Elohim: differenze tra le versioni

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''Elohim'', uno dei nomi di Dio, è considerato uno di questi casi.
 
Infatti, quando la parola si riferisce al Dio d'Israele, è il più delle volte concordata con aggettivi al singolare (es.: ''Elohim tzaddiq'', il Dio giusto, Salmo 7:10); non mancano lei eccezionicasi contrari dove viene concordato con verbi ed aggettivi al plurale, che il Gesenius ritiene comunque da lui spiegabili.
''Elohim'' quindi per i teologi non significherebbe dunque semplicemente "Dio" o "Dei", ma "Divinita'", un po' come l'inglese ''God head'' e il latino ''Numen''.
 
Allo stesso modo si può considerare ''Adonay'' quando sostituisce il "Nome Ineffabile": grammaticalmente è un plurale, ma il senso èpotrebbe essere singolare: "Mia Signoria". Il plurale non indica solo astrazione, ma anche estensione o durata.
 
Questo spiega, per il Gesenius, perché mai sostantivi che indicano grandi superfici, come ''shamayim'' (cielocieli) e ''mayim'' (acquaacque), in ebraico siano al plurale. In realtà la desinenza "''im''" non designadesignerebbe unicamente il genere plurale maschile, difatti, la capitale di Israele è [[Traslitterazione|traslitterata]] come ''Yerushalayim'' in quanto ''[[plurale maiestatico|pluralis excellentiae]]'' – simile al [[plurale maiestatico]] – usato per enfatizzare l'importanza del termine<ref name="Gene" /> ma secondo altri sarebbe un plurale da rendere come "luoghi religiosi".
 
Ma anche superfici più piccole meritanopongono questo trattamentodubbio: ''panim'' (viso o lineamenti) , ''tzawarim'' (nuca o vertebre), ''achorim'' (schiena o dorsali), sono plurali in ebraico ma tradotti a volte col singolare.
 
Un incrocio tra astrazione ed estensione si ha nei plurali, ''ma<nowiki>'</nowiki>amaqqim'' (profondità), e ''merchaqqim'' (distanzadistanze); ma il caso più interessante è quando dallo spazio si passa al tempo:
 
''<nowiki>'</nowiki>Olamim'' (Eternità) è per il Gesenius un plurale di durata.