Sassuolo: differenze tra le versioni
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=== L'8 Settembre, la Resistenza, la Liberazione ===
Dopo la caduta del fascismo il 25 luglio 1943, anche a Sassuolo il pluralismo dei partiti si ricostituì, uscendo dalla clandestinità <ref>{{Cita libro|autore=Francesco Genitoni|titolo=Soldati per contro nostro|anno=2013|editore=Incontri editrice|città=Sassuolo|pp=106-110}}</ref> .
In seguito all’annuncio di Badoglio dell’avvenuto armistizio l’8 settembre 1943,
Nell’immediatezza dell’evento si sviluppò in città una forma di resistenza disarmata da parte della popolazione di Sassuolo che nascose, rifocillò e rivestì di abiti civili i cadetti e soldati sbandati italiani e in seguito i prigionieri di guerra inglesi e russi fuggiti dai campi di prigionia, oltre agli ebrei in fuga<ref>''Ivi'', pp.109-110</ref>. Furono inoltre subito raccolte e inviate in montagna le armi abbandonate<ref>''Ivi'', p.121</ref>.
Per iniziativa del comunista Ottavio Tassi era nato un Comitato di Liberazione Nazionale formato da tutte le forze politiche democratiche sassolesi e la resistenza assunse infine una forma anche armata: il 7 novembre 1943, uno dei primi in Italia e nella Provincia di Modena, saliva nella montagna dell’Appennino modenese e reggiano il gruppo sassolese autonomo guidato da Giovanni Rossi, coadiuvato da Giuseppe Barbolini e dal tenente salernitano Ugo Stanzione<ref>''Ivi'', pp.120-130</ref>. Intanto l’apporto dei cittadini, ed in particolare delle donne sassolesi, operanti nelle SAP, per i rifornimenti e gli aiuti a chi combatteva diveniva costante<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Ottavio Tassi|autore2=|autore3=|titolo=Memorie|rivista=Archivio dell’ Istituto per la Storia della Resistenza e della società contemporanea di Modena. Dattiloscritto, dove si riporta un elenco delle donne sassolesi che contribuirono alla lotta di Resistenza. Non si deve dimenticare fra esse Norma Barbolini, prima staffetta poi partigiana comandante della formazione sassolese quando il fratello Giuseppe fu ferito nel corso del combattimento di Cerrè Sologno}}</ref>
Dopo venti lunghi mesi di guerra e di dura occupazione militare Sassuolo fu liberata nella sua parte meridionale già alle ore 16,30 del 22 aprile 1945, dopo aver portato alla resa i tedeschi nel combattimento di Villa Segré, e nella prime ore del mattino del 23 aprile in altri punti della città<ref>{{Cita libro|autore=Francesco Genitoni|titolo=Soldati per conto nostro|anno=2013|editore=Incontri Editrice|città= Sassuolo}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Comune di Sassuolo|autore2=|autore3=|anno=1972|titolo=Proposta di concessione di medaglia d’argento al V.M. al Comune di Sassuolo|rivista=|volume=Archivio storico Comune di Sassuolo, b. 22/1972|numero=Cat 6 e 7, Cat. 6 Cl. 5 Fasc. 1. All’interno, nell’opuscolo a stampa Comune di Sassuolo, Proposta del Consiglio Comunale di decorare al Valore Militare il Comune di Sassuolo per il contributo dato alla guerra di liberazione. Atti del Consiglio Comunale adottati nella seduta del 23 dicembre 1970, s.l., s.d., p.11: «Alle ore 16 del 22 aprile cessava la resistenza nemica».}}</ref>.
Indagini dirette in prima battuta dalla procura di Modena con il sostituto procuratore Andrea Claudiani, poi dalla Procura Militare di La Spezia, cui hanno collaborato i Carabinieri di Sassuolo, sulla base dei referti di un ente nazionale di ricerca, dell’Istituto di Medicina Legale di Modena, diretto dal professor De Fazio, di un geologo e di un perito balistico, hanno appurato che tutti i campioni di resti umani, tra i quali resti di bambini, La Città di Sassuolo è stata insignita della “Croce di guerra al Valor Militare al Gonfalone”<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Comune di Sassuolo|autore2=|autore3=|titolo=Proposta di concessione di medaglia d’argento al V.M. al Comune di Sassuolo|rivista=Archivio storico Comune di Sassuolo|editore=Comune di Sassuolo. Proposta del Consiglio Comunale di decorare al Valore Militare il Comune di Sassuolo per il contributo dato alla guerra di liberazione. Atti del Consiglio Comunale adottati nella seduta del 23 dicembre 1970, s.l., s.d.. L’ onorificenza è stata concessa con Decreto Presidenziale 13 ottobre 1984.}}</ref>.
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