Buoso da Duera: differenze tra le versioni

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Dante lo collocò nell'ultimo cerchio dell'[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]] tra i traditori della patria ([[Inferno - Canto trentaduesimo|Inf. XXXII]], 116),
{{citazione|Ei piange qui l'argento de' Franceschi: Io vidi, potrai dir, quel da Duera Là dove i peccatori stanno freschi.}} per essere stato sedotto dall'oro di [[Guy de Montfort|Guido di Monforte]] e avere aperto ai francesi il passaggio dell'[[Oglio]]<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/buoso-da-duera_%28Enciclopedia-Dantesca%29/|titolo=Duera, Buoso|sito=Enciclopedia Dantesca|autore =Pietro Mazzamuto|editore=Treccani - Enciclopedia Dantesca|anno=1970|accesso=9 luglio 2018}}</ref>.
L'accusa di tradimento obbligò il Pallavicino ad abbandonarlo mentre Buoso si rifugiava a [[Covo]] facendo costruire un imponente riparo di sabbi e sabbia del [[Serio]] lungo le mura e il castello per paura di attacchi.<ref>{{cita|Covo|p 34}}</ref> Il 4 giugno 1266 il castello fu attaccato su più fronti dall'esercito milanese mentre era difeso da circa 2000 persone. Fu quindi subito chiaro che non era un facile assedio motivo che diede agli attaccanti il diritto di depredare il paese di Covo e quelli limitrofi. Gli assalitori vedendo che il castello non era espugnabile perché ben protetto iniziarono a prosciugare i fossati e ad attaccare le località che erano del Dovera e quando fu informato dell'arresa di Soncino, riuscì a fuggire nascondendosi tra la plebe lasciando il paese senza comandante.
 
== Note ==