Buoso da Duera: differenze tra le versioni

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{{citazione|Ei piange qui l'argento de' Franceschi: Io vidi, potrai dir, quel da Duera Là dove i peccatori stanno freschi.}} per essere stato sedotto dall'oro di [[Guy de Montfort|Guido di Monforte]] e avere aperto ai francesi il passaggio dell'[[Oglio]]<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/buoso-da-duera_%28Enciclopedia-Dantesca%29/|titolo=Duera, Buoso|sito=Enciclopedia Dantesca|autore =Pietro Mazzamuto|editore=Treccani - Enciclopedia Dantesca|anno=1970|accesso=9 luglio 2018}}</ref>.
L'accusa di tradimento obbligò il Pallavicino ad abbandonarlo mentre Buoso si rifugiava a [[Covo]] facendo costruire un imponente riparo di sabbi e sabbia del [[Serio]] lungo le mura e il castello per paura di attacchi.<ref>{{cita|Covo|p 34}}</ref> Il 4 giugno 1266 il castello fu attaccato su più fronti dall'esercito milanese mentre era difeso da circa 2000 persone. Fu quindi subito chiaro che non era un facile assedio motivo che diede agli attaccanti il diritto di depredare il paese di Covo e quelli limitrofi. Gli assalitori vedendo che il castello non era espugnabile perché ben protetto iniziarono a prosciugare i fossati e ad attaccare le località che erano del Dovera e quando fu informato dell'arresa di Soncino, riuscì a fuggire nascondendosi tra la plebe lasciando il paese senza comandante.
Il Buoso si ritirò al [[Villarocca]] con la sua famiglia: la figlia Filippina col marito Cavalca degli Amati e il di lui fratello Folco, la figlia Lisia, il nipote Guglielmo, nato dal matrimonio di Antoniolo con Antoniola Oldoini, Gandiono da Dovara. La posizione della rocca sull'Oglio favorì nel gennaio del 1268 l'aiuto a [[Corradino di Svevia]], a passare l'Oglio. Il castello subì molti assedi arrendendosi il nel luglio del 1269 quando ormai il Buoso si era rifugiato a Verona dove cercò nuove reclute, mettendosi al soldo alla fine del 1271 al re [[Alfonso X di Castiglia]], dovendo spostarsi nel 1274 fino in Spagna per assodare nuove truppe, e portarle ad attaccare il Napo Torriani. Nel 1278 lo si vede a fianco del marchese di Monferrato riuscendo a riconquistare Soncino e Crema. Ma l'alleanza tra Cremona e Milano gli fece abbandonare ogni desiderio di supremazia.
 
Nel 1285 risulta fosse stato eletto podestà di Vercelli, poi trasferitosi a Pavia dove nel giugno del 1288 scrisse il suo testamento dove risulta suo erede principale il nipote Guglielmo mentre il resto dei suoi beni dovevano andare a istituto di culto e mendicanti. In tutti gli anni di conquista risulta avesse acquistato o conquistato ben centoventi atti di acquisto di case, terreni e manieri. Morì a Verona nel 1291.
Tornato a Cremona nel 1282 fu catturato, e probabilmente morì da prigioniero.
 
== Note ==