Omicidio di Elisa Claps: differenze tra le versioni

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Anche dopo la sentenza di condanna per Restivo a trent'anni, resta ancora aperta l'indagine della Procura di Salerno sulla scomparsa di Elisa Claps, sulle modalità del ritrovamento del cadavere e su eventuali complicità di cui avrebbe beneficiato Restivo. L'11 novembre [[2011]] l'avvocato della famiglia Claps, prima della lettura della sentenza, ha sottolineato come per l'omicidio di Elisa, Danilo Restivo non avrà l'ergastolo "per colpa della Chiesa che, in questi 18 anni, ha permesso che siano stati prescritti i reati concorrenti" di [[Violenza sessuale (ordinamento italiano)|violenza sessuale]] e [[occultamento di cadavere]]<ref name=autogenerato1 />. Lo stesso [[Giudice dell'udienza preliminare|GUP]] Boccassini in primo grado aveva scritto nella sua sentenza di "condotte di inquinamento probatorio imputabili a famigliari e terzi", di omissioni gravi<ref name="Condanna_appello_Repubblica" />.
 
AFu Salerno comincerà a breveannunciato il processo per falsa testimonianza di due donne delle pulizie della Curia potentina, in quanto mentirono quando affermaronoaffermando di aver scoperto i resti di un cadavere nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità solo il 17 marzo 2010 mentre vi sono evidenze che inducono la Procura a ritenere che da mesi sapessero che là vi era un cadavere<ref name="Condanna_appello_Repubblica" />. Due giornalisti, Pierangelo Maurizio del [[TG5]] e Fabio Amendolara della [[Gazzetta del Mezzogiorno]], hanno scoperto che dell'omicidio si era occupato il [[Sisde]], servizio segreto civile, e che sul caso c'era il segreto di Stato. Per queste scoperte, Amendolara è anche stato perquisito più volte su disposizione della magistratura di Salerno che era alla ricerca delle sue fonti. Nel 2014 viene anche rinviato a giudizio con l'accusa di ricettazione per aver tentato di rivendere un fascicolo della procura di Salerno coperto da segreto.
 
== Note ==