Concilio di Antiochia (341): differenze tra le versioni

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===Il Credo della Dedicazione===
Venne stilato il cosiddetto Credo della Dedicazione, con cristologia filoariana, mancante della consustanzialità del Figlio, successivamente rifiutato da [[papa Innocenzo I]]. Definita dagli storici ecclesiastici come IV formula di fede di Antiochia<ref>{{Cita libro|nome=Giuseppe|cognome=Corti|titolo=Lucifero di Cagliari: una voce nel conflitto tra Chiesa e impero alla metà del IV secolo|url=https://books.google.it/books?id=VtCWW0HVkgUC&pg=PA287&dq=concilio+antiochia+341&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjyq-26y-DlAhUBnVwKHX4hAhEQ6AEIYzAI#v=onepage&q=concilio%20antiochia%20341&f=false|accesso=2019-11-10|data=2004|editore=Vita e Pensiero|ISBN=978-88-343-1989-5}}</ref>, fu 'una formula di fede piuttosto anodina per mettere da parte il Credo di Nicea'<ref>{{Cita libro|nome=Alexandrinus|cognome=Athanasius|titolo=Trattati contro gli Ariani|url=https://books.google.it/books?id=CjeSJB24MyUC&pg=PA8&lpg=PA8&dq=CONCILIO+DI+ANTIOCHIA+341&source=bl&ots=ktfYXDaWLA&sig=ACfU3U2UPpTKtCc8-8n__bfzyxLK-jg-jA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjQoriTyeDlAhXHzaQKHbiHDqA4ChDoATAHegQICBAB#v=onepage&q=CONCILIO%20DI%20ANTIOCHIA%20341&f=false|accesso=2019-11-10|data=2003|editore=Città Nuova|ISBN=978-88-311-3173-5}}</ref>. Eusebio di Nicomedia, che divenne influente per la nomina a vescovo di Costantinopoli (338 d.C.), pur proponendo una formula di compromesso, «[[Cristo]] ed il [[Padre Eterno|Padre]] coesistevano eternamente», e senza affrontare la problematica della consustanzialità<ref>Consustanziale. Traduzione della parola greca ὁμοούσιος, adottata nel [[Credo niceno|simbolo di Nicea]] (325 d.C.) contro l'[[arianesimo]], per indicare l’identità di sostanza del Padre e del [[Figlio di Dio|Figlio]]. La [[tradizione cattolica]] ha successivamente elaborato l’interpretazione del termine come esprimente identità di sostanza (o natura) pur nella differenza delle tre persone</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/consustanziale|titolo=consustanziale nell'Enciclopedia Treccani|sito=www.treccani.it|accesso=2019-11-10|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190724113455/http://www.treccani.it/enciclopedia/consustanziale|dataarchivio=24 luglio 2019|urlmorto=sì}}</ref>, fece togliere dal testo del [[Simbolo niceno-costantinopolitano|Credo di Nicea]] la frase «''genitum, non factum, consustantialem Patri'' (generato, non creato, della stessa sostanza del Padre)<ref>Franco Savelli, ''Dal Cristianesimo delle origini al Monachesimo'', Youcanprint, Tricase (Le) 2017, ISBN 978-88-926-5936-0</ref>». Si ottenne così un diverso ''Symbolum'' che riesumava una formula conosciuta ad Antiochia e risalente al martire [[Luciano di Antiochia|Luciano]]<ref>Chretien Lupus, ''Synodorum generalium ac provincialium decreta, et canones, Dissertatio Proemialis,'' Venetiis,MDCCXIV, pag. 56</ref>. In questa nuova formula, diversa da quella di Nicea, da una parte si ratificò la condanna dell’arianesimo radicale che sosteneva che il Figlio non è una creatura, e dall'altra il tentativo di accostare il più possibile il Figlio al Padre, evitando però il termine "homoousios<ref>''Homoiousios'', significa «simile alla sostanza del Padre». Questo termine è usato in contrapposizione all'''homoousios'' niceno che significa «consostanziale al Padre» e vuole essere una via di mezzo tra la dottrina ariana e quanto fu sancito dal Concilio di Nicea, il Figlio è solo «simile» (''hòmoios'') al Padre quanto a sostanza (''homoiousios'' «simile per sostanza»). I sostenitori di questa formula sono detti «[[semiarianesimo|semiariani]]» o «omeousiani».</ref>" e rilevando la dottrina delle tre [[ipostasi]](le tre persone della Trinità poste a un livello paritario e non più gerarchico), la cui unità risiede non nella unità di essenza, ma nella reciproca armonia (in greco ''symphonìa'').
 
==Vescovi presenti==