Ferdinando Carlo di Gonzaga-Nevers: differenze tra le versioni

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Ferdinando Carlo, benché fosse un uomo molto intelligente e attento al mondo della musica (grande appassionato di musica, nel [[1700]] il compositore [[Tomaso Albinoni]] gli dedicò la sua seconda opera a stampa), dimostrò tuttavia un carattere debole e poco votato all'impegno politico, più incline alle donne e ai cavalli, piuttosto che a reggere due strategici potentati come erano allora i ducati di Mantova e di Monferrato. Ottenuta la successione di [[Ducato di Guastalla|Guastalla]] alla morte del suocero [[Ferrante III Gonzaga]] nel [[1678]], nel marzo dello stesso anno intavolò trattative segrete con il re di Francia [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] per ottenere forse denaro e pensioni. Successivamente, il duca si recò a [[Roma]] per una visita di stato per essere ricevuto dal pontefice [[Papa Innocenzo XI|Innocenzo XI]]. Nella medesima occasione, fu invitato dalla [[Cristina di Svezia|regina Cristina]], all'epoca in "esilio dorato" nella città dei Papi. Lasciata [[Roma]], Ferdinando Carlo raggiunse [[Napoli]] dove il duca si dimostrò soddisfatto dalla speciale attenzione riservata dal Viceré alla sua presenza in città.<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/ferdinando-carlo-gonzaga-nevers-duca-di-mantova-e-del-monferrato_(Dizionario-Biografico)/ Biografia di Ferdinando Carlo Gonzaga]</ref>
 
Riguardo alle trattative con la Francia del Re Sole, dopo il fallimento di un primo accordo dovuto al tradimento dell'agente gonzaghesco [[Ercole Mattioli]] (inviato dal duca a [[Versailles]] per ratificare gli accordi precedentemente stretti a [[Venezia]]), su consiglio dei suoi ministri [[Ferdinando Cavriani (1625-1695)|Ferdinando Cavriani]], [[Federico II Gonzaga di Luzzara|Federico Gonzaga di Luzzara]] e don [[Giuseppe da Varano]] di [[Camerino]], nel settembre [[1681]] Ferdinando Carlo decise di cedere al re Sole la cittadella di [[Casale Monferrato|Casale]], in cambio di 100 000 scudi e del titolo di generalissimo delle armate francesi in Italia. Nonostante i patti prevedessero la sola cessione della città, il comandante francese [[Nicolas de Catinat de La Fauconnerie|Nicolas de Catinat]] occupò l'intera Casale, espellendo gli uomini del Gonzaga<ref>{{cita libro|Giuseppe|Coniglio|I Gonzaga|p.463|1973|Varese}}</ref>.
Solo nel [[1695]], a seguito della demolizione della poderosa piazzaforte monferrina per opera delle truppe spagnole, Ferdinando Carlo rientrerà in possesso della città, ormai privata del suo valore militare e strategico.