Ferraù: differenze tra le versioni

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Nell{{'}}''[[Orlando furioso]]'' è figlio di Falsirone e nipote di Marsilio re di Spagna ed è uno dei più forti e soprattutto più superbi tra i cavalieri saraceni di Spagna. Grazie ad un incantesimo egli è invulnerabile, tranne che nell'ombelico, infatti usa portare sulla pancia un'armatura spessa sette volte più del normale. Viene narrato di lui già nel primo canto quando incontra in un bosco [[Rinaldo (cavaliere)|Rinaldo]] alla ricerca di [[Angelica (Orlando furioso)|Angelica]]. I due, entrambi interessati alla fanciulla duellano ma decidono di sospendere il combattimento per andare entrambi alla sua ricerca. Ferraù era inoltre alla ricerca del suo [[elmo]] che aveva perso nel fiume che passava per il bosco, appartenuto ad Argalia, fratello di Angelica che egli aveva ucciso nell'Orlando Innamorato. Proprio mentre cerca l'elmo gli appare il fantasma dell'Argalia che lo rimprovera. Proprio per questo Ferraù decide di andare, d'ora in poi, senza elmo in capo fin quando non avrà sottratto ad Orlando il suo prezioso elmo fatato, già appartenuto al re pagano Almonte, che il conte gli sottrasse in Aspramonte.
 
Alla fine i due si trovano all'uscita del castello di Atlante, ancora una volta all'inseguimento di Angelica. Duellano per l'elmo, ma a causa di una beffa di Angelica, invisibile per il suo anello, il duello viene sospeso e l'elmo fortuitamente passa a Ferraù, il quale lo terrà, ci anticipa Ariosto, fin quando Orlando non lo ucciderà, episodio che però non rientra nel poema, ma che è invece narrato nell{{'}}''Entrée d'Espagne'' e ripreso poi, nella ''Spagna'' e nel ''[[Morgante (poema)|Morgante]]''. Ferraù appare ancora una volta nel poema ariostesco, come vendicatore della morte del prediletto dei suoi guerrieri, il giovanissimo citaredo [[Olimpio da la Serra]], caduto in combattimento proprio sotto i suoi occhi.
 
== Bibliografia ==