Il deserto rosso: differenze tra le versioni

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aggiunta curiosità sul quadro di Dova che compare nel film.
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| paese 2 = [[Francia]]
| anno uscita = [[1964]]
| durata = 120 min
| genere = Drammatico
| regista = [[Michelangelo Antonioni]]
| soggetto = Michelangelo Antonioni<br, />[[Tonino Guerra]]
| sceneggiatore = Michelangelo Antonioni<br, />Tonino Guerra
| produttore = [[Tonino Cervi]], [[Angelo Rizzoli (1889-1970)|Angelo Rizzoli]] (co-produttore)
| casa produzione = Film Duemila<br, />(Roma)<br, />Francoriz Production<br, />(Parigi)
| casa distribuzione italiana = Cineriz
| attori = * [[Monica Vitti]]: Giuliana
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| montatore = [[Eraldo Da Roma]]
| effetti speciali = Franco Freda
| musicista = [[Giovanni Fusco]]<br, />[[Cecilia Fusco]]<br, />[[Carlo Savina]]<br, />(edizioni musicali C.A.M.)<br, />[[Vittorio Gelmetti]]<br, />(musica elettronica)
| scenografo = [[Piero Poletto]]
| costumista = [[Gitt Magrini]]
}}
{{Citazione|C'è qualcosa di terribile nella realtà, e io non so cos'è. Nessuno me lo dice.|Giuliana}}
'''''Deserto rosso''''', o '''''Il deserto rosso''''', è un [[film]] del [[1964]], nonodiretto da [[lungometraggioMichelangelo Antonioni]].

Si direttotratta dadel nono [[Michelangelo Antonionilungometraggio]] di Antonioni, il primo a colori. Inizialmente doveva intitolarsi ''Celeste e verde''.<ref>{{cita libro|autore=Michelangelo Antonioni|titolo=Fare un film è per me vivere: scritti sul cinema|anno=1994|url=http://books.google.com/books?id=dndZAAAAMAAJ||editore=Marsilio|città=Venezia|p=262|isbn=978-88-317-5975-5}}</ref>
 
È la prima collaborazione con [[Carlo Di Palma]] come [[direttore della fotografia]] e l'ottava ed ultima con [[Giovanni Fusco]] come autore della [[colonna sonora]].
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Così si espresse in merito Antonioni durante la conferenza stampa tenuta a [[Venezia]], dopo la proiezione del film: «La storia è nata a colori, ecco perché dico che la decisione di fare il film a colori non l'ho mai presa, non era necessario prenderla. (...) nella vita moderna mi pare che il colore abbia preso un posto molto importante. Siamo circondati sempre più da oggetti colorati, la plastica che è un elemento molto moderno è a colori, (...) e che la gente si stia accorgendo che la realtà è a colori. Nel film ho cercato di usare il colore in funzione espressiva, nel senso che avendo questo mezzo nuovo in mano, ho fatto ogni sforzo perché questo mezzo mi aiutasse a dare allo spettatore quella suggestione che la scena richiedeva.»<ref>Banca dati della ''Rivista del Cinematografo''</ref>
 
== Curiosità Accoglienza==
===Critica===
[[File:Deserto Rosso (1964) Michelangelo Antonioni, Mi fanno male i capelli.png|thumb|left|La celebre battuta di Monica Vitti.]]
 
* Esiste una discrepanza in merito al titolo: il film è generalmente conosciuto come ''Deserto rosso'', e così è in effetti indicato sulla locandina originale e sul ''[[Morando Morandini|Dizionario dei film Morandini]]'', mentre il titolo corretto dovrebbe essere ''Il deserto rosso'', come indicato nei titoli di testa e riportato dal ''[[Il Mereghetti. Dizionario dei film|Dizionario dei film Mereghetti]]'' e dall'''[[Internet Movie Database]]''.
* È diventata celebre la battuta «Mi fanno male i capelli», in realtà citazione da una poesia di [[Amelia Rosselli]]. [[Maurizio Porro]] ha commentato: «Inserita in un contesto dialogico di un film sulla [[borghesia]], diventava quasi un'allarmante battuta storico-sociale. [...] Detta con la maestria, con la sensibilità, con la bravura di Monica Vitti [...] è l'unica battuta neorealistica del film.»<ref>''Presentazione di Maurizio Porro'', riprese di Leonardo Festa e Ciak Video Produzioni, dai Contenuti speciali del DVD edito da Medusa Video.</ref>
*Il quadro che compare nel film è ''La Sagra della Primavera'' del pittore [[Movimento spazialista|spazialista]] [[Gianni Dova]], scelta da Antonioni dopo averla vista nella collezione privata del collezionista ravennate [[Roberto Pagnani]] durante un ricevimento in casa sua.<ref>{{Cita news|autore=Francesca Pini|titolo=Un Michelangelo tra pellicole e pennelli|pubblicazione=Sette, inserto del Corriere della Sera|data=1 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=F. Trerè|titolo=In margine a Il Deserto Rosso: Alberto Martini e la personale di Gianni Dova a Ravenna|anno=2019}}</ref>
 
==La critica==
« Proseguendo sulla strada intrapresa quattro anni prima con [[L'avventura]] e già in parte nel [[Il grido (film)|Il grido]], di un cinema dell'alienazione, che mette in crisi i valori di un costume e di una morale non più corrispondenti alla nuova realtà umana e sociale creata dalla civiltà industriale e dal benessere, Antonioni giunge in questo film alla cristallizzazione degli elementi più vitali e originali delle opere precedenti a un manierismo di fattura che mina alla base il valore del discorso poetico. La protagonista Giuliana è come le precedenti eroine, insofferente della vita che conduce e incapace di superare i limiti di un'esistenza inutile. Il suo matrimonio è in crisi e non vale il rapporto amoroso con Corrado, l'eclisse dei sentimenti conduce inevitabilmente al deserto della vita. Il film porta alle estreme conseguenze, raggelando persone e situazioni in una contemplazione quasi disumana. Lo scarso successo del film viene riscattato sul piano della fattura tecnica con il colore usato in maniera originale a volte sconvolgente...» [[Gianni Rondolino]] Catalogo Bolaffi del cinema 1956/1965.
 
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== Riconoscimenti ==
===* [[Mostra internazionale d'arte cinematografica|Festival di Venezia]] ===
** [[Leone d'Orooro al miglior film]] nel [[1964]] a ''[[Michelangelo Antonioni]]''
===* [[Kansas City Film Critics Circle Awards]] ===
** [[Kansas City Film Critics Circle Award per il miglior film straniero]] nel [[1968]]
===* [[Nastro d'argento]] ===
** [[Nastro d'argento alla migliore fotografia]] nel [[1965]] a ''[[Carlo Di Palma]]''
 
== Curiosità ==
[[File:Deserto Rosso (1964) Michelangelo Antonioni, Mi fanno male i capelli.png|thumb|left|La celebre battuta di Monica Vitti.]]
 
* Esiste una discrepanza in merito al titolo: il film è generalmente conosciuto come ''Deserto rosso'', e così è in effetti indicato sulla locandina originale e sul ''[[Morando Morandini|Dizionario dei film Morandini]]'', mentre il titolo corretto dovrebbe essere ''Il deserto rosso'', come indicato nei titoli di testa e riportato dalda ''[[Il Mereghetti. Dizionario dei film|Dizionario dei film Mereghetti]]'' e dall'''[[Internet Movie Database]]''.
* È diventata celebre la battuta «Mi fanno male i capelli», in realtà citazione da una poesia di [[Amelia Rosselli]]. [[Maurizio Porro]] ha commentato: «Inserita in un contesto dialogico di un film sulla [[borghesia]], diventava quasi un'allarmante battuta storico-sociale. [...] Detta con la maestria, con la sensibilità, con la bravura di Monica Vitti [...] è l'unica battuta neorealistica del film.»<ref>''Presentazione di Maurizio Porro'', riprese di Leonardo Festa e Ciak Video Produzioni, dai Contenuti speciali del DVD edito da Medusa Video.</ref>
*Il quadro che compare nel film è ''La Sagra della Primavera'' del pittore [[Movimento spazialista|spazialista]] [[Gianni Dova]], scelta da Antonioni dopo averla vista nella collezione privata del collezionista ravennate [[Roberto Pagnani]] durante un ricevimento in casa sua.<ref>{{Cita news|autore=Francesca Pini|titolo=Un Michelangelo tra pellicole e pennelli|pubblicazione=Sette, inserto del Corriere della Sera|data=1 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=F. Trerè|titolo=In margine a Il Deserto Rosso: Alberto Martini e la personale di Gianni Dova a Ravenna|anno=2019}}</ref>
 
== Note ==