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Data la discendenza divina, non crebbero come bambini normali ma di un cubito in larghezza e di uno stadio in altezza ogni anno.
 
Dopo la morte della madre, quando ebbero raggiunto i nove anni di vita ed erano larghi circa quattro metri ed alti circa diciassette, decisero di assaltare l'[[Olimpo]]. Così Oto giurò sul [[Stige (fiume)|fiume Stige]] che avrebbe posseduto [[Artemide]] ed Efialte che avrebbe fatto lo stesso con [[Era (divinità)|Era]]. Catturarono il dio [[Ares]] in [[Tracia]] e lo rinchiusero in una giara di bronzo che nascosero nella casa della madre adottiva [[Eribea]]. Sovrapposero il [[Monte Ossa]] ed il [[Monte Pelio]] per minacciare di farli cadere nel mare e prosciugarlo. <br />Artemide si offrì di accettare Oto sull'isola di [[Nasso]], ma [[Era]] non disse di fare lo stesso per Efialte e, poiché non furono soddisfatti entrambi, tra i due scoppiò una lite furibonda.
 
Ai due giganti era stato predetto che nessun dio o mortale poteva ucciderli, così Artemide, che voleva salvare [[Ares]] e l'[[Olimpo]], si trasformò in cerbiatto e incominciò a correre tra loro per infastidirli. Oto ed Efialte, cercando di colpire il cerbiatto con le lance, si uccisero a vicenda.
 
Ares fu liberato da [[Ermes]] tredici mesi dopo, quando riuscì a costringere Eribea ad appropriarsi del vaso di bronzo.