Rotor (telefono): differenze tra le versioni
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Fonti e sistematizzazione |
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== Storia ==
Il telefono Rotor, la cui linea venne partorita dalla penna di [[Rodolfo Bonetto]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ilpost.it/2019/02/03/cabine-telefoniche/|titolo=Le cabine telefoniche sono tra noi|sito=Il Post|data=2019-02-03|lingua=it-IT|accesso=2020-08-31}}</ref>, fu ideato
[[File:TP_rotor.jpg|link=https://it.wikipedia.org/wiki/File:TP_rotor.jpg|sinistra|miniatura|Altra immagine del telefono Rotor: questo modello è invece abilitato per l'uso di schede e contanti.]]
Nella realtà, solo il Rotor vedrà la luce
==== Il disegno ====
Di forma a parallelepipedo, con scocca verniciata in rosso/arancione, il corpo base del rotor - rimasto immutato negli anni - era costituito da un corpo scatolato, incardinato al muro (o ad altro supporto) attraverso un attacco sul suo fondo. Al lato sinistro del corpo del telefono, si trovava l'innesto del cavo della cornetta, con un meccanismo che gli permetteva di essere ruotato; in basso a sinistra, la chiave per aprire la cassetta delle monete, e la cassetta stessa, estraibile. Nella parte destra, in alto, era posizionata la chiave per aprire lo sportello frontale. Il telefono era disponibile sia in versione da interno (con i pulsanti in plastica) che in versione corazzata (con i tasti in metallo ed altri rinforzi). Le dimensioni erano 440 × 240 × 185 mm nella versione normale e 705 × 240 × 185 mm nella versione corazzata. Il peso era di circa 16 kg nella versione normale e 32 kg in quella versione corazzata.
Frontalmente, il rotor presentava uno sportello unico di disegno piuttosto tormentato e contenente gli strumenti utili all' utilizzatore.
==== La tecnica ed il Rotor I ====▼
Il Rotor era alimentato con una tensione di circa 100 [[volt]]; i criteri di gestione della telefonia (selezione, criteri di incasso) venivano gestiti dal livello 3 del protocollo HDLC in tecnica Overvoice. Il Rotor era disponibile sia nella versione in grado di accettare il pagamento sia con schede telefoniche che con monete sia in quella funzionante solamente con schede. La versione utilizzabile a monete aveva capacità di accumulo pari a 20 monete per chiamata; la capacità della cassetta raccoglitrice era invece di circa mille pezzi. Il selezionatore monete era elettromeccanico ed era in grado di discriminare 6 tipi di pezzi controllando diametro, lega e spessore. Il telefono era predisposto per individuare le monete da 50, 100, 200 e 500 [[Lira italiana|lire italiane]] ed il gettone telefonico. Il "sesto conio", seppur disponibile, non fu mai utilizzato per nessuno scopo. Il Rotor aveva un display numerico a 16 cifre, con tecnologia LCD a segmenti ed una spia per il fuori uso.▼
Vi era una zona centrale, orizzontale inclinata verso l'alto che divideva idealmente il telefono in due parti ed ospitava, sulla parte destra, la pulsantiera 1-0 compresa dei simboli # e @, e - sfalsato a sinistra - il pulsante di restituzione monete/gettoni. Nella parte sinistra era ricavato - circondato da una cornice di color alluminio - lo spazio per appendere la cornetta, squadrata, di colore nero, innestata attraverso un gommino celeste nel suo cavo. In posizione di riposo, la cornetta mostrava quindi il suo dorso.
La parte bassa del frontale, parallelo al muro, ospitava - a destra, circondata da una cornice color alluminio - l'apertura restituzione gettoni e monete, con il suo sportellino in plastica trasparente. La parte alta, ugualmente parallela al muro, incastonava la targhetta a sfondo nero con le istruzioni per l'uso scritte e iconografiche in bicromia bianca e rossa (marchiata SIP e - successivamente - Telecom); sopra, a sinistra, il display ad elementi che indicava l'importo inserito/rimasto, il numero composto, ed altre segnalazioni, affiancato dalla finestrella a zigrinature concentriche che copriva la spia del fuori servizio. Al suo fianco, a destra, nuovamente su un fondo che si inclinava verso l'alto al pari della parte centrale, la fessura per l'inserimento di monete e gettoni circondata da una placca in alluminio che ospitava anche la serigrafia, incisa, delle tipologie di coni ammessi.
Sotto al telefono, in alcuni casi, una cassetta blindata per le monete. Una volta sbloccato con una chiave di tipo abloy lo sportello frontale del rotor, questo si apriva incardinato a sinistra. L'operatore poteva accedere alla prima piastra che conteneva circuiti elettronici ed elettromeccanici. Per accedere ai circuiti posizionati sul lato posteriore della piastra - incardinata sulla sinistra - era necessario svitare due pomelli; girando così la piastra, si poteva lavorare sul suo lato posteriore o sui circuiti presenti sul fondo del telefono. L'accesso alla cassetta monete interna al telefono avveniva attraverso uno sportello diverso e che , sbloccabile con una serratura che si trovava alla sinistra del telefono, permetteva di sfilare la cassetta.
E' da sottolineare che le cabine esterne con vetri gialli, sovrastate dall'insegna telefonica gialla con la stilizzazione della cornetta in blu, introdotte negli anni settanta e posizionate in strada assieme ai primi telefoni U+I, con il rotor vennero sostituite da cabine con strutture in alluminio e vetri colorati in rosso.
▲==== La tecnica ed il Rotor I ====
▲Il Rotor era alimentato con una tensione di circa 100 [[volt]]; i criteri di gestione della telefonia (selezione, criteri di incasso) venivano gestiti dal livello 3 del protocollo HDLC in tecnica Overvoice
L'apparecchio, sfruttando segnali in frequenza sulla linea telefonica, poteva comunicare in tempo reale con la [[centrale telefonica]], segnalando diversi stati ed allarmi (anche quando era in corso una chiamata) tra cui tentativo di scasso, guasto apparecchio e cassetta raccoglitrice piena. L'operatore in centrale segnalava allora i problemi ai tecnici, che provvedevano a recarsi sul posto per risolverli.
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==== Il Rotor II ====
Con la progressione della tecnologia a pacchetto, e l'introduzione di funzioni accessorie (come l'invio di fax e di sms), il Rotor I ha avuto - dopo un paio d'anni dall'inizio del decennio - una seconda versione, denominata ''Rotor II'', con radicali modifiche di circuiteria. Esteticamente identico al primo, il Rotor II, a differenza del primo, che - sostituito in molti locali ai vecchi U+I direttamente sulla linea del gestore, funzionava tranquillamente - non poteva essere utilizzato su linee di tipo domestico, lavorando quindi su connessioni dedicate. Questo gli impediva peraltro di ricevere chiamate.
==== Il lettore di schede ====
Il fatto che il Rotor non fosse nato per la lettura delle schede prepagate appare evidente dal posizionamento di questo, come unità esterna al corpo. Il lettore, infatti, compatibile solo con il Rotor II, era costituito da un elemento parallelepipedo di dimensioni minori, sempre rosso/arancione e che - affiancato alla sinistra del telefono - aveva la base a questo coincidente, alzandosi solo fino alla sommità della superficie inclinata dell'apparecchio. Il suo disegno era sviluppato in modo da seguire l'andamento del corpo principale, senza arretrare rispetto a questo.
Possedeva a sua volta targhette d'uso, spie di malfunzionamento, e fessure per l'inserimento e la restituzione delle schede, delineate da cornici e posizionate alla sommità e alle falde del lettore stesso.
==== Il Rotor III ====
Piuttosto che progettare un'integrazione fra accettazione di monete e schede - avvenuta innestando i lettori di schede sui precedenti Rotor - in un unico apparecchio, la IPM, in considerazione del prossimo arrivo dell'Euro e dei costi di intervenire su un progetto ormai superato per adattarlo alla nuova moneta, ideò alla fine degli anni novanta, alcuni prototipi sperimentali di ''Rotor 3'' - dalla forma cubica - e concepiti solo per funzionare a schede telefoniche. Di colore rosso/arancio, il loro disegno assomigliava ad un ibrido fra il telefono ed il lettore di schede. La parte alta, inclinata verso l'alto, ospitava in posizione centrale il tastierino (solo in metallo) affiancato dal rientro per agganciare la cornetta, con una cornice in alluminio; il tutto - cornetta compresa, sempre innestata nel lato sinistro dell'apparecchio - richiamava il Rotor. A destra era presente l'innesto per l'entrata delle schede. Sopra a questi componenti, orizzontalmente, una cornice nera che ospitava - da snistra a destra - il logo della Telecom Italia, un display multifunzione a fessura con sotto le istruzioni per l'uso, ed un pulsante che sovrastava le bandiere relative alle lingue con cui, oltre all'italiano, il telefono poteva dialogare con l'utente (inglese, francese, tedesco e spagnolo) . La parte bassa del frontale, parallela al muro, ospitava la fessura di uscita della scheda, la spia di malfunzionamento, e una targhetta con il logo del produttore. Alcuni esemplari di Rotor 3, la cui circuiteria permetteva finalmente funzioni quali l'invio di messaggi, fax, e l'uso da parte dei non udenti, poi assemblati dalla Urmet di Torino, furono posizionati in cabine ed altri ambienti esterni, in sostituzione dei Rotor.
=== L'euro e la sostituzione con i Digito. ===
Gli anni 2000 apportarono enormi cambiamenti all'uso del telefono. La diffusione della telefonia mobile a costo sempre inferiore e la possibilità - oramai chiara - di utilizzare tali dispositivi anche per le funzioni che pochi anni prima parevano avveniristiche su un telefono di strada ( inviare files, messaggi, consultare siti web) impose un ripensamento sul senso della telefonia pubblica.
Ecco come a partire dal [[2000]], con l'introduzione dell'[[euro]], a cui il Rotor non è mai stato "convertito", gli apparecchi posizionati presso attività commerciali ed utilizzati direttamente dai clienti senza "passare"per il gestore - fossero essi Rotor 1 funzionanti su linea domestica , oppure apparati Rotor funzionanti su linee dedicate - furono comunque rimpiazzati da telefoni come il ''Tuo'', apparati piccoli, leggeri, funzionanti solo a schede e solo su linea dedicata.
Al posto degli altri telefoni rotor "di strada" le scelte furono binarie: in alcuni casi, iniziò la dismissione delle postazioni, se ritenute non più utilizzate; laddove il telefono pubblico generasse ancora scatti - furono montati i telefoni [[Digito]], apparecchi multifunzione e multilingua completamente in metallo, nativi a scheda ma con versioni anche a moneta, ed attualmente in uso.
==Voci correlate==
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