Elohim: differenze tra le versioni

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== Il nome plurale ==
{{F|ebraismo|aprile 2019}}
il vocabolo è un nome plurale senza traduzioni certe.
il vocabolo è un nome plurale senza traduzioni certe. Molte interpretazioni filologiche e teologiche lo riconducono ad un termine singolare con varie spiegazioni. Si collega per alcuni studiosi al nome singolare ''[[El (divinità)|El]]'', che presso i pastori proto-[[semiti]] indicava l'Ente Supremo che è nei cieli e si rendeva con [[desinenza]] nelle forme ''Elum'' o ''Ilum''<ref>Utet, ''GDE'', voce ""El".</ref>. Altre teorie vogliono invece il termine come forma plurale di [[Nomi di Dio nella Bibbia|''Elohah'']] (אלוה), oppure di ''alah'' (timore)<ref name=utet />.
 
il vocabolo è un nome plurale senza traduzioni certe. Molte interpretazioni filologiche e teologiche lo riconducono ad un termine singolare con varie spiegazioni. Si collega per alcuni studiosi al nome singolare ''[[El (divinità)|El]]'', che presso i pastori proto-[[semiti]] indicava l'Ente Supremo che è nei cieli e si rendeva con [[desinenza]] nelle forme ''Elum'' o ''Ilum''<ref>Utet, ''GDE'', voce ""El".</ref>. Altre teorie vogliono invece il termine come forma plurale di [[Nomi di Dio nella Bibbia|''Elohah'']] (אלוה), oppure di ''alah'' (timore)<ref name=utet />.
 
L'idea di pluralità del nome di Dio ha prodotto interrogativi circa una eventuale ipotesi di senso [[politeismo|politeista]], ma quando è usato con significato di Dio il nome è preceduto da articolo e guarnito di verbi e aggettivi singolari<ref name=utet />; in ogni caso agli [[Ebrei]] fu vietato l'uso di questo nome, ad evitare rischi di contaminazioni con il politeismo degli [[Mitologia romana|Dei romani]]<ref name=utet />.
 
Quando usato con verbi e aggettivi al plurale ''elohim'' èviene usualmentetradotto arbitrariamente dal medioevo come plurale, "dèi" o "[[potestà (angeli)|potenze]]".<ref group=Nota>Glinert, ''Modern Hebrew: An Essential Grammar'', Routledge, p. 14 sez. 13 "(b) Accordo di verbi - i verbi si accordano col loro soggetto e non solo nel genere e numero ma anche nella persona. Verbi al tempo presente distinguono il maschile dal femminile ed il singolare dal plurale."</ref><ref>Wilhelm Gesenius, ''Gesenius` Hebrew Grammar'', curato da E. Kautzsch, trad. {{en}} di A.E. Cowley, Dover Publications (ed. bilingue), 2006. ISBN 978-0-486-44344-7</ref> Generalmente si pensa che ''elohim'' sia una forma derivata da ''eloah'', a sua volta una forma espansa del sostantivo semitico ''il'' (in ebraico: '''אֵל''', ''ʾēl''<ref name="Toorn, Bob Becking 1999 p. 274, 352">K. van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst (curatori), Dictionary of deities and demons in the Bible (2ª ediz. riveduta, Brill, 1999) ISBN 90-04-11119-0, p. 274, 352-3</ref>). Con verbi al plurale la parola è anche usata come vero plurale nel significato di "dèi"<ref name="Toorn, Bob Becking 1999 p. 274, 352"/>, per esempio quelli egizi in {{passo biblico2|Esodo|12:2}}.<ref name="ReferenceA"/> Fanno eccezione alcuni passi della [[Genesi]], dell'Esodo, di [[Libri di Samuele|Samuele]] e dei [[Salmi]] in cui ''elohim'' viene generalmente tradotto con ''Dio'' nonostante sia seguito da un verbo coniugato al plurale<ref>I. Drazin, S. Wagner, ''Onkelos on the Torah: Be-reshit'', p.120.</ref><ref name="NET">"God appeared unto him" - ''NET Bible'' con [[CD-ROM]], cur. W. Hall Harris, 3ª, 2003: "35:14 - Allora Giacobbe eresse una stele, dove gli aveva parlato. 30 Versò olio 20tn Heb "si rivelarono." Il verbo iVl] (niglu), tradotto "si rivelarono" è plurale, sebbene uno si aspetti il singolare."</ref><ref name="Haggai">''Haggai and Malachi'', p. 36, Herbert Wolf, 1976: "Se sia il nome che il verbo sono plurali, la costruzione può riferirsi ad una persona, proprio come la dichiarazione “Dio si rivelò” in {{passo biblico2|Genesi|35:7}} ha nome e verbo al plurale. Tuttavia, poiché la parola Dio, “Elohim”, è di forma plurale, il verbo... ecc."</ref><ref name="Ellens">J. Harold Ellens, Wayne G. Rollins, ''Psychology and the Bible: From Genesis to apocalyptic vision'', 2004, p. 243: "Spesso la forma plurale Elohim, quando usata in riferimento alla divinità biblica, regge un verbo o aggettivo plurali ({{passo biblico2|Genesi|20:13,35:7}}; {{passo biblico2|Esodo|32:4,8}}; {{passo biblico|2Samuele|7:23}}; {{passo biblico2|Salmi|58:12}})."</ref>. Il supposto significato "giudice" per l'ebraico biblico è ormai abbandonato negli studi accademici.<ref name="Gordon, Cyrus H. 1935">Cyrus H. Gordon, “Elohim in its Reputed Meaning of Rulers, Judges,” ''Journal of Biblical Literature'', 54 (1935). Il significato "giudice" non è presente in L. Koehler/W. Baumgartner, ''Hebräisches und aramäisches Lexikon zum Alten Testament'', Vol 1, 1967, pp. 51-52.</ref> I nomi correlati ''elohah'' (in ebraico: אלוה) e ''el'' (in ebraico: '''אֵל''') sono usati sia come nomi propri che come generici, nel qual caso sono intercambiabili con ''elohim''. In altri passi ''elohim'' viene tradizionalmente tradotto con ''angeli'' ({{passo biblico2|Salmi|8:6; 97:7; 138:1}} e, con riferimento allo spettro di [[Samuele]], in {{passo biblico2|Samuele|28:13}}), nonostante tale significato non sia filologicamente fondato<ref name="Gordon, Cyrus H. 1935"/>. In Esodo ''elohim'' viene anche attribuito come titolo vicariale a [[Mosè]] (4:16; 7:1)<ref name="Gordon, Cyrus H. 1935"/>
 
Lo [[Studi biblici|studioso]] statunitense Mark S. Smith afferma che la nozione di divinità subì cambiamenti radicali lungo tutto il periodo della prima identità [[israeliti|israelita]]: re-interpretazione degli dèi del primo periodo storicamente registrato come il primo "dio nazionale" della [[monolatria]], come emerso nel VII e VI secolo [[p.e.v.|a.E.V.]] nel [[Regno di Giuda]] e durante la [[cattività babilonese]], e in seguito in termini di [[monoteismo]] con l'apparire dell'[[Ebraismo rabbinico]] nel [[II secolo]] d.C.<ref>Mark S. Smith, [http://books.google.com.au/books?id=CmCVZ5mHsboC&printsec=frontcover&dq=Mark+S.+Smith,+God+in+translation&source=bl&ots=FzHThONctW&sig=DJrqxkl7xwwXlGbVcY0V0hldC6Y&hl=en&ei=cv8CTLDPGcyeccuv3NUB&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CCUQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false ''God in translation: deities in cross-cultural discourse in the biblical world''], vol. 57 di "''Forschungen zum Alten Testament''", Mohr Siebeck, 2008, ISBN 978-3-16-149543-4, p. 19.; anche M.S. Smith, "The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel", Biblical Resource Series, 2002.</ref> Una versione differente è stata data dallo [[storico]] [[Morton Smith]]. Nonostante la fine in ''-im'' comune a molti nomi plurali maschili [[ebraico|ebraici]], la parola quando riferita al [[Nomi di Dio nella Bibbia|Nome di Dio]] è [[grammatica]]lmente singolare e regge il verbo al singolare nella [[Bibbia ebraica]] (''[[Tanakh]]'').<ref>Cfr. anche [[Morton Smith]], ''Studies in the Cult of Yahweh'', Vol. 1, "Historical Method, Ancient Israel, Ancient Judaism", 1996.</ref>