Industria 4.0: differenze tra le versioni

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I risultati ottenuti dalla Germania a livello produttivo hanno portato molti altri paesi a perseguire questa politica; per questo sono stati svolti numerosi studi fino ad ora: tra i più conosciuti, quelli di [[McKinsey & Company|McKinsey]]<ref>{{Cita web|url=https://www.mckinsey.it/|titolo=McKinsey & Company|sito=McKinsey & Company|accesso=15 dicembre 2016}}</ref>, [[Boston Consulting Group|Boston Consulting]] e [[Osservatori Digital Innovation|Osservatori del Politecnico di Milano]]<ref>{{Cita web|url=https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/industria-4.0|titolo=Osservatorio Industria 4.0|sito=https://www.osservatori.net/it_it/osservatori/industria-4.0|accesso=15 dicembre 2016}}</ref>. Questi studi hanno definito gli effetti delle nuove strategie ("Quarta rivoluzione industriale") sul contesto sociale ed economico.
 
Dalla ricerca ''The Future of the Jobs''<ref>{{Cita news|url=http://reports.weforum.org/future-of-jobs-2016/|titolo=The Future of Jobs|pubblicazione=The Future of Jobs|lingua=en|accesso=15 dicembre 2016}}</ref> presentata al [[Forum economico mondiale|World Economic Forum]] è emerso che, nei prossimi anni, fattori tecnologici e demografici influenzeranno profondamente l’evoluzione del lavoro. Alcuni, come laLa tecnologia del [[Cloud computing|cloud]] e la flessibilizzazione del lavoro, hanno iniziato ad influenzare le dinamiche già a partire dal 2016. Secondo lo studio l'effetto sarà la creazione di 2 milioni di nuovi posti di lavoro, ma contemporaneamente ne spariranno 7, con un saldo netto negativo di oltre 5 milioni di posti di lavoro. L'Italia ne uscirà con un pareggio (200&nbsp;000 posti creati e altrettanti persi), meglio di altri Paesi come Francia e Germania. A livello di gruppi professionali, le perdite si concentreranno nelle aree amministrative e della produzione: rispettivamente 4,8 e 1,6 milioni di posti distrutti. Secondo la ricerca compenseranno parzialmente queste perdite l’area finanziaria, il management, l’informatica e l’ingegneria. Cambiano di conseguenza le competenze e abilità ricercate: nel 2020 il ''[[problem solving]]'' rimarrà la competenza non specifica più ricercata, e parallelamente, diventeranno più importanti il [[pensiero critico]] e la [[creatività]].
 
Il [[Governo Renzi]], seguendo l'esempio di Stati Uniti, Inghilterra, Germania e Giappone, ha posto in essere una serie di misure<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=http://www.cyberlaws.it/industria-4-0/|titolo=Industria 4.0 & Startup - CyberLaws|pubblicazione=CyberLaws|accesso=2017-11-05}}</ref> per incentivare gli investimenti funzionali alla trasformazione tecnologica. Il progetto, che ha stimato di generare una spesa tra gli 80 e i 90 miliardi di euro, ha preso il nome di "Impresa 4.0" ed è stato presentato per la prima volta in Italia nel 2016 dal Ministro dello Sviluppo Economico [[Carlo Calenda]] <ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/economia/industria_4_0_calenda_ministero_sviluppo-2168860/news/2017-09-20/|titolo=Ecco i risultati del piano Industria 4.0 (che cambia nome). Calenda: "Adesso fase due"|autore=AGI - Agenzia Giornalistica Italia|sito=Agi|lingua=it|accesso=2017-11-05}}</ref>.