U+I: differenze tra le versioni

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note e dettagli
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[[File:La liceale nella classe dei ripetenti.jpeg|upright=1.4|thumb|left|[[Gloria Guida]] in un fotogramma del film ''[[La liceale nella classe dei ripetenti]]'' ([[1978]]) mentre utilizza il telefono pubblico U+I.]]
 
La struttura esterna dell'apparecchio standard, a parallelepipedo, era in metallo zincato - con colori che variavano dal grigio dei primi modelli, ad un colore più giallastro o verde, comunque legato anche al lotto ed all'azienda produttrice. Il disco combinatore con i numeri - posizionato nella parte frontale alta, al centro - contenitore era simile a quello dei telefoni casalinghi bigrigio dell'epoca, e, nel cerchio interno, a destra, riportava, nei primi modelli, il nome SIP all'interno di un piccolo cerchio, sostituito successivamentecomposto da quellouna deicassa fornitori,scatolata o(che eliminatoospitava inle casopiastre died apparecchii revisionati. Alla sinistra del disco si trovava la finestrella con l'indicatore di servizio del telefono (verde/rosso con dicitura di fuori serviziocomponenti). Sopra - osaldata al latomuro destroattraverso -una delpiastra, disco (in base all'azienda produttrice)mentre il luogofrontale (feritoiaera ocomposto cornice)di perdue lasportelli targhetta con il numero telefonico dell'apparecchioseparati, che erapotevano abilitatoessere ancheaperti ae riceveresfilati chiamatedai tecnici. Ancora a fianco, le feritoie per la suoneria del campanello.
 
SulSulla cassa, il lato superiore del telefono era posizionataospitava, in rilievo, la fessura per l'introduzione guidata dei gettoni o delle monete; sul fianco sinistro si trovava, agganciata ad un meccanismo a molla, la "cornetta" di plastica, simile a quella del modello [[Siemens S62]]. Sempre a sinistra, in alto la serratura per aprire lo sportello superiore ed accedere ai circuiti, ed in basso quella per aprire lo sportello inferiore ed estrarre la cassetta con i gettoni ingoiati dal telefono.
 
Lo sportello superiore ospitava la maggior parte dei comandi utili all' utente. In alto al centro vi era il disco combinatore con i numeri - posizionato nella parte frontale alta, al centro - simile a quello dei telefoni casalinghi bigrigio dell'epoca, che, nel suo cerchio interno, a destra, riportava, nei primi modelli, il nome SIP all'interno di un piccolo cerchio, sostituito successivamente da quello dei fornitori, o eliminato in caso di apparecchi revisionati. Alla sinistra del disco si trovava la finestrella con l'indicatore di servizio del telefono (verde/rosso con dicitura di fuori servizio). Sopra - o al lato destro - del disco (in base all'azienda produttrice), il luogo (feritoia o cornice) per la targhetta con il numero telefonico dell'apparecchio, che era abilitato anche a ricevere chiamate. Ancora a fianco, le feritoie per la suoneria del campanello.
Più in basso, sul frontale, sempre al centro, era presente una targa in metallo su cui erano dettagliate le indicazioni riguardanti le tariffe delle telefonate e le informazioni specifiche per l'uso. La targa era divisa in tre pari , era di due tipi: in lingua interamente italiana con spiegazioni, in caratteri gialli, per chiamate urbane (nel riquadro blu) o in caratteri blu per le chiamate interurbane (nel lato giallo), oppure in lingua italiana e straniera; la versione veniva scelta, e sostituita, in base all'utenza ed al pubblico che si pensava il telefono potesse avere.
 
Più in basso, sul frontale dello sportello superiore, era presente una targa in metallo su cui erano dettagliate le indicazioni riguardanti le tariffe delle telefonate e le informazioni specifiche per l'uso. La targa era divisa in tre parti: la sezione bassa, orizzontale, aveva le indicazioni per la restituzione dei gettoni inutilizzati in colore nero su sfondo grigio; ospitava, sulla destra, il pulsante rosso per tale restituzione e - nella sinistra - la finestrella per leggere il contascatti generale. Superiormente, la targa era divisa in due più grandi riquadri verticali affiancati, rispettivamente a sfondo blu con scritte gialle (a sinistra) e a sfondo giallo con scritte blu (a destra). Le serigrafie di questi due riquadri erano di due tipi: in una versione della targa - in lingua interamente italiana - a sinistra vi erano le istruzioni per le chiamate urbane. E' in questo spazio che era - eventualmente - inserito il pulsante giallo per le chiamate urbane; procedura che richiedeva la presenza di una terza tipologia di targhetta, con indicazioni ad hoc. Nel riquadro destro, invece, si trovavano indicate le procedure per le chiamate interurbane. Nell'altra versione della targa, i due riquadri superiori cambiavano di contenuto: a sinistra vi erano tutte le istruzioni (per le chiamate urbane e interurbane) in lingua italiana, ed a destra le medesime istruzioni in diverse lingue straniere (inglese, francese, tedesco). La versione veniva scelta, e sostituita, in base all'utenza ed al pubblico che si pensava il telefono potesse avere (un bar di un paese piuttosto che un aeroporto internazionale).
Nella parte frontale inferiore il telefono presentava un bocchettone - protetto da una finestrella semitrasparente - dedicato al recupero degli eventuali gettoni residui, nel caso la conversazione non avesse consumato l'intero ammontare inserito inizialmente. La restituzione delle monete o dei gettoni non avveniva però automaticamente; presumendo che l'utilizzatore potesse voler effettuare altre chiamate, senza perdere il credito del gettone ancora "in macchina", per dimostrare di aver terminato l'utilizzo del telefono, occorreva premere un tasto rotondo - di colore rosso - posto alla destra dell'apparecchio, nella parte bassa della targa, dove erano riportare istruzioni ad hoc. Per quanto riguarda l'esterno, infine, nella parte sinistra e bassa della targa si poteva leggere il numero di scatti effettuati in totale, dall'apparecchio.
 
NellaLo parte frontalesportello inferiore ildel telefonofrontale presentava un bocchettone - con una cornice, e protetto da una finestrella semitrasparente incardinata in alto - dedicatoper accedere al recupero degli eventuali gettoni residui, nel caso la conversazione non avesse consumato l'intero ammontare inserito inizialmente. La restituzione delle monete o dei gettoni non avveniva però automaticamente; presumendo che l'utilizzatore potesse voler effettuare altre chiamate, senza perdere il credito del gettone ancora "in macchina", per dimostrarecomunicare alla centrale di aver definitamente terminato l'utilizzo del telefono, occorreva premere unil tasto rotondo - di colore rosso - posto alla destra dell'apparecchio, nella parte bassa della targa, dove erano riportare istruzioni ad hoc. Per quanto riguarda l'esterno, infine, nella parte sinistra e bassa della targa si poteva leggere il numero di scatti effettuati in totale, dall'apparecchio.
L'interno dell'apparecchio era formato da una serie di meccanismi elettromeccanici, e circuiti elettrici, volti a stabilire la conversazione, a incanalare e contare i gettoni, e a effettuare le funzioni telefoniche vere e proprie. Per il collegamento con la centrale, che avveniva al sollevamento della cornetta, era stata posizionata una ampolla con del mercurio che chiudeva il contatto, generando per l'ascoltatore un segnale intermittente lento.
 
L'interno dell'apparecchio era formato da una serie di meccanismi elettromeccanici, e circuiti elettrici, volti a stabilire la conversazione, a incanalare e contare i gettoni, e a effettuare le funzioni telefoniche vere e proprie. Per il collegamento con la centrale, che avveniva al sollevamento della cornetta, era stata posizionata una ampolla con del mercurio che chiudeva il contatto, generando per l'ascoltatore un segnale intermittente lento (il "segnale di libero").
Il telefono era dotato di un meccanismo intelligente che informava sia l'utenza sia i tecnici dell'impossibilità di funzionare vuoi per problemi tecnici (anche se i passaggi di controllo dei tecnici della SIP erano sempre necessari) che - in maniera routinaria e ricorrente - a causa della cassetta raccoglitrice piena, e da svuotare; in caso di fuori servizio la finestrella di servizio passava dal colore verde al rosso, impedendo così l'inserimento a perdere di gettoni.
 
Il telefono era dotato di un meccanismo intelligente che informava sia l'utenza sia i tecnici dell'impossibilità di funzionare vuoi per problemi tecnici (anche se i passaggi di controllo dei tecnici della SIP erano sempre necessari) che - in maniera routinaria e ricorrente - a causa della cassetta raccoglitrice piena, e da svuotare; in caso di fuori servizio la finestrella di servizio passava dal colore verde al rosso, impedendo così l'inserimento a perdere di gettoni.
 
L'apertura - con chiave - dello sportello superiore per eventuali riparazioni, permetteva di accedere ad una prima piastra - che ospitava, su entrambi i lati - la maggior parte dei circuiti e dei meccanismi. Tale piastra, incardinata a destra, poteva ugualmente essere girata (e smontata) per accedere alla sua parte posteriore nonchè al fondo del telefono, che ospitava altri circuiti, la suoneria, e le connessioni verso l'esterno.
 
L'accesso alla gettoniera avveniva invece aprendo (ed eventualmente sfilando) lo sportello inferiore, agendo su una serratura posta in basso a destra.In alcuni esemplari per cui era previsto un uso intenso, era stata creata una modifica per cui i gettoni cadevano in una scatola blindata posta sotto al telefono, con capienza maggiore. Gli esemplari pensati per l'impiego non custodito (quindi in piena strada) venivano corazzati con un ulteriore strato di metallo a proteggere internamente cassa e sportelli.
 
=== Evoluzione ===
Sebbene non si possa parlare di diverse ''"versioni''" del telefono - che mantenne invece una buona continuità di prodotto - proprio a causa della lunghissima esistenza, e dell'assemblaggio da parte di diverse aziende, alcuni aggiornamenti e peculiarità sono state operate, soprattutto nel corso degli anni settanta e deidella prima metà primissimidegli anni ottanta. Alcune di queste "evoluzioni" furono legate a motivi di praticità e di costi : la sostituzione dei discodischi combinatori in posizione inizialmente inclinata verso l'alto, con un disco parallelo alla scocca, e quindi frontale all'utilizzatore, nelle dimensioni maggiori che la nuova angolazione permetteva; la sostituzione delladelle cassettacassette raccoglitriceraccoglitrici in metallo dei gettoni utilizzati e di quelli da restituire con unaversioni in plastica; la sostituzione, sulla plastica della finestrella che permetteva l'accesso della mano al restitutore delle monete non utilizzate, della piccola dicitura "''restituzione gettoni''" con la scritta - più grande e meglio leggibile - "''gettoni''" . Altre differenze, come la cornice della finestrella della restituzione gettoni in plastica o lamierino, il colore della scocca, o il posizionamento della targhetta con il numero di telefono, dipendevano dai componenti utilizzati, nel corso degli anni, dalle diverse aziende che producevano e assemblavano l'apparecchio su licenza. La versione iniziale del telefono, il suo produttore - e lo schema della sua circuiteria - erano riprodotti in un adesivo di medio formato, incollato all'interno dello sportello frontale, apribile, che ospitava il disco combinatore. In caso di riparazioni o sostituzioni, tale foglio era sostituito o, più spesso, sovraincollato.
 
Lo U+I subì alcuni aggiornamenti sulle schede, volti a eliminare problematiche e indispensabili ad adeguarlo alle nuovi centrali; tali aggiornamenti - operati tramite interveniti di richiamo anche sugli esemplari già in esercizio - furono attuati soprattutto utilizzando componentistica e piastre prodotte dalla C.I.V.E. s.p.a., azienda dedicata, negli anni 80, anche al ricondizionamento integrale dei telefoni smontati e portati nelle officine di riparazione. Oltre agli aggiornamenti ordinari, complice la presenza di ricambi e componenti con identica funzione prodotti da diversi fornitori, nel corso degli anni, i vari U+I in servizio sono stati assemblati o hanno subito riparazioni e sostituzioni operate dai tecnici - sia tramite spedizione dell'intero telefono ai laboratori che, ove possibile, tramite riparazioni sul posto, - con il materiale disponibile, spesso eterogeneo. Negli ultimi anni - complice la mancanza di nuovi ricambi - si adattava quel che restava a magazzino, smontandolo anche da apparecchi dismessi, nell'attesa del rimpiazzamentorimpiazzo con i nuovi telefoni Rotor. È quindi normale assistere ad apparecchi che "raccolgono" al loro interno ed esterno, aggiornamenti e riparazioni con pezzi elettronici, meccanici, estetici di diversi produttori o marchiati in diverse epoche, anche precedenti a quella di produzione del telefono stesso. In caso di sostituzione dell'intero sportello con un ricambio usato, ad esempio, lo stesso riferimento alla circuiteria corretta non è più affidabile. SonoSiamo glioramai oltre la metà degli anni ottanta, la domanda di telefonia si è trasformata in domanda di telecomunicazione, e lo U+I si appresta a lasciare libero il campo ai suoi successori.
 
== La sostituzione con i G+M e ''Rotor'' ==
Al modo con cui il vecchio telefono a singolo gettone rimase in servizio, soprattutto nei luoghi dove il suo uso era meno intenso e quindi meno redditizio investire in una sua sostituzione, anche fino ai primissimi anni ottanta, anche il modello U+I, seppure non più sottoposto - fin da tale decennio - a ulteriori miglioramenti progettuali, rimase in uso molto a lungo. Gli ultimi esemplari, ubicati in zone minori, vennero sfruttati e riparati fino alla fine con i ricambi disponibili, per poi essere rimpiazzati direttamente dalle versioni avanzate dei rotor, negli anni novanta inoltrati.
 
In generale, il pensionamento degli U+I avvenne dopo un affiancamento con il suo immediato successore; il modello [[G+M]], che accettava sia i gettoni - vicini anch' essi alla loro dismissione - che alcuni tagli di monete, e su cui si tentarono i primi innesti di lettore di [[Scheda telefonica|schede telefoniche]] prepagate o di carte di credito, in modo da limitare gli episodi di scassinamento delle casseforti che, oltre al danno netto, creavano notevoli perdite aggiuntive ed indirettiindirette, in termini di apparecchi distrutti e giorni di non funzionamento di determinate postazioni.
 
In realtà, la possibilità e la diffusione delle schede telefoniche era il segnale di un cambiamento nelle modalità di utilizzo del telefono pubblico: l'impiego diretto delle monete - che evitava la ricerca dei gettoni - il vantaggio per i telefoni a pulsanti di utilizzare funzioni aggiuntive ad impulso, tutte novità sconosciute alla obsoleta tecnologia a disco, accelerarono i cambiamenti legati alle trasformazioni societarie che portarono la [[SIP - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico|SIP]] a perdere la propria posizione monopolistica nel mercato delle comunicazioni, divenendo [[Telecom Italia]]. Il mercato delle telecomunicazioni, il nuovo settore della tecnologia mobile, in vistadecollato negli anni ottanta, con i suoi nuovi player, portò - negli anni novanta - alla definitiva uscita di scena dellodegli U+I e dei G+M, ed alla conquista definitiva del mercato da parte del nuovo [[Rotor (telefono)|Rotor]] che, con le sue funzioni aggiuntive (seppur poi soppiantate da mezzi maggiormente adeguati, erano quelle di invio di fax, messaggi, interfaccia con la telefonia mobile, utilizzo anche da parte di soggetti con disabilità) era inteso quale ripensamento necessario alla nuova domanda di telecomunicazione. Di fatto, nei primi anni novanta, ogni esemplare residuo di U+I -fu osostituito G+Min -maniera definitiva. Se aveva funzione di telefono pubblico, il suo posto fu sostituitopreso dai Rotor, Nel caso l' U+I fosse posizionato ed utilizzato come telefono per chiamate pubbliche (come in hotel, ristoranti, o altri luoghi) gli furono invece preferiti apparecchi più piccoli e maneggevoli (come il ''Tuo'', o altri apparecchi a scheda autonomamente attivabili dall'utente, da affiancare o in definitiva sostituzione di quelli a scatti).
 
== Note ==