Raid di John Brown contro Harpers Ferry: differenze tra le versioni

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}}
Il '''raid di John Brown contro Harpers Ferry''' (noto anche come '''raid di John Brown''' o '''raid su Harper's Ferry''')<ref>In many books the town is called "Harper's Ferry." For example, "Col. Robert E. Lee's Report Concerning the Attack at Harper's Ferry, October 19, 1859,"; Horace Greeley, ''The American Conflict: A History of the Great Rebellion in the United States of America, 1860–64. Volume: 1.'' (1866), p. 279; French Ensor Chadwick, ''Causes of the Civil War, 1859–1861'' (1906) p. 74; Allan Nevins, ''The Emergence of Lincoln'' (1950) vol 2 ch 3; James M. McPherson, ''Battle Cry of Freedom: The Civil War Era'' (1988), p. 201; Stephen W. Sears, ''Landscape Turned Red: The Battle of Antietam'' (2003) p. 116.</ref> fu un tentativo armato eseguito dal militante dell'[[abolizionismo negli Stati Uniti d'America]] [[John Brown (attivista)|John Brown]] nel 1859 con l'intento di dare il via ada una rivolta di schiavi, dopo aver preso possesso con la forza di un [[arsenale]] statunitense nella cittadina di [[Harper's Ferry]], sita nell'allora territorio della [[Virginia]].
 
La banda di insurrezionalisti composta da 22 membri<ref name=history.com>{{Cita web|titolo=John Brown’s raid on Harpers Ferry|url=https://www.history.com/this-day-in-history/john-browns-raid-on-harpers-ferry|sito=History.com|accesso=1º maggio 2015}}</ref> venne sconfitta da una [[compagnia (unità militare)|compagnia]] dell'[[United States Marine Corps]]<ref>{{Cita libro|cognome=Sullivan|nome=David|titolo=The United States Marine Corps in the Civil War - The First Year|editore=White Mane Publishing Company, Inc.|anno=1997|pp=1 to 27|isbn=1-57249-040-3}}</ref> guidata dal [[primo tenente]]<ref name="Eyewitness Account">Israel Green, [http://www2.iath.virginia.edu/jbrown/igreen.html Eyewitness Account]</ref> [[Israel Greene]]<ref name="Eyewitness Account"/><ref>Hoffman, Colonel Jon T., ''USMC: A Complete History'', Marine Corps Association, Quantico, Virginia, (2002), p. 84.</ref>. Il colonnello [[Robert Edward Lee]] fu parte del comando generale dell'operazione volta a riconquistare l'arsenale.
 
Brown aveva originariamente chiesto sia ada [[Harriet Tubman]] chesia a [[Frederick Douglass]], entrambi incontrati nel corso dei suoi anni trascorsi a [[Springfield (Massachusetts)|Springfield]] in qualità di propagandista abolizionista, di unirsi a lui nell'incursione progettata: Tubman era però stata prevenuta da un'improvvisa malattia, mentre Douglass declinò l'invito ritenendo il piano irrimediabilmente destinato al fallimento<ref>{{Cita libro|cognome=Taylor|nome=Marian|titolo=Harriet Tubman: Antislavery Activist|anno=2004|edizione=New|editore=Chelsea House Publishers|isbn=978-0-7910-8340-6|pp=68–69}}</ref>.
 
== Premesse ==
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== Preparativi ==
[[File:John Brown portrait, 1859-face crop.jpg|thumb|left|Il "capitano" [[John Brown (attivista)|John Brown]] nel 1859.]]
{{vedi anche|John Brown (attivista)#Attacco al cuore del Sud}}
Brown e i suoi accoliti affittarono la [[Kennedy Farm]]<ref>{{Cita web|url=https://npgallery.nps.gov/pdfhost/docs/NHLS/Text/73000941.pdf|titolo=National Register of Historic Places Inventory Nomination: Kennedy Farm|cognome=Levy|nome=Benjamin|data=13 giugno 1973|editore=National Park Service|accesso=24 marzo 2009}}</ref> costituita in nient'altro che una piccola [[capanna di tronchi]] posta nelle immediate vicinanze del centro urbano<ref name="nhlsum">{{Cita web|url=http://tps.cr.nps.gov/nhl/detail.cfm?ResourceId=1339&ResourceType=Building |titolo=Kennedy Farm |accesso=17 giugno 2008 |opera=National Historic Landmark summary listing |editore=National Park Service |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071114214649/http://tps.cr.nps.gov/nhl/detail.cfm?ResourceId=1339&ResourceType=Building |dataarchivio=14 novembre 2007 }}</ref> (a non più di 6,4&nbsp;km e mezzo a Nordnord) e presso la comunità di [[Dargan]] nella [[Contea di Washington (Maryland)]]<ref>[http://www.johnbrown.org "The Kennedy Farmhouse"], John Brown website</ref>, prendendo la residenza sotto il nome il Isaac Smith.
 
Il gruppetto giunto con lui si rivelerà alla fine minimamente addestrato per l'azione militare che si avrebbe avuto l'intenzione di realizzare. In tutto comprendevano 18 uomini, 13 bianchi e 5 [[negro|negri]]).
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Le associazioni abolizioniste operanti nel Nord inviarono 198 [[fucile Sharps]] calibro 52 con otturatore a [[retrocarica]] (parte delle ''[[Bibbie di Beecher]]'' già utilizzate durante il [[Bleeding Kansas]]) e 950 [[picche]] (ottenute a fine settembre dal manifatturiero Charles Blair della "Collinsville Axe Co." di [[Collinsville (Connecticut)]]).
 
La preparazione del progetto di [[guerriglia]] richiese in tutto almeno 3tre mesi. L'[[armeria (armi)]] federale costituiva un' enorme complesso di edifici che fabbricava armi di piccolo calibro per l'[[United States Army]], dotata di un arsenale-magazzino che si pensava potesse contenere in quel momento fino a 100. 000 [[moschetti]] e [[fucili]]<ref>{{Cita web|url=https://www.pbs.org/wgbh/amex/brown/peopleevents/pande09.html|titolo=The Harpers Ferry Raid|editore=pbs.org|accesso=9 dicembre 2014}}</ref>.
 
Brown tentò di attrarre a sé il maggior numero possibile di reclute tra i "negri liberi" del Nord; in una precedente riunione tenutasi nei pressi di una [[cava (miniera)|cava]] a [[Chambersburg]] provò ad assoldare Douglass in qualità di ufficiale di collegamento con gli schiavi del Sud per provocarne un'[[insurrezione]] generale.
 
Fu durante questo incontro che l'ex schiavo [[Shields Green]]<ref>[http://www3.iath.virginia.edu/jbrown/men.html John Brown: The Conspirators Biographies], accessed May 21, 2007</ref> acconsentì ada unirsi a J. Brown<ref>[https://www.pbs.org/wgbh/aia/part4/4p2941.html "John Brown's Black Raiders"], PBS, accessed May 20, 2007</ref> nel suo attacco contro le istituzioni statunitensi<ref name="afrolumens.org">[http://www.afrolumens.org/ugrr/decaro02.htm Connections with the Past: Reflections on John Brown], accessed May 21, 2007.</ref>; Green dichiarò a Douglass: "''credo che andrò con il vecchio''", mentre quest'ultimo rifiutò indicando con chiarezza a Brown che riteneva si sarebbe trattato niente più che di una missione suicida<ref name="Douglass">Frederick Douglass, [https://books.google.com/books?id=EQmknGd90hUC&q=Shields+Green#search_anchor ''Life and Times of Frederick Douglass: His Early Life as a Slave, His Escape from Bondage, and His Complete History to the Present Time''], 1881, 2001 (Digital Scanning), {{ISBN|1-58218-367-8}}, pp. 387-391.</ref>.
 
Il piano avrebbe finito per consistere in un attacco in piena regola alla legittimità del [[governo federale degli Stati Uniti d'America]] e che "''avrebbe schierato l'intero paese contro di noi... Non ne uscirai mai vivo''", avvertì Douglass; ma Brown rimase irremovibile nel suo proposito di [[lotta armata]] per la liberazione degli schiavi<ref>James M. McPherson, ''Battle Cry of Freedom: The Civil War Era'' (2003) p. 205</ref>.
[[File:Photocopy of photograph (date unknown, photographer unknown) SOUTHEAST ELEVATION - Kennedy Farm, Chestnut Grove Road, Samples Manor, Washington County, MD HABS MD,22-SAMAN.V,1-9.tif|thumb|La [[Kennedy Farm]] in cui prese alloggio Brown assieme ai suoi uomini.]]
La [[Kennedy Farm]]<ref name=jb>{{Cita web|url=http://johnbrown.org/|titolo=The Kennedy Farmhouse|editore=The Kennedy Farmhouse|accesso=31 marzo 2017}}</ref> cominciò presto a fungere da [[caserma]], arsenale, deposito di rifornimenti, sala mensa, club di discussione e abitazione; si rivelò molto affollata e la vita quotidiana assai monotona. Brown si preoccupò anche di non destare alcun sospetto tra i vicini contadini; di conseguenza si rimaneva rinchiusi all'interno per tutto il giorno, senza molto da fare se non studiare, esercitarsi, discutere di [[politica]] o di [[religione]] e fare [[giochi di carte]] e partite a [[dama]].
 
La nuora di Brown - Matha - faceva le veci di cuoca e governante, mentre sua figlia Anne era assegnata al "posto di guardia"; Brown intestò la fattoria alle due donne per cercare di sviare gli eventuali sospetti che inevitabilmente si sarebbero raccolti attorno ada un gruppo di soli uomini. Uscivano solamente di notte per addestrarsi e respirare un po' di aria fresca; i temporali erano i benvenuti poiché coprivano i rumori degli spari ai vicini<ref>National Park Service History Series. ''John Brown's Raid'' (2009), pp. 22–30.</ref>.
 
Egli non ebbe mai in programma di fare un'[[incursione]] improvvisa e fuggire subito dopo in direzione delle montagne; piuttosto intendeva utilizzare i fucili e le picche sequestrati nell'arsenale, oltre alle armi che già aveva portato con sé, per armare gli schiavi ribelli con lo scopo precipuo di terrorizzare gli schiavisti virginiani. Credette che nella prima notte di azione da 200 a 500 schiavi neri si sarebbero uniti a lui nella "lotta di liberazione".
 
Sottovalutò ampiamente sia la [[milizia]] chesia le truppe dell'esercito regolare, ridicolizzando tutti coloro che avrebbero avuto la sventura di opporglisi con la forza. ProgettoProgettò quindi di mandare dei rappresentanti nelle [[piantagioni]] dei dintorni per radunare gli schiavi alla battaglia che sarebbe inevitabilmente scoppiata. Ebbe anche in programma di tenere sotto controllo l'intera [[Harper's Ferry]] per un breve periodo, attendendosi che molti volontari sia bianchi chesia neri si sarebbero spontaneamente uniti a lui appena si fosse trovato sotto il fuoco nemico.
 
Avrebbe quindi fatto muovere rapidamente i suoi uomini verso Sudsud, inviando [[bande armate]] lungo la strada con il compito di liberare gli schiavi, ottenere provviste, cavalli e ostaggi con conseguente distruzione del morale degli schiavisti "peccatori". Il progetto di movimento prevedeva di seguire la linea dei Monti [[Appalachi]] fino al [[Tennessee]] meridionale e perfino di raggiungere l'[[Alabama]] - il cuore pulsante del [[profondo Sud]] - compiendo incursioni periodiche nelle pianure su entrambi i lati<ref>Allan Nevins, ''The Emergence of Lincoln: Prelude to Civil War, 1859–1861'' (1950), vol. 4, pp. 72–73</ref>.
 
== Conoscenza del proposito ==
Brown pagò ad [[Hugh Forbes]] 600 dollari per farlo diventare il suo supervisore e addestratore generale; si trattava di un [[mercenario]] inglese<ref>{{cita web|url=http://ir.uiowa.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=7840&context=annals-of-iowa|titolo=PDF}}</ref> il quale aveva già avuto l'occasione di servire [[Giuseppe Garibaldi]] nel corso della [[Primaprima guerra d'indipendenza italiana]] e durante l'[[Assedioassedio di Roma (1849)]]. Il suo ''Manual for the Patriotic Volunteer''<ref>{{cita web|url=https://archive.org/details/extractsfromman00forbgoog|titolo=Estratti}}</ref> venne rinvenuto tra i documenti di Brown poco dopo il raid. Assieme discussero sulla [[strategia militare]] da adottare e su quanto denaro fosse necessario; Forbes ne richiese di più di modo che la propria famiglia rimasta in Europa potesse unirsi a lui<ref>National Park Service History Series. ''John Brown's Raid'' (2009), p. 16</ref>.
 
Non riuscendo ada ottenere quanto sperato l'avventuriero britannico inizierà ada inviare lettere minatorie ai sostenitori di Brown nel tentativo di ottenere i fondi desiderati; in mancanza di un impegno in tal senso si recò a [[Washington]] per incontrare i senatori Repubblicanirepubblicani [[William H. Seward]] e [[Henry Wilson]]. Forbes denunciò quindi Brown a Seward definendolo un "uomo pericoloso" che andava trattenuto, ma non rivelò i piani per il raid.
 
Forbes esporrà invece parzialmente il progetto in corso a Wilson e poi anche ad altri. Il parlamentarparlamentare scrisse pertanto a [[Samuel Gridley Howe]]<ref>{{Cita web |url=http://www.aph.org/hall_fame/bios/howe.html |titolo=Howe Biography on "Leaders & Legends of the Blindness Field Hall of Fame" |accesso=30 marzo 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120910004633/http://www.aph.org/hall_fame/bios/howe.html |dataarchivio=10 settembre 2012 |urlmorto=sì }}</ref><ref>[http://www.brownalumnimagazine.com/content/view/420/40/ ''Brown Alumni Magazine,'' Fall 05: "The man who would change everything"]</ref>, un sostenitore di Brown, consigliandogli di cercare di ottenere dai suoi colleghi abolizionisti il recupero delle armi destinate all'uso nel [[Bleeding Kansas]]; a Brown venne così detto che le armi entrate in suo possesso non dovevano essere usate "per altri scopi, come si sente dire in giro"<ref>Oates (1984), p. 248</ref>.
 
In risposta a tali avvertimenti Brown dovette così temporaneamente ritornarsene nel [[Kansas]] per cercare di riconquistare il sostegno perduto e contemporaneamente per screditare Forbes; alcuni storici ritengono che questo viaggio improvviso abbia in conclusione ritardato gravemente l'azione in programma, costando molto tempo prezioso a Brown<ref>National Park Service. ''John Brown's Raid'' (2009), p. 16</ref>.
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Le stime stilate parlano di almeno 80 persone implicate che sarebbero state direttamente a conoscenza del raid pianificato in anticipo da Brown; in molti ebbero ragione di credere che egli stesse contemplando una mossa di [[guerriglia]] contro l'intero Sud schiavista. Uno di quelli che sicuramente sapeva cosa stava bollendo in pentola fu l'artista [[David John Gue]] di [[Springdale (Iowa)]]<ref>Oates (1984), p. 284</ref>.
 
Gue era un affiliato al [[Quaccherismoquaccherismo]] che credeva che Brown e i suoi uomini sarebbero stati uccisi; assieme al fratello e ada un altro adepto si deciderà di mettere in guardia il governo "''per proteggere Brown dalle conseguenze della sua stessa avventatezza''". Inviò pertanto una lettera anonima datata 20 agosto 1859 al [[Segretario alla Guerra degli Stati Uniti d'America]] [[John Buchanan Floyd]] facente parte della [[presidenza di James Buchanan]]<ref>Oates (1984), pp. 284-285</ref>.
 
La lettera diceva che il "vecchio John Brown stava progettando di organizzare una [[rivolta]] degli schiavi nel Sud; affermava inoltre ch'egli possedeva un [[agente segreto]] operante in un'armeria del [[Maryland]]. Gue avvertì infine che Brown aveva programmato di entrare in Virginia con una banda di guerriglieri; l'informatore riconobbe di aver paura di rivelare la propria identità, ma chiese espressamente a Floyd di non ignorare la sua relazione per questo motivo<ref>Oates (1984), p. 285</ref>.
 
Gue sperò che il ministro non esitasse a mandare i soldati ada Harper,'s Ferry e che la maggior protezione militare riscontrata avrebbe motivato Brown a desistere dai suoi piani insurrezionali. Sebbene il presidente [[James Buchanan]] offrì a suo tempo una ricompensa di 250 [[dollari statunitensi]] per catturare Brown sembra che Floyd non collegò la lettera inviatagli con il "John Brown" divenuto sinistramente celebre nel Kansas per il [[massacro del Pottawatomie]]<ref>Oates (1984), pp. 285-286</ref>.
 
Sapeva inoltre assai bene che il Maryland non possedeva un'armeria (Harper's Ferry si trova difatti dall'altra parte del fiume rispetto allo Stato in questione). Floyd pensò pertanto che lo scrittore anonimo non fosse altro che un [[mitomane]] e se ne dimenticò presto; più tardi avrà l'occasione di dichiarare che "''uno schema di tale malvagità ed oltraggio non poteva essere concepito da nessun cittadino degli Stati Uniti''"<ref>Oates (1984), p. 286</ref>.
 
[[File:Barclay Coppoc - History of Iowa.jpg|thumb|Foto di [[Barclay Coppock]].]]
 
== Operazione ==
=== 16 ottobre ===
Il 16 ottobre del 1859 alle 22.:30 circa - una domenica - Brown si lasciò alle spalle 4quattro dei suoi uomini a fare da retroguardia, tra cui il figlio [[Owen Brown]], il ventenne [[Barclay Coppock]] e Frank Meriam; condusse il resto alle porte della cittadina.
[[File:Lewis Washington cph.3b21088.jpg|thumb|left|[[Lewis Washington]] nel 1861.]]
Qui diede l'incarico a John Cook Jr. di catturare il colonnello [[Lewis Washington]], pronipote di [[George Washington]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=National Register of Historic Places Nomination: Beall-Air |url=http://www.wvculture.org/shpo/nr/pdf/jefferson/73001914.pdf |formato=pdf |data=5 aprile 1973 |autore=Ted McGee |editore=National Park Service
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130203074855/http://www.wvculture.org/shpo/nr/pdf/jefferson/73001914.pdf |dataarchivio=3 febbraio 2013 }}</ref>, assalendolo nella sua vicina proprietà di "Beall-Air"<ref>{{Cita web |url= http://www.law.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/johnbrown/brownaccount.html |titolo= The Trial of John Brown: A Commentary |accesso= 20 agosto 2010 |cognome= Linder |nome= Douglas O. |anno= 2005 |editore= University of Missouri-Kansas City, School of Law |urlmorto= sì |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20100722144122/http://www.law.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/johnbrown/brownaccount.html |dataarchivio= 22 luglio 2010 }}</ref>, sequestrando poi alcuni dei suoi schiavi e impossessandosi di due reliquie appartenute al 1º presidente da lui possedute<ref name=nrhpinv2>{{Cita pubblicazione|titolo=National Register of Historic Places Nomination: Beall-Air|url=http://www.wvculture.org/shpo/nr/pdf/jefferson/73001914.pdf|formato=pdf|data=5 aprile 1973|autore=Ted McGee|editore=National Park Service|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130203074855/http://www.wvculture.org/shpo/nr/pdf/jefferson/73001914.pdf|dataarchivio=3 febbraio 2013}}</ref>: una spada - presumibilmente offerta a Washington da [[Federico II di Prussia]] - e due pistole donategli da [[Gilbert du Motier de La Fayette]], che Brown considerava essere dei potenti [[talismano|talismani]]<ref name=nrhpinv2 />.
 
La squadra svolse con estrema diligenza la missione che le era stata affidata e tornò indietro attraversando l'abitazione di Allstadt, ove prese in consegna altri [[ostaggi]]; il gruppo principale diretto da Brown riuscì invece a catturare numerosi guardiani di [[piantagione]], ma anche semplici cittadini<ref name=nrhpinv3>{{Cita pubblicazione|titolo=National Register of Historic Places Nomination: Allstadt House and Ordinary|url=http://www.wvculture.org/shpo/nr/pdf/jefferson/85000767.pdf |formato=pdf|data=luglio 1984 |autore=Frances D. Ruth|editore=National Park Service}}</ref>. Ci si doveva impossessare delle armi e fuggire rapidamente prima che potesse esser dato l'allarme: il raid iniziò così sotto i miglior auspici e parve procedere al meglio<ref name=nrhpinv3 />.
[[File:HarpersF1862.jpg|thumb|L'ingresso dell'[[arsenale di HarpersHarper's Ferry]] nel 1862.]]
Tagliarono il filo del [[telegrafo]] ede occuparono un treno della "Baltimore and Ohio Railroad"<ref name="BaltBook">{{Cita libro|cognome=Fee|nome=Elizabeth|curatore=Fee, Elizabeth |curatore2=Shopes, Linda |curatore3=Zeidman, Linda |titolo=The Baltimore Book: New Views of Local History|editore=Temple University Press|anno=1991|città=Philadelphia|pp=11–27|capitolo=Evergreen House and the Garrett Family: A Railroad Fortune|url= https://books.google.com/?id=626B6J8at00C&pg=PP1&dq=baltimore+book |isbn=0-87722-823-X}}</ref>. La prima vittima dell'incursione sarà però proprio un "[[negro]] libero", [[Hayward Shepherd]], controllore dei bagagli nelle carrozze riservate agli [[afroamericani]]: non essendosi consegnato al loro "Alt!" venne preso a fucilate e ucciso<ref>{{Cita libro|cognome=Horton|nome=James Oliver|titolo=Slavery and the Making of America|anno=2006|editore=Oxford University Press USA|isbn=978-0-19-530451-0|url=https://books.google.com/books?id=uUleEW07AvgC&pg=PA162&lpg=PA162|autore2=Lois E. Horton|wkautore2=Lois Horton|p=162}}</ref>.
 
Per qualche strana ragione rimasta oscura Brown decise poco dopo che il treno continuasse la sua corsa, liberando il conduttore il quale non esitò ad avvisare le autorità alla prima fermata nella stazione successiva.
 
Brown era sicuro che si sarebbe conquistato il sostegno degli schiavi locali, arruolandoli così nella ribellione. Ma la massiccia insurrezione preventivata non si verificò affatto, in quanto non si sparse la voce sulla rivolta in corso e neppure gli schiavi delle proprietà situate nelle immediate vicinanze ne vennero a sapere alcunché. Benché i cittadini bianchi iniziarono presto ad impugnare le armi ed ad impegnarsi in uno scontro a fuoco con i rivoltosi, gli uomini di Brown riuscirono ada impossessarsi dell'armeria entro quella stessa serata.
 
=== 17 ottobre ===
I militari scopersero gli uomini di Brown la mattina del 17 ottobre; milizie locali, agricoltori e commercianti cominciarono a circondare l'armeria. Quando una compagnia della [[milizia]] occupò il ponte che attraversava il [[Potomac (fiume)|fiume Potomac]] qualsiasi via di fuga per gli assalitori venne interrotta.
[[File:General view, EAST ELEVATION - John Brown Fort, Shenandoah Street, Harpers Ferry, Jefferson County, WV HABS WVA,19-HARF,2-9.tif|thumb|Il [[fortino di John Brown]] in cui si asserragliarono i rivoltosi.]]
Nel corso della giornata 4 cittadini furono uccisi, incluso il [[sindaco]]. Comprendendo che la sua via di fuga era stata tagliata Brown prese con sé 9 dei suoi prigionieri e si trasferì nella sala macchine più piccola, che sarebbe divenuta nota come [[Fortino di John Brown]].
 
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Nel frattempo - verso le ore 15 - una compagnia di miliziani guidata dal capitano E. G. Alburtis giunse in treno da [[Martinsburg (Virginia Occidentale)]]; la maggior parte dei membri erano degli impiegati della "Baltimore & Ohio Railroad". La milizia costrinse i rivoltosi ad asserragliarsi all'interno della sala-motori, ma questa riuscì ad irrompere nella guardiola e a liberare altri 2 dozzine di prigionieri. Nello scontro che ne seguì rimasero feriti 8 miliziani. In seguito Alburtis dichiarerà che avrebbe potuto porre fine al raid già in quel momento se solo avesse avuto a disposizione un numero maggiore di volontari<ref>National Park Service History Series. ''John Brown's Raid'' (2009), pp. 49–50</ref>.
[[File:Robert Edward Lee.jpg|thumb|L'allora [[tenente colonnello]] [[Robert Edward Lee]] guidò le truppe contro John Brown.]]
{{vedi anche|Presidenza di James Buchanan#Aggravamento delle tensioni sulla questione della schiavitù}}
Alle 15:30 il presidente [[James Buchanan]] ordinò ad una compagnia degli [[United States Marine Corps]] (le uniche truppe governative presenti nelle immediate vicinanze) di marciare sulla cittadina sotto il comando del [[Brevetto (militare)|Brevetto]] colonnello [[Robert Edward Lee]], allora [[tenente colonnello]] del "2nd U.S. Cavalry Regiment".
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Lee si trovava in congedo dal proprio [[reggimento]] di stanza nel [[Texas]] quando venne chiamato frettolosamente a dirigere il distaccamento e dovette comandarlo mentre indossava ancora i suoi abiti civili; inizialmente egli offrì il ruolo di dare l'assalto al "fortino" alle unità miliziane locali già schierate; ma entrambi i suoi comandanti rifiutarono e quindi Lee si dovette rivolgere ai marines<ref>Emory M. Thomas, ''Robert E. Lee: A Biography'' (1995) pp.180</ref>.
{{citazione|Con un figlio morto al suo fianco e un altro ferito, egli tastava il polso del figlio moribondo con una mano e con l'altra teneva il fucile e comandava i suoi uomini con la massima compostezza, incoraggiandoli ad essere fermi e vendere le loro vite al più caro prezzo possibile... contento, scrisse, di morire per la [[Verità]] eterna di [[Dio]]<ref>Giampiero Carocci ''Storia della guerra civile americana'' Tascabili Newton 1996 pag. 25</ref>.}}
[[File:John brown interior engine house.jpg|thumb|left|Un'illustrazione da un giornale del tempo che mostra l'interno della casa macchine immediatamente prima che la porta venisse scardinata dai reparti dei marines.]]
 
=== 18 ottobre ===
Riga 134:
In 3 minuti tutti i componenti la banda rimasti ancora vivi vennero fatti prigionieri. L'azione si era conclusa.
=== 19 ottobre ===
Lee diede un resoconto degli eventi che ebbero luogo ada [[Harper's Ferry]]. Secondo i suoi appunti credeva che Brown fosse un pazzo: "''il piano di fare irruzione nell'arsenale era il tentativo di un fanatico o di un pazzo''". Credette anche che gli afroamericani assoldati per eseguire il raid fossero stati forzati: "''"I neri, che lui ha costretto a lasciare le loro case in questo quartiere, per quanto ho potuto constatare, non gli hanno dato alcuna assistenza volontaria''"<ref name="law.umkc.edu">Col. Robert E. Lee, [http://www.law.umkc.edu/faculty/projects/FTRIALS/johnbrown/leereport.html Report to the Adjutant General Concerning the Attack at Harper's Ferry] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100722154442/http://www.law.umkc.edu/faculty/projects/ftrials/johnbrown/leereport.html |data=22 luglio 2010 }}, University of Missouri Kansas City, Law School</ref>.
 
Lee contribuì anche a creare il "momentaneo successo" di John Brown - attendendo quasi una giornata intera prima di decidersi ad attaccarlo - creando in tal modo [[panico]] e confusione tra i civili ede "ingrandendo" di molto le stime sul numero dei partecipanti effettivi coinvolti nel raid<ref name="law.umkc.edu"/>.
[[File:John Brown - Treason broadside, 1859.png|thumb|left|"''Tutti i veri cristiani che credono nell'[[immortalità dell'anima]] attraverso [[Gesù Cristo]] sono invitati a pregare per il capitano John Brown''".]]
Poco più tardi però a smentirne le conclusioni tratte vi sarà lo stesso [[governatore della Virginia]] [[Henry Alexander Wise]] il quale, dopo aver fatto affiggere manifesti invitando la popolazione a pregare per l'anima del condannato, dichiarerà:
{{citazione|Si sbagliano di grosso coloro che lo considerano un pazzo... Egli è invero un uomo di mente lucida, coraggioso, forte e schietto. Egli è freddo, calmo e indomabile... mi ha ispirato una grande fiducia nella sua sincerità<ref>Discorso del 21 ottobre 1859. Citato in Raimondo Luraghi ''Storia della guerra civile americana'' BUR 1995, p. 142</ref>.}}
 
== Conseguenze ==
[[File:Old Jail at Charlestown, Jefferson County, Virginia, where John Brown was imprisoned.jpg|thumb|La vecchia [[prigione]] di [[Charles Town]] ove venne tenuto prigioniero J. Brown.]]
{{citazione|Vorrei cantare di come un vecchio alto,{{ - }}
capelli bianchi, salì il patibolo in Virginia,{{ - }}