Lucia Mondella: differenze tra le versioni

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Innamorata e promessa al buon Renzo, dovrà però affrontare un'infelice impresa per sfuggire alle pericolose attenzioni che il nobilotto prepotente del paese, [[don Rodrigo]], nutre nei suoi confronti. Lucia rappresenta la forma più pura e sincera di religiosità, ella affronterà ogni avvenimento con una costante fiducia nella "divina provvidenza" e saprà consolare, a volte anche indirettamente, l'animo impetuoso di Renzo. "Il Signore c'è anche per i poveri; e come volete che ci aiuti se facciamo del male?".
 
Esistono in lei sentimento religioso e sentimento amoroso e vive il dramma della coscienza tra imperativo della legge morale e la sua concreta applicazione. L'amore di Lucia non vive attraverso dichiarazioni o effusioni ma affidato ad un'intimità gelosa, confinato in una zona di pudore che lo rende profondamente suggestivo e intensamente originale. In lei, la fede ha creato una sensibilità più alta ed una superiore gentilezza di affetti: ella è creatura che non sembra di questa terra, e pur rimane una contadina, con il suo modo di sentire semplice e quadrato, ben circoscritto in una precisa determinazione di tempo e di luoghi e di educazione. Spinta da un grande rispetto nei confronti del fidanzato e della madre Agnese, la giovane accetterà di prestarsi - seppur malvolentieri - al [[matrimonio a sorpresa|piano ordito]], ma non riuscito, del "matrimonio a sorpresa" che caratterizzerà la famosa «[[I promessi sposi#La notte degl'imbrogli e de' sotterfugi|notte degl'imbrogli]]», momento di grande tensione nel romanzo, trattato da Manzoni anche con un forte tono ironico.
 
Spinta da un grande rispetto nei confronti del fidanzato e della madre Agnese, la giovane accetterà di prestarsi - seppur malvolentieri - al [[matrimonio a sorpresa|piano ordito]], ma non riuscito, del "matrimonio a sorpresa" che caratterizzerà la famosa «[[I promessi sposi#La notte degl'imbrogli e de' sotterfugi|notte degl'imbrogli]]», momento di grande tensione nel romanzo, trattato da Manzoni anche con un forte tono ironico.
 
Ma Lucia saprà anche adoperare delle piccole astuzie, favorendo spesso alcuni momenti del romanzo: ad esempio fornirà una gran quantità di noci a fra Galdino in cambio della sua solerzia nel chiamare [[padre Cristoforo]]; è inoltre importante il suo ruolo nel dialogo con la [[monaca di Monza]] la quale, prendendola in simpatia, le offrirà la propria protezione. Ma fondamentale sarà l'atteggiamento della protagonista nel momento in cui l'[[Innominato]] sarà più propenso ad ascoltare la sua coscienza; Lucia saprà trovare le parole necessarie per ammorbidire il cuore di quell'uomo ormai già pentito. Nel colloquio nel castello dell'Innominato dimostra come la vittima, nell'atto stesso di arrendersi disarmata, afferma la sua sicurezza e vigoria spirituale, "disarmando" a sua volta il truce Innominato.