Il Moretto: differenze tra le versioni

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Dai primi anni '40 l'artista è uno dei primi ed efficaci interpreti delle istanze [[Controriforma|controriformistiche]], tema ricorrente delle sue pale diventa il sacrificio eucaristico. Appartengono a questo periodo le ante d'organo per San Giovanni Evangelista a Brescia e la ''Caduta di san Paolo'' per Santa Maria presso San Celso a [[Milano]]. Nel [[1541]] riceve la commissione per la pala dell'altare del Sacramento in San Nazzaro e Celso, successive sono: le ante d'organo per San Pietro in Oliveto, oggi presso il Seminario vescovile di Brescia e la ''Cena in casa del Fariseo'' in Santa Maria in Calchera. Fra i capolavori estremi, il ''Presepe'' per Santa Maria delle Grazie e il ''Cristo e l'angelo'', entrambi nella Pinacoteca Tosio Martinengo, quest'ultimo databile tra il 1550-[[1554|54]] circa, e impostato su una gamma di toni smorzati che accentua il tono patetico della composizione articolata lungo i gradini della [[Scala Santa]].
 
Le condizioni di salute del Moretto nel 1554 peggiorarono velocemente. RedisseRedasse il testamento lasciando erede universale il figlio Pietro Vincenzo di soli tre anni e la moglie usufruttuaria, concedendo alle figlie una dote di 1500 lire, obbligando la famiglia di dare assistenza ai più bisognosi. Il Moretto si era sposato in tarda età, nel 1550 con Madonna Maria che aveva 35 anni, l'artista aveva dedicato infatti i suoi anni giovanili alla pittura. Dal matrimonio erano nate due figlie femmine e un solo figlio maschio. La morte lo raggiunse nel dicembre del medesimo anno.<ref>{{cita libro|titolo=Giovan Battista Moroni l'uomo e l'artista|autore=Giampiero Tiraboschi|editore=Comune di Albino|anno=2016|ISBN=978-88-95984-34-6}}.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.stilearte.it/le-radici-bergamasche-di-moretto-da-brescia-i-documenti-sulla-sua-origine/|titolo=Le radici bergamasche di Moretto da Brescia, i documenti sulla sua origine|editore=Stile arte|data=30 maggio 2018|accesso=13 dicembre 2019}}.</ref>
 
== Opere ==