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Tra coloro che risposero all'appalto-concorso vi fu la [[Condotte d'Acqua|Società Italiana per Condotte d'Acqua]], che coinvolse l'ingegner [[Riccardo Morandi]]: la sua proposta, che adattava soluzioni tecniche innovative già da lui sperimentate in precedenza, risultò infine vincitrice.
[[File:Saragat all'inaugurazione del Viadotto Polcevera 1967.png|thumb|left|Il Presidente [[Giuseppe Saragat]] all'inaugurazione.]]
La costruzione venne quindi appaltata alla società Condotte, che avviò i lavori nel 1963<ref>{{Cita web|url=https://www.ingenio-web.it/21020-linvenzione-di-morandi|titolo=L'invenzione di Morandi attraverso un fotoracconto delle sue opere|sito=www.ingenio-web.it|accesso=28 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180906195531/https://www.ingenio-web.it/21020-linvenzione-di-morandi|dataarchivio=6 settembre 2018|urlmorto=
Il cantiere terminò il 31 luglio 1967; l'inaugurazione si celebrò il successivo 4 settembre alla presenza del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Giuseppe Saragat]].<ref name="Le Strade" /><ref>{{Cita web |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,avanzata/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0115_01_1967_0180_0010_6736537/|titolo=È pronto il viadotto che collega la Camionale alla Genova-Savona|autore=Filiberto Dani|editore=[[La Stampa |La Stampa (archivio)]]|data=1º agosto 1967|pagina=10|accesso=4 novembre 2018}}</ref> che lo definì «un'opera ardita e immensa», con particolare riferimento alla campata lunga 210 metri e compresa fra le pile 10 e 11, che era la più estesa d'Europa e la seconda del mondo.<ref>{{cita news | autore = Marco imarisio | url = https://www.corriere.it/cronache/19_giugno_28/boato-poi-polvereil-ponte-giu-6-secondi-0d42dc4a-99eb-11e9-8b1c-f8f873f23524.shtml?refresh_ce-cp | titolo = Genova, un boato e poi la polvere: il ponte Morandi è venuto giù in 6 secondi | data = 28 giugno 2019 | rivista = [[Corriere della Sera]] | urlarchivio = https://archive.today/20190629192429/https://www.corriere.it/cronache/19_giugno_28/boato-poi-polvereil-ponte-giu-6-secondi-0d42dc4a-99eb-11e9-8b1c-f8f873f23524.shtml?refresh_ce-cp | dataarchivio = 29 giugno 2019 | urlmorto = no | pubblicazione = | accesso = 29 giugno 2019 }}, citando il Secolo XIX del 4-09-1967</ref>
[[File:Costruzione Viadotto Polcevera 1966.jpg|miniatura|Il viadotto in costruzione nel 1966. In basso a destra l'A7, a sinistra la rampa elicoidale verso Milano.|alt=]]
Per coprire le [[Luce_(costruzioni)|luci]] maggiori Morandi optò per una [[Ponte_strallato|struttura strallata]] in [[cemento armato|calcestruzzo armato]] e [[calcestruzzo armato precompresso]], con cavalletti bilanciati e [[Strallo (ingegneria)|stralli]] ''omogeneizzati'': questi ultimi – con una tecnica innovativa a livello mondiale ideata e brevettata da Morandi stesso, poi divenuta oggetto di controversie<ref>{{cita web | url = http://www.genovapost.com/genova/cronaca/ponte-morandi-parla-l-esperto-il-fulmine-non-c-entra-niente-il-ponte-era-fragile-andava-abbattuto-134900.aspx | titolo = Ponte Morandi, parla l'esperto: "Il fulmine non c'entra niente, il ponte era fragile, andava abbattuto" | data = 14 agosto 2018 | sito = genovapost.com | urlarchivio = https://archive.today/20180814195009/http://www.genovapost.com/genova/cronaca/ponte-morandi-parla-l-esperto-il-fulmine-non-c-entra-niente-il-ponte-era-fragile-andava-abbattuto-134900.aspx | dataarchivio = 14 agosto 2018 | urlmorto = sì | accesso = 13 maggio 2019 }}</ref> – erano rivestiti in calcestruzzo precompresso, allo scopo precipuo di proteggerli dagli agenti atmosferici<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Riccardo Morandi|titolo=Su alcune recenti realizzazioni di strutture in calcestruzzo e calcestruzzo armato precompresso|rivista=Rassegna Tecnica|volume=anno 12|numero=nº 8 (agosto 1958)|url=https://digit.biblio.polito.it/2296/1/08_agosto.pdf|formato=pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180903115051/https://digit.biblio.polito.it/2296/1/08_agosto.pdf|dataarchivio=3 settembre 2018
|urlmorto=no}}</ref> e di molto irrigidirli nei riguardi dei carichi mobili, alla applicazione dei quali lo strallo si sarebbe comportato come un elemento in calcestruzzo decompresso (da qui il termine coniato da Morandi di "stralli omogeneizzati"). La precompressione e la successiva iniezione dei cavi garantiva la collaborazione di acciaio e calcestruzzo nei riguardi dei carichi mobili e una bassa variazione di tensione nei cavi di acciaio, e quindi la loro efficace protezione nei riguardi della fatica. In teoria dunque la precompressione della camicia esterna, la "guaina", dava dunque almeno tre effetti benefici: protezione dalla corrosione, irrigidimento, protezione dalla fatica. Tale soluzione costruttiva aveva fruttato grande fama al progettista, giacché nei primi [[Anni 1960|anni sessanta]] le strutture edilizie a telaio intrecciato erano considerate fra le più moderne, versatili e affidabili. Nel progetto del viadotto genovese. Morandi riprese segnatamente quanto da lui precedentemente studiato per il [[ponte General Rafael Urdaneta]] sorto nei pressi di [[Maracaibo]], in [[Venezuela]]<ref>Il progetto iniziale del ponte venezuelano prevedeva stralli rivestiti in cemento, mutati poi in solo acciaio e quindi esclusivamente in tal modo lì realizzati. {{Cita web
Ne era risultata un'opera innovativa e imponente, articolata in undici campate, lunga {{formatnum:1102}} metri,<ref name=csic /> con un piano stradale largo 18 metri (capace di una carreggiata a quattro corsie)<ref>{{cita libro|titolo=Il viadotto autostradale del Polcevera|opera=Il giro di Genova in 501 luoghi|autore=Aldo Padovano|editore=Newton Compton Editori|anno=2016|p=784|url=https://books.google.it/books?id=aiyZDQAAQBAJ&pg=PT784|accesso=14 agosto 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180814170221/https://books.google.it/books?id=aiyZDQAAQBAJ&pg=PT784|dataarchivio=14 agosto 2018|urlmorto=no}}</ref> corrente ad un'altezza massima pari a circa 45 metri dal suolo; le antenne di aggancio degli stralli erano invece alte 90 metri.<ref name="Le Strade">{{Cita|Le Strade}}.</ref>
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