Architettura a basso impatto: differenze tra le versioni

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{{W|architettura|novembre 2008}}
Per L''''architettura a basso impatto''' siè un'[[architettura]] che segue i concetti del "'''basso [[Impatto ambientale|impatto]]"''', intendeovvero un ridotto consumo di [[Energie non rinnovabili|risorse naturali non rinnovabili]] nella costruzione e trasformazione dell'habitat (e più in generale nella modificazione antropica dell'ecosistema). EIn learchitettura, risorsequesto implicatesi riguardanotraduce sianel illimitare manufattogli approvvigionamenti dei (materiali eddi energia)origine siaminerale, ilsostituendoli contestoove (suolopossibile con quelli di origine vegetale o animale, paesaggio)e di fare riferimento a processi produttivi poco esigenti in termini di energia.
Rispetto alla costruzione dell'architettura, un efficiente utilizzo delle risorse rinnovabili, in sostituzione delle risorse non rinnovabili, si traduce nel limitare gli approvvigionamenti dei materiali di origine minerale, sostituendoli ove possibile con quelli di origine vegetale o animale (ovviamente rispettando i limiti della riproduzione naturale), e di fare riferimento a processi produttivi poco esigenti in termini di energia. Con il cumularsi nello spazio e nel tempo degli interventi antropici, risorse inizialmente illimitate come suolo e spazio possono diventare progressivamente sempre più scarse, tanto da richiedere il ripensamento della tecnologia o addirittura del modello di sviluppo.
 
Alla scala del singolo intervento la misura dell'impatto si basa da un lato sulla relazione tra domanda e offerta di risorse, dall'altro sulla quantificazione dei fattori inquinanti; si tratta però di valutazioni relative che servono solo ad esplicitare vantaggi e svantaggi offerti dalle soluzioni analoghe o alternative disponibili per dare soddisfazione ad una determinata esigenza come l'abitare, il lavorare, lo studiare o altro. Invece alla scala del sistema insediativo mancano ancora criteri di valutazione univoci, anche se si registra un'ampia convergenza circa la necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica legate tanto alla costruzione quanto all'utilizzazione dell'architettura.
 
==RiferimentiStoria==
Le prime esperienze di architetture a basso impatto appaiono nella seconda metà degli anni sessanta nel [[Nord America]] come diretta espressione di un neonato [[movimento ecologista]]. Nascono le comunità ed i villaggi dei cosiddetti “figli dei fiori” che vanno ad abitare territori desertici alla ricerca di un rapporto armonico con la natura, con lo spazio e con il tempo. Il supporto tecnologico è offerto dalle geodetiche che [[Richard Buckminster Fuller|R. B. Fuller]] porta a conoscenza degli studenti con una serie di conferenze e di pubblicazioni. Questo tipo di struttura (un guscio reticolare) viene realizzato in [[autocostruzione (architettura)|auto-costruzione]], il più delle volte con materiali riciclati. Emblematica l'esperienza di Drop City raccontata da Bill Voyd come il risultato di un happening collettivo a cui hanno partecipato intellettuali ed artisti. Anche l'Università Mc Graw Hill a Montreal nei primi anni settanta organizza corsi e sviluppa ricerche sul tema dell'abitazione a minimo impatto, realizzando geodetiche in cartone e unità abitative autonome per quanto riguarda gli approvvigionamenti di acqua ed energia, nonché per lo smaltimento dei rifiuti.
 
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Quando si parla di tecnologie e quindi di architetture a basso impatto, l'attenzione è prevalentemente rivolta alla costruzione/smaltimento del manufatto, ovvero all'approvvigionamento delle materie prime, alle modalità di produzione e alle relazioni con l'intorno territoriale.
Un primo criterio che rende sostenibili le scelte del progettista costruttore riguarda la rinnovabilità delle risorse utilizzate: fintanto che si impiega una quantità di materiale uguale o inferiore al tasso di riproduzione naturale (ad esempio si taglia non più di un albero ogni 40, se sono necessari 40 anni perché l'albero giunga a maturazione) il sistema si considera in equilibrio. L'impiego di materiali riciclati tende addirittura ad aumentare la disponibilità di risorse riducendo nel contempo la presenza di fattori inquinanti.
 
Un primo criterio che rende sostenibili le scelte del progettista costruttore riguarda la rinnovabilità delle risorse utilizzate: fintanto che si impiega una quantità di materiale uguale o inferiore al tasso di riproduzione naturale (ad esempio si taglia non più di un albero ogni 40, se sono necessari 40 anni perché l'albero giunga a maturazione) il sistema si considera in equilibrio. L'impiego di materiali riciclati tende addirittura ad aumentare la disponibilità di risorse riducendo nel contempo la presenza di fattori inquinanti.
Un secondo criterio correlato con il primo è quello di privilegiare la leggerezza nella progettazione della struttura e dell'involucro. La relazione peso quantità è ovvia: alleggerire la costruzione utilizzando meno materiale (ovviamente a parità di dimensioni e senza compromettere le prestazioni del costruito) significa ridurre il prelievo e risparmiare risorse. Inoltre ridurre la quantità di materiale resistente a parità di prestazioni strutturali non può che diminuire i costi, non solo di approvvigionamento, ma anche di trasformazione e trasporto delle materie prime.
 
Un secondo criterio correlato con il primo è quello di privilegiare la leggerezza nella progettazione della struttura e dell'involucro. La relazione peso quantità è ovvia: alleggerire la costruzione utilizzando meno materiale (ovviamente a parità di dimensioni e senza compromettere le prestazioni del costruito) significa ridurre il prelievo e risparmiare risorse. Inoltre ridurre la quantità di materiale resistente a parità di prestazioni strutturali non può che diminuire i costi, non solo di approvvigionamento, ma anche di trasformazione e trasporto delle materie prime. Operare nella logica della leggerezza significa cercare una corrispondenza tra i materiali con un basso peso specifico, derivati da risorse rinnovabili salvo eccezioni, ed i comportamenti strutturali che permettono di ottenere il massimo di resistenza e stabilità dai suddetti materiali. I tipi di strutture che si prestano meglio di altre a ridurre la pesantezza dell'architettura (perché richiedono spessori sottili e minimizzano il fabbisogno di materiale resistente), sono le membrane tese, i sistemi funicolari o reticolari, i gusci sottili.
 
Un terzo criterio riguarda le modalità di produzione per le quali non basta mettere sotto controllo i consumi energetici soddisfatti con fonti non rinnovabili. L'uso o il rilascio di sostanze tossiche deve essere imputato all'architettura che se ne avvale, anche quando lo stabilimento industriale inquinante è molto lontano dall'edificio. Anche la densità, il grande numero o la concentrazione delle attività produttive (ivi compresa la densità degli edifici) è un fattore di conflitto con l'equilibrio dell'ecosistema. La insanabile contraddizione tra economia e ambiente sta nell'efficienza che il più delle volte è indispensabile alla gestione economica ma è direttamente o indirettamente dannosa per la qualità ambientale. Non a caso le citate ricerche sulle architetture a basso impatto fanno ricorso molto spesso ricorso all'[[autocostruzione (architettura)|autocostruzione]] o in alternativa privilegiano le produzioni artigianali.
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* {{Cita libro|nome=Piergiorgio|cognome=Rossi|titolo=Architettura vs ambiente: le domande emergenti sulla tecnologia e sul progetto|url=https://www.worldcat.org/oclc/800181415|accesso=2020-09-19|data=2008|editore=Angeli|OCLC=800181415|ISBN=978-88-464-9217-3}}
* {{Cita libro|nome=Luca|cognome=Siragusa|titolo=L'energia del sole e dell'aria come generatrice di forme architettoniche: integrazione efficiente delle tecnologie energetiche sostenibili tramite il "concept" energetico nel progetto|url=https://www.worldcat.org/oclc/875236081|accesso=2020-09-19|data=2009|editore=Cleup|OCLC=875236081|ISBN=978-88-6129-292-5}}
* {{Cita libro|autore=Andrea Oppenheimer Dean|titolo=Rural Studio: Samuel Mockbee and an architecture of decency|url=https://www.worldcat.org/oclc/47208437|accesso=2020-09-19|edizione=1st ed|data=2002|editore=Princeton Architectural Press|lingua=en|OCLC=47208437|ISBN=1-56898-292-5}}
* {{Cita libro|nome=James|cognome=Wines|titolo=Green architecture|url=https://www.worldcat.org/oclc/44935961|accesso=2020-09-19|data=2000|anno=1932|editore=Taschen|lingua=en|OCLC=44935961|ISBN=3-8228-6303-3}}
* {{Cita libro|autore=Werkbund Bayern|autore2=Museum Villa Stuck|titolo=Frei Otto, Bodo Rasch: finding form : towards an architecture of the minimal: the Werkbund shows Frei Otto, Frei Otto shows Bodo Rasch: exhibition in the Villa Stuck, Munich, on the occasion of the award of the 1992 Deutscher Werkbund Bayern prize to Frei Otto and Bodo Rasch|url=https://www.worldcat.org/oclc/36589919|accesso=2020-09-19|data=1995|editore=Axel Menges|lingua=en|OCLC=36589919|ISBN=3-930698-66-8}}
 
==Voci correlate==
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==Collegamenti esterni==
* Architetture a basso impatto [http://www.bassoimpatto.it]<ref>{{Cita web|url=http://www.bassoimpatto.it/|titolo=bassoimpatto.it|sito=www.bassoimpatto.it|accesso=2020-09-19}}</ref>
{{portale|architettura|ecologia e ambiente}}