Ármin Vámbéry: differenze tra le versioni

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Passò quindi a [[Trebisonda]] e a [[Teheran]] per recarsi poi con un gruppo di pellegrini alla [[Mecca]]. Trascorse poi alcuni mesi in [[Asia Centrale]] (in particolare a [[Tabriz]], [[Zanjan]] e [[Kazvin]]), per poi recarsi a [[Shiraz]], via [[Isfahan]], giungendo nel giugno del [[1863]] a [[Khiva]], dove ebbe modo di incontrare il locale ''[[khan]]''. Viaggiando sempre con alcuni compagni, passò da [[Bukhara]] e giunse a [[Samarcanda]], dove insospettì per un momento le autorità locali per poi essere allontanato ricolmo di doni. Fece ritorno a Costantinopoli nel marzo del 1864 via [[Herat]], [[Tehran]], [[Trebisonda]] ed [[Erzurum]].
 
Fu il primo occidentale a fare un viaggio del genere e per evitare di essere scoperto poté prendere solo pochi appunti (e di nascosto). [SenzaAltri nulla togliere a Vámbéryoccidentali, in verità altri occidentali si spinsero in Oriente (e in buona parte per via di terra, ben prima e ben più lontano) fino almeno dal XIII sec., quali Giovanni da Pian del Carpine Giovanni da Montercorvino e Guglielmo di Rubruck. Peraltro un occidentale riuscì a visitare clandestinamente La Mecca nel XVI sec.: il bolognese Ludovico de Varthema che tra il 1500 e il 1508, da Venezia, passando per l'Egitto, la Siria, l'Arabia, la Persia e l'India giunse alle Molucche. Si veda il suo "Itinerario" scritto nel 1510 e più volte pubblicato, anche di recente].
 
Le informazioni che raccolse durante il suo viaggio furono trasmesse a vari paesi europei, tra i quali il [[Regno Unito]].