Taoismo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichetta: Editor wikitesto 2017
Gianreali (discussione | contributi)
Riga 78:
== Chi è daoista? L'ortodossia ==
<!-- Si premette che in questa trattazione verrà per lo più esplicata la via religiosa del dao, ovvero i punti a ed e del paragrafo precedente.<br />-->
Addentrandosi nel problema, sorge spontaneo chiedersi se si possa stabilire una "ortodossia" nel daoismo (per alcuni accenni a una possibile "ortodossia", vedi anche [[#Inquadramento generale|inquadramento generale]]). La risposta è, a grandi linee, negativa.; Possiamo trovareseguito due delle tante possibili esplicazioni:
# l'incipitesordio del [[Daodejing]] (presente nell'incipit di questa voce)
# la seguente descrizione di [[Stephen Bokenkamp]]:
{{citazione|Il termine "daoismo" è usato nei testi che trattano la Cina per coprire un'ampia varietà di fenomeni, dalla classificazione bibliografica di testi filosofici - che includono [[Zhuāngzǐ]], [[Laozi]] ed altri lavori - a vaghi modi di sentire: l'amore per la natura, la ricerca della libertà personale, la concomitante antipatia per l'ordine sociale ispirato dal confucianesimo, una antipatia scambiata e condivisa, nel corso della storia della Cina, da un numero di ex funzionari eremiti e delusi. In quest'ottica il daoismo ed il [[confucianesimo]] devono essere visti come i poli [[yin]] e [[yang]] del pensiero cinese. Praticamente ogni figura della storia della società cinese, che non possa essere identificato come confuciano, è adatto ad essere considerato daoista. Questi ultimi comprendono quindi guaritori, mistici, terapeuti-intellettuali, sciamani, alchimisti, ricercatori dell'immortalità, figure provenienti dalla religione popolare che riuscivano a trovare menzione nelle storie dinastiche, ed anche i pochi confuciani che, alla fine delle loro vite, si allontanavano dalla società e trovavano conforto in uno dei lavori filosofici, classificati dal punto di vista bibliografico come daoisti, od anche nella religione daoista stessa.|Stephen R. Bokenkamp, ''Early Daoist Scriptures''<ref name="Bookenkamp 1997 p. 10">{{Cita|Bokenkamp 1997|p. 10}}.</ref>|The term "Daoism" is used in writings on China to cover a wide variety of phenomena, from a bibliographic classification of philosophical texts—including the Zhuangzi, the Laozi, and other works—to vaguely defined attitudes: the love of nature, the pursuit of personal freedom, and a concomitant antipathy toward the Confucian-inspired social order, an antipathy shared by a number of recluses and disillusioned former officials throughout the course of Chinese history. In this way, Daoism and Confucianism have come to be seen as the yin and yang poles of Chinese thought. Nearly every figure in the history of Chinese society who cannot be readily identified as Confucian is apt to be portrayed as a Daoist. Those so identified include a disparate collection of practitioners, mystics, and thinkers—healers, shamans, alchemists, seekers of immortality, figures from popular religion who managed to find mention in the dynastic histories, and even a few Confucians who, toward the end of their lives, withdrew from society and found solace in one or another of the philosophical works bibliographically classed as Daoist, or even in the Daoist religion itself.|lingua=en}}