Utente:Salvatore Talia/Sandbox3: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 12:
{{Citazione|L'affermazione era veramente enorme, e anche incomprensibile, poiché l'etica di [[Kant]] si fonda soprattutto sulla facoltà di giudizio dell'uomo, facoltà che esclude la cieca obbedienza<ref name="Arendt143"/>.}}
 
La Arendt sostiene che Eichmann abbia agito in realtà non secondo l'etica di Kant, bensì secondo una definizione distorta della formula kantiana dell'[[imperativo categorico]], precisamente quella datane nel 1942 dal gerarca nazista [[Hans Frank]]: «agisci in una maniera che il [[Adolf Hitler|Führer]], se conoscesse le tue azioni, approverebbe<ref>{{Cita|Arendt 2005|p. 143.}} Arendt cita tale formula dal libro di Hans Frank ''Die Technik des Staates'', 1942, pp. 15-16.</ref>». Commenta ancora la Arendt: «

{{Citazione|Certo, Kant non si era mai sognato di dire una cosa simile; al contrario, per lui ogni uomo diveniva un legislatore nel momento stesso in cui cominciava ad agire; secondo la "ragion pratica" ciascuno trova i principî che potrebbero e dovrebbero essere i principî della legge<ref name="Arendt143"/>».}}
 
Hannah Arendt tornò sulla questione nel corso di una conversazione radiofonica con lo storico tedesco [[Joachim Fest]], trasmessa dall'emittente [[Südwestfunk]] il 9 novembre 1964. Nel corso della conversazione, Fest fa ancora riferimento alla pretesa di Eichmann di avere sempre seguito i precetti morali kantiani. Commenta la Arendt: