Rotor (telefono): differenze tra le versioni

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note (fonti) e versioni. Disegno, in linea con quanto pagina su U+I ed altri.
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Fonti e sistematizzazione
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== Storia ==
Il telefono Rotor, la cui linea venne partorita dalla penna di [[Rodolfo Bonetto]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2019/02/03/cabine-telefoniche/|titolo=Le cabine telefoniche sono tra noi|sito=Il Post|data=2019-02-03|lingua=it-IT|accesso=2020-08-31}}</ref>, fu ideato enella prodotto nellaseconda metà degli anni ottanta dall'azienda napoletana I.P.M. (''Industria Politecnica Meridionale'') GROUPsu S.P.A. per conto dell'allora Entespecifiche della Telefonia Pubblica S.I.P. (ex [[SIP - Società idroelettricaItaliana piemontese|Societàper Idroelettrical'Esercizio PiemonteseTelefonico|SIP]]). DopoCome cheavveniva ilin progettobase fuagli realizzatoaccordi dell'epoca, la S.I.P. decretò che i telefoni pubblicisarebbero potevanostati esserepoi prodotti dalla- IPMed soloaggiornati in- parte,sia facendodalla produrreIPM gliche apparecchi rimanenti dal suodall'altro fornitore storicodella SIP, la torinese [[Urmet|URMET]].<ref>{{Cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Storia delle telecomunicazioni, Volume 1|anno=2011|editore=Florence University Press}}</ref> Negli anni novanta, la produzione di alcune parti interne fu delegata alla anche ad altre aziende, fra le quali la fiorentina ''Sime Telefonia''.
[[File:TP_rotor.jpg|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:TP_rotor.jpg|sinistra|miniatura|Altra immagine del telefono Rotor: questo modello è invece abilitato per l'uso di schede e contanti.]]
ConSeguendo i cambiamenti nell' uso del telefono pubblicoe della comunicazione nella società italiana, lo sviluppo dell'elettronica e deglil'uso scambidelle linee telefoniche anche per lo scambio dati, enonchè la diffusione di mezzi di pagamento prepagati (carte telefoniche) e carte di credito) la SIP, nel 1987, svelò - per la telefonia pubblica - un piano che prevedeva la sostituzione di tutti i vecchi U+I e(nonchè dei più recenti G+M) in uso, con apparecchi in grado di svolgere, nel futuro, anche funzioni fax e di invio di messaggi. La scuderialinea avrebbe dovuto comprendere i Rotor, rossi, pensati per gettoni, monete, e la futura "[[lira pesante]]", telefoni pubblici ''blu'' a carta telefonica, e telefoni pubblici ''verdi'' a carta di credito<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/07/08/elettronico-il-telefono-pubblico-del-futuro.html|titolo=E' ELETTRONICO IL TELEFONO PUBBLICO DEL FUTURO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2020-08-31}}</ref>.
 
Nella realtà, solo il Rotor vedrà la luce,. nelIl suo sviluppo richiederà il tempo necessario per modificarlo ai fini di funzionare sulle linee dell'epoca, ed essere predisposto per le tecnologie future ema l- soprattutto - per adattarvi i circuiti in grado di svolgere le funzioni inizialmente addebitate agli altri modelli della linea (predisposizione all'uso delledi carte telefoniche, e di credito) schede. I primi esemplari del Rotor (''Rotor I''), iniziarono in pratica a diffondersi - con tali aggiornamenti (seconda edizione) all'inizio degli anni 90, in sostituzione degli U+I e G+M,; sebbene potessero lavorare anche sui dati con untecnologia circuito''overvoice'', progettato peril loro hardware gli permetteva di poter ricevere anche chiamate con un proprio numero di telefono e suonare. In tal modo, ilpotevano cheessere nesia permettevaposizionati lain sostituzioneluoghi conpubblici iche sostituiti ai predecessori, senza grossi problemi, nelle linee di tipo domestico di esercizi pubblici e simili. In realtà, complice l'evoluzione delle linee, anche per queste ultime funzioni vennero poi sviluppati apparati diversi (quali il Tuo a schede) che, ubicati in locali (bar, hotel, etc) e funzionanti a scheda - o a scatti - lavoravano su linee ISDN, incompatibili con quelle domestiche.
 
==== Il disegno ====
Di forma a parallelepipedo, con scocca verniciata in rosso/arancione, il corpo base del rotor - rimasto immutato negli anni - era costituito da un corpo scatolato, incardinato al muro (o ad altro supporto) attraverso un attacco sul suo fondo. Al lato sinistro del corpo del telefono, si trovava l'innesto del cavo della cornetta, con un meccanismo che gli permetteva di essere ruotato; in basso a sinistra, la chiave per aprire la cassetta delle monete, e la cassetta stessa, estraibile. Nella parte destra, in alto, era posizionata la chiave per aprire lo sportello frontale. Il telefono era disponibile sia in versione da interno (con i pulsanti in plastica) che in versione corazzata (con i tasti in metallo ed altri rinforzi). Le dimensioni erano 440 × 240 × 185&nbsp;mm nella versione normale e 705 × 240 × 185&nbsp;mm nella versione corazzata. Il peso era di circa 16&nbsp;kg nella versione normale e 32&nbsp;kg in quella versione corazzata.
Di forma a parallelepipedo, con scocca verniciata in rosso/arancione, il corpo del rotor - rimasto immutato negli anni - presentava frontalmente una zona inclinata con, sulla destra, la pulsantiera compresa dei simboli # e @, ed il pulsante di restituzione monete. La parte bassa destra del frontale, parallela al muro, ospitava la cassetta restituzione gettoni e monete, mentre la parte alta, ugualmente parallela, incastonava la targhetta con le istruzioni (marchiata SIP e successivamente Telecom) sovrastata dal display e dalla spia del fuori servizio (a sinistra) e, nuovamente su fondo inclinato, la cornice inserimento monete e gettoni con la serigrafia delle tipologie ammesse. La cornetta, squadrata e nera, rispetto ai precedenti, passava sul lato sinistro del frontale, dove il riaggancio era in un rientro. Il lettore schede - introdotto con il Rotor II - quando presente, era costituito da un elemento parallelepipedo di dimensioni minori, sempre rosso/arancione, con diverse lavorazioni e rientri, separato ed agganciato alla sinistra del telefono, con targhette d'uso, spie di malfunzionamento, e fessure per l'inserimento e la restituzione delle schede. Sotto al telefono, in alcuni casi, una cassetta blindata per le monete. Al lato sinistro del telefono, la chiave per aprirlo, e a destra quella per estrarre la cassetta monete interna. Una volta aperto, era possibile lavorare sui circuiti spostando la prima piastra che, inchiavardata sulla sinistra, era fermata da due viti in plastica. Il fissaggio a muro o alla cabina avveniva, al pari dei precedenti telefoni, con delle piastre apposite. Da sottolineare che le cabine esterne con vetri gialli, sovrastate dall'insegna telefonica gialla con la stilizzazione della cornetta in blu, introdotte negli anni settanta, con il rotor vennero sostituite da cabine con strutture in alluminio e vetri colorati in rosso.
 
Frontalmente, il rotor presentava uno sportello unico di disegno piuttosto tormentato e contenente gli strumenti utili all' utilizzatore.
==== La tecnica ed il Rotor I ====
Il Rotor era alimentato con una tensione di circa 100 [[volt]]; i criteri di gestione della telefonia (selezione, criteri di incasso) venivano gestiti dal livello 3 del protocollo HDLC in tecnica Overvoice. Il Rotor era disponibile sia nella versione in grado di accettare il pagamento sia con schede telefoniche che con monete sia in quella funzionante solamente con schede. La versione utilizzabile a monete aveva capacità di accumulo pari a 20 monete per chiamata; la capacità della cassetta raccoglitrice era invece di circa mille pezzi. Il selezionatore monete era elettromeccanico ed era in grado di discriminare 6 tipi di pezzi controllando diametro, lega e spessore. Il telefono era predisposto per individuare le monete da 50, 100, 200 e 500 [[Lira italiana|lire italiane]] ed il gettone telefonico. Il "sesto conio", seppur disponibile, non fu mai utilizzato per nessuno scopo. Il Rotor aveva un display numerico a 16 cifre, con tecnologia LCD a segmenti ed una spia per il fuori uso.
 
Vi era una zona centrale, orizzontale inclinata verso l'alto che divideva idealmente il telefono in due parti ed ospitava, sulla parte destra, la pulsantiera 1-0 compresa dei simboli # e @, e - sfalsato a sinistra - il pulsante di restituzione monete/gettoni. Nella parte sinistra era ricavato - circondato da una cornice di color alluminio - lo spazio per appendere la cornetta, squadrata, di colore nero, innestata attraverso un gommino celeste nel suo cavo. In posizione di riposo, la cornetta mostrava quindi il suo dorso.
Il telefono era disponibile sia in versione da interno (con i pulsanti in plastica) che in versione corazzata (con i tasti in metallo ed altri rinforzi). Le dimensioni erano 440 × 240 × 185&nbsp;mm nella versione normale e 705 × 240 × 185&nbsp;mm nella versione corazzata. Il peso era di circa 16&nbsp;kg nella versione normale e 32&nbsp;kg in quella versione corazzata.
 
La parte bassa del frontale, parallelo al muro, ospitava - a destra, circondata da una cornice color alluminio - l'apertura restituzione gettoni e monete, con il suo sportellino in plastica trasparente. La parte alta, ugualmente parallela al muro, incastonava la targhetta a sfondo nero con le istruzioni per l'uso scritte e iconografiche in bicromia bianca e rossa (marchiata SIP e - successivamente - Telecom); sopra, a sinistra, il display ad elementi che indicava l'importo inserito/rimasto, il numero composto, ed altre segnalazioni, affiancato dalla finestrella a zigrinature concentriche che copriva la spia del fuori servizio. Al suo fianco, a destra, nuovamente su un fondo che si inclinava verso l'alto al pari della parte centrale, la fessura per l'inserimento di monete e gettoni circondata da una placca in alluminio che ospitava anche la serigrafia, incisa, delle tipologie di coni ammessi.
 
Sotto al telefono, in alcuni casi, una cassetta blindata per le monete. Una volta sbloccato con una chiave di tipo abloy lo sportello frontale del rotor, questo si apriva incardinato a sinistra. L'operatore poteva accedere alla prima piastra che conteneva circuiti elettronici ed elettromeccanici. Per accedere ai circuiti posizionati sul lato posteriore della piastra - incardinata sulla sinistra - era necessario svitare due pomelli; girando così la piastra, si poteva lavorare sul suo lato posteriore o sui circuiti presenti sul fondo del telefono. L'accesso alla cassetta monete interna al telefono avveniva attraverso uno sportello diverso e che , sbloccabile con una serratura che si trovava alla sinistra del telefono, permetteva di sfilare la cassetta.
 
E' da sottolineare che le cabine esterne con vetri gialli, sovrastate dall'insegna telefonica gialla con la stilizzazione della cornetta in blu, introdotte negli anni settanta e posizionate in strada assieme ai primi telefoni U+I, con il rotor vennero sostituite da cabine con strutture in alluminio e vetri colorati in rosso.
 
==== La tecnica ed il Rotor I ====
Il Rotor era alimentato con una tensione di circa 100 [[volt]]; i criteri di gestione della telefonia (selezione, criteri di incasso) venivano gestiti dal livello 3 del protocollo HDLC in tecnica Overvoice. Il Rotor era disponibile sia nella versione in grado di accettare il pagamento sia con schede telefoniche che con monete sia in quella funzionante solamente con schede. La versione utilizzabile a monete aveva capacità di accumulo pari a 20 monete per chiamata; la capacità della cassetta raccoglitrice era invece di circa mille pezzi. Il selezionatore monete era elettromeccanico ed era in grado di discriminare 6 tipi di pezzi controllando diametro, lega e spessore. Il telefono era predisposto per individuare le monete da 50, 100, 200 e 500 [[Lira italiana|lire italiane]] ed il gettone telefonico. Il "sesto conio", seppur disponibile, non fu mai utilizzato per nessuno scopo. Il Rotor aveva un display numerico a 16 cifre, con tecnologia LCD a segmenti ed una spia per il fuori uso.
 
L'apparecchio, sfruttando segnali in frequenza sulla linea telefonica, poteva comunicare in tempo reale con la [[centrale telefonica]], segnalando diversi stati ed allarmi (anche quando era in corso una chiamata) tra cui tentativo di scasso, guasto apparecchio e cassetta raccoglitrice piena. L'operatore in centrale segnalava allora i problemi ai tecnici, che provvedevano a recarsi sul posto per risolverli.
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==== Il Rotor II ====
Con la progressione della tecnologia a pacchetto, e l'introduzione di funzioni accessorie (come l'invio di fax e di sms), il Rotor I ha avuto - dopo un paio d'anni dall'inizio del decennio - una seconda versione, denominata ''Rotor II'', con radicali modifiche di circuiteria. Esteticamente identico al primo, il Rotor II, a differenza del primo, che - sostituito in molti locali ai vecchi U+I direttamente sulla linea del gestore, funzionava tranquillamente - non poteva essere utilizzato su linee di tipo domestico, lavorando quindi su connessioni dedicate. Questo gli impediva peraltro di ricevere chiamate.
 
==== Il lettore di schede ====
Il fatto che il Rotor non fosse nato per la lettura delle schede prepagate appare evidente dal posizionamento di questo, come unità esterna al corpo. Il lettore, infatti, compatibile solo con il Rotor II, era costituito da un elemento parallelepipedo di dimensioni minori, sempre rosso/arancione e che - affiancato alla sinistra del telefono - aveva la base a questo coincidente, alzandosi solo fino alla sommità della superficie inclinata dell'apparecchio. Il suo disegno era sviluppato in modo da seguire l'andamento del corpo principale, senza arretrare rispetto a questo.
 
Possedeva a sua volta targhette d'uso, spie di malfunzionamento, e fessure per l'inserimento e la restituzione delle schede, delineate da cornici e posizionate alla sommità e alle falde del lettore stesso.
 
==== Il Rotor III ====
Piuttosto che progettare un'integrazione fra accettazione di monete e schede - avvenuta innestando i lettori di schede sui precedenti Rotor - in un unico apparecchio, la IPM, in considerazione del prossimo arrivo dell'Euro e dei costi di intervenire su un progetto ormai superato per adattarlo alla nuova moneta, ideò alla fine degli anni novanta, alcuni prototipi sperimentali di ''Rotor 3'' - dalla forma cubica - e concepiti solo per funzionare a schede telefoniche. Di colore rosso/arancio, il loro disegno assomigliava ad un ibrido fra il telefono ed il lettore di schede. La parte alta, inclinata verso l'alto, ospitava in posizione centrale il tastierino (solo in metallo) affiancato dal rientro per agganciare la cornetta, con una cornice in alluminio; il tutto - cornetta compresa, sempre innestata nel lato sinistro dell'apparecchio - richiamava il Rotor. A destra era presente l'innesto per l'entrata delle schede. Sopra a questi componenti, orizzontalmente, una cornice nera che ospitava - da snistra a destra - il logo della Telecom Italia, un display multifunzione a fessura con sotto le istruzioni per l'uso, ed un pulsante che sovrastava le bandiere relative alle lingue con cui, oltre all'italiano, il telefono poteva dialogare con l'utente (inglese, francese, tedesco e spagnolo) . La parte bassa del frontale, parallela al muro, ospitava la fessura di uscita della scheda, la spia di malfunzionamento, e una targhetta con il logo del produttore. Alcuni esemplari di Rotor 3, la cui circuiteria permetteva finalmente funzioni quali l'invio di messaggi, fax, e l'uso da parte dei non udenti, poi assemblati dalla Urmet di Torino, furono posizionati in cabine ed altri ambienti esterni, in sostituzione dei Rotor.
Dopo una breve parentesi in cui, progettati dalla IPM alcuni prototipi di ''Rotor 3'' - dalla forma cubica, e solo a lettore di schede - alcuni di essi, prodotti in non grande serie dalla Urmet, furono posizionati in cabine ed altri ambienti esterni, i vari Rotor subirono una progressiva dismissione con sostituzione o - nell'ottica di una complessiva riduzione dei posti telefonici pubblici - rimozione definitiva o spegnimento (nel caso di esemplari posizionati all'interno di attività commerciali) .
 
=== L'euro e la sostituzione con i Digito. ===
Gli anni 2000 apportarono enormi cambiamenti all'uso del telefono. La diffusione della telefonia mobile a costo sempre inferiore e la possibilità - oramai chiara - di utilizzare tali dispositivi anche per le funzioni che pochi anni prima parevano avveniristiche su un telefono di strada ( inviare files, messaggi, consultare siti web) impose un ripensamento sul senso della telefonia pubblica.
A partire dal [[2000]], con l'introduzione dell'[[euro]], a cui il Rotor non è mai stato "convertito",.gli apparecchi posizionati presso attività commerciali furono rimpiazzati da telefoni come il Tuo, funzionante solo a schede; nelle cabine, vennero montati i telefoni [[Digito]], apparecchi multifunzione e multilingua completamente in metallo, attualmente in uso.
 
Ecco come a partire dal [[2000]], con l'introduzione dell'[[euro]], a cui il Rotor non è mai stato "convertito", gli apparecchi posizionati presso attività commerciali ed utilizzati direttamente dai clienti senza "passare"per il gestore - fossero essi Rotor 1 funzionanti su linea domestica , oppure apparati Rotor funzionanti su linee dedicate - furono comunque rimpiazzati da telefoni come il ''Tuo'', apparati piccoli, leggeri, funzionanti solo a schede e solo su linea dedicata.
 
Al posto degli altri telefoni rotor "di strada" le scelte furono binarie: in alcuni casi, iniziò la dismissione delle postazioni, se ritenute non più utilizzate; laddove il telefono pubblico generasse ancora scatti - furono montati i telefoni [[Digito]], apparecchi multifunzione e multilingua completamente in metallo, nativi a scheda ma con versioni anche a moneta, ed attualmente in uso.
 
==Voci correlate==