Enrico VI, parte III: differenze tra le versioni
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Intanto, l'ennesima battaglia viene rappresentata a tinte fosche sulla scena. Enrico VI ne attende fatalisticamente l'esito: "''Questa battaglia è come la guerra del mattino quando le nubi morenti contendono con la luce che cresce, e il pastore soffiandosi sulle dita intirizzite non sa se sia giorno o notte. Ora la vittoria inclina da questa parte, come un mare possente forzato dalla marea a combattere col vento; ora inclina dall'altra parte, come quello stesso mare che la furia del vento forzi a ritirarsi; talora la vince il vento e talora la marea; ora l'uno è più forte ora l'altra fortissima: lottano entrambi per la vittoria corpo a corpo, e nessuno è vincitore o vinto: così ugualmente bilanciata è questa terribile battaglia. Mi siederò qui su questa tana di talpa: conceda Dio la vittoria a chi vuole! (…) O volesse Dio farmi morire! Poiché, che vi è in questo mondo se non dolori e guai? O Dio! Che vita felice se fossi un semplice campagnuolo!''"<ref>Atto II, scena 5.</ref>. La battaglia è sempre più cruenta e il suo orrore cresce inesorabilmente secondo una logica perversa che travalica le stesse intenzioni degli uomini. Da opposti schieramenti, si avanzano sulla scena padri che si rendono conto di aver ucciso il figlio, e figli che si avvedono di aver ucciso il padre.
Finalmente, il pendolo della fortuna si sposta nuovamente dalla parte di York. Edoardo torna a Londra a prendersi il titolo di re per cui si è tanto combattuto versando fiumi di sangue ma la sua indole buontempona e godereccia lo induce ad usare il suo potere non per occuparsi primariamente degli affari di stato e degli interessi politici del suo regno bensì per cercare di costringere un'avvenente vedova, Lady Grey, a diventare la sua amante. Ma Lady Grey resiste alla impacciate avances del re (definito da lei "''il più goffo corteggiatore della Cristianità''"<ref name="Atto III, scena 2">Atto III, scena 2.</ref>) e questi finisce, contro ogni logica politica e dinastica, col chiederle addirittura di sposarlo. Suo fratello Riccardo assiste a questa miserevole tresca e la collera di [[Caino]], origine di tutto, torna
In questa situazione ancora fluida e non assestata, una leggerezza di [[Edoardo IV d'Inghilterra|re Edoardo]] fa di nuovo precipitare la situazione. Infatti, mentre Warwick si trova in [[Francia]] per chiedere al [[Luigi XI|re Luigi]] il consenso al [[matrimonio]] fra Edoardo stesso e madama Bona, la sorella del re, giunge notizia che intanto proprio Edoardo, sconfessando di fatto l'operato del suo plenipotenziario e il suo disegno politico di alleanza con la Francia, ha sposato Lady Grey, "''spinto alle nozze dall'appetito e non dall'onore né dal desiderio di rafforzare e garantire il nostro paese''"<ref>Atto III, scena 3.</ref>. Questa azione di Edoardo offende profondamente Warwick e ne determina il passaggio al campo dei sostenitori dello spodestato Enrico. Ma anche nell'entourage di Edoardo c'è malcontento e preoccupazione per questa sua scelta non meditata.
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