref> Il termine "ritorno all'ordine" atto a descrivere il rinnovato interesse per la tradizione, si afferma derivasse da ''Le rappel a l'ordre'', un libro di saggi del poeta e artista [[Jean Cocteau]] pubblicato nel [[1926]].
 
[[Margherita Sarfatti]], critica d'arte e intellettuale [[Ebraismo in Italia|italiana di origine ebraica]], riuniva gli artisti del gruppo originario nella sua casa-studio di corso Venezia a Milano. Sarfatti intuì l'importanza anchee politicala dinovità taledel movimento e, in diretto contatto con [[Mussolini]], organizzò una serie di mostre sotto il nome di "Novecento italiano".<ref>R. De Fusco, ''Storia dell'arte contemporanea'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]] ([[Bari]], [[1983]])</ref>
 
Dopo un primo esordio nel [[1923]] nella [[galleria Pesaro]] di Milano, gli artisti si presentarono assieme nel [[1924]] alla [[Biennale di Venezia]] con la denominazione di "Sei artisti del Novecento" (dei sette fondatori mancava Oppi che, avendo ottenuto una propria sala, non volle aderire alla collettiva), ed esposero opere come ''L'allieva'', ''Paesaggio urbano'' (Sironi), ''[[Amore: discorso primo]]'' (Dudreville), ''I pittori'' (Bucci).