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La disputa sul confine proseguì alla fine delle [[guerre d'indipendenza ispanoamericane]] nel XIX secolo: in quel periodo la Costa Rica apparteneva alla [[Repubblica Federale del Centro America]], mentre Panama alla [[Grande Colombia]]. Sia virtù del principio giuridico ''[[uti possidetis]]'', applicato da quasi tutte le repubbliche latinoamericane per la risoluzione dei conflitti sulle frontiere, sia sulla base di un documento di identità reale del 20 novembre 1803 (''real cédula''), la Grande Colombia rivendicò per sé la [[Costa dei Mosquito]] dal fiume Culebras - o Doraces - fino al [[capo Gracias a Dios]], (includendo quindi l'attuale costa caraibica della Costa Rica). Per quanto riguarda il Pacifico invece, si rivendicava il [[golfo Dulce]],<ref>{{cita|Fernández Madrid|pp. 1-2}}.</ref><ref name="ghotme">{{cita|Ghotme}}.</ref> sulla scia di un regio decreto del 1º dicembre 1573 si riteneva come limite la linea immaginaria che partiva dall'isola [[Escudo de Veraguas]] nell'Atlantico e si concludeva alla foce del [[fiume Chiriquí Viejo]] nel Pacifico.<ref name="sibaja2008"/><ref>{{cita|Young Manuel|pp. 44-84}}.</ref> Da par suo la Costa Rica, nella sua costituzione del 1825, dichiarava che il suo territorio si estendeva da nord a sud da "l'uno all'altro mare, essendo i suoi limiti da rintracciarsi a nord con la foce del fiume San Juan e l'Escudo de Veraguas, e a sud con la foce del fiume Alvarado e del Chiriquí".<ref name="madrid4">{{cita|Fernández Madrid|p. 4}}.</ref>
 
Per risolvere questo problema, nel 1825 entrambe le repubbliche sottoscrissero il Trattato Gual-Molina in accordo col quale, fintanto che non vi fossero state ulteriori specificazioni ufficiali in merito, le due nazioni avrebbero rispettato lo [[status quo]] e avrebbero riconosciuto l'amministrazione dei loro territori nell'area controversa.<ref>{{cita|López Domínguez|«Capitolo 15: Tratado de unión, liga y confederación perpetua entre Colombia y las Provincias Unidas de Centroamérica, Bogotà, 15 de marzo de 1825»}}.</ref><ref>{{cita|Douglas White (Parte II), 1913, |pp. 61-65}}.</ref> Ciò implicava che l'[[America Centrale]] rimanesse in mano alla Costa Rica (precedente [[Capitaneria Generale del Guatemala]]), mentre la Gran Colombia rimaneva più a sud (nel territorio dell'ex [[Vicereame della Nuova Granada]]).<ref name="madrid4"/><ref>{{cita|Borda|p. 111}}.</ref><ref name="munoz2005">{{cita|Muñoz}}.</ref><ref name="smith1986">Smith W., 1986.</ref>
 
Una volta dissoltasi la Gran Colombia, sorsero discrepanze sul confine tra la Repubblica della Nuova Granada (che si sostituì alla Gran Colombia) e la [[Repubblica Federale del Centro America]]. In quegli anni, la demarcazione che l'America Centrale aveva tracciato passava dal fiume San Juan all'isola [[Escudo de Veraguas]] nei [[Caraibi]], mentre nel Pacifico si designò una linea retta che iniziava all'Escudo de Veraguas e terminava a [[punta Burica]]. La Nuova Granada, al contempo, rivendicava come propri i territori di Bocas del Toro, la Costa dei Mosquito e l'intera linea di spiagge fino al capo Gracias a Dios, nell'Atlantico; dalla parte del Pacifico si bramavano le terre situate nei pressi del fiume Golfito.<ref name="munoz2005"/>
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Raggiunta l'indipendenza lo stato della [[Costa Rica]] dalla Repubblica centroamericana nel 1838 e lo [[Stato dell'Istmo]] di Nuova Granada nel 1840, entrambi i neo-governi decisero di risolvere le divergenze sul confine. Così, il 22 settembre 1841, fu firmato il Trattato Carrillo-Obarrio, in cui la Costa Rica riconosceva innanzitutto lo Stato dell'Istmo come nazione indipendente della Repubblica della Nuova Granada e poi riacquisiva il dominio della Bocas del Toro. Il limite tra i due Paesi fu stabilito seguendo l'isola di Escudo de Veraguas e la foce del fiume Chiriquí Viejo.<ref name="carbonell"/> Panama approvò prontamente il trattato, mentre la Costa Rica impiegò oltre un anno per formalizzarlo. Tuttavia, nel frattempo l'Istmo era stato re-incorporato nel 1842 e cessò di esistere come Stato sovrano.<ref name="cuestas5052"/>
 
Nel 1856 fu effettuato il primo tentativo ufficiale di risolvere la questione dei confini tra Costa Rica e Nuova Granada. L'11 giugno di quell'anno fu firmato il Trattato di Calvo-Herrán,<ref>{{cita|López Domínguez|«Capitolo 26: Tratado de amistad, comercio, navegación y límites entre la Nueva Granada y Costa Rica, San José, 11 de junio de 1856»}}.</ref> che confermò lo status quo del 1836 e stabilì Punta Burica come confine sul lato del Pacifico e il fiume Doraces sull'Atlantico,<ref>{{cita|Douglas White (Parte II), 1913, |pp. 83-103}}.</ref> rinunciando la Costa Rica alle rivendicazioni della linea Chiriquí Viejo-Escudo de Veraguas e Nuova Granada alla rivendicazione sulla costa delle Mosquitos e sul fiume Golfito. Tuttavia, l'accordo non fu ratificato dall'impossibilità di determinare il vero corso dei Doraces.<ref name="borda481"/>
 
[[File:Mapa de la frontera Costa Rica-Panamá (1865).svg|upright=1.2|thumb|Confine secondo il Trattato di Castro-Valenzuela (1865)]]
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[[File:Mapa de la frontera Costa Rica-Panamá (1873).svg|upright=1.2|thumb|Confine secondo il Trattato Montúfar-Correoso (1873)]]
 
Nel 1865 fu raggiunto un altro accordo, questa volta tra gli [[Stati Uniti di Colombia]] (successore della Nuova Granada) e la Repubblica di Costa Rica. Dopo tre sedute, il 30 marzo dell'anno sopraccitato, fu firmato il Trattato di Castro-Valenzuela, che in termini generali definiva il confine tra Punta Burica nel Pacifico e la foce del fiume Canaveral nel Golfo dei Mosquito, passando dalla vetta della Serranía de Tabasará.<ref>{{cita|Douglas White (Parte II), 1913, |pp. 104-106}}.</ref> Il trattato fu criticato dall'opinione pubblica di entrambi i paesi, poiché in Costa Rica pareva quasi lasciar intendere la volontà di annettersi in futuro alla Colombia, mentre in quest'ultimo era visto come la cessione di territori storicamente in mano ai sudamericani in cambio dell'adozione da parte dei costaricani di una costituzione simile a quella adottata da [[Bogotà]] nel 1863 (la Costituzione di Rionegro).<ref>{{cita|Sáenz Carbonell|pp. 306-309}}.</ref>
 
In seguito, le autorità colombiane misero in atto diverse azioni nel maggio 1870 nella regione del golfo Dulce e dei fiumi [[fiume Sixaola|Sixaola]] e [[fiume Changuinola|Changuinola]], aree che la Costa Rica considerava parte del suo territorio, volte a fomentare eventi di protesta contro il governo di quel paese e in favore della regione federale di Panama, la quale richiedeva formalmente il rispetto dello status quo e il ritiro delle autorità di qualsiasi autorità straniera o ostile.<ref> {{cita|Douglas White (Parte II), 1913, |pp. 107-110}}.</ref> Successivamente, entrambe i governi convennero nella necessità di stabilire un accordo definitivo sui limiti di entrambi i paesi per evitare lo strascico di nuovi conflitti. A seguito di questi negoziati, si giunse al trattato Montúfar-Correoso fu sancito nell'aprile 1873, che delimitava i territori tra Punta Burica, la Serranía de Tabasará e la [[baia di Almirante]], ma non fu mai effettuato uno scambio di ratifiche.<ref> {{cita|Douglas White (Parte III), 1913, |pp. 111-113}}.</ref>
 
A causa della forte instabilità politica che continuava a persistere nella regione e della scarsa efficienza nel delimitare il confine comune, Colombia e Costa Rica firmarono gli accordi di Castro-Quijano nel 1880, Fernández-Holguín nel 1886 e Esquivel-Holguín nel 1896 per stabilire un modus operandi che fosse consono a risolvere una volta per tutte le diatribe. Nella Convenzione di Castro-Quijano del 1880 fu scelto l'[[arbitrato]] di un terzo come metodo definitivo: potenziali candidati erano il Capo dello Stato del [[Belgio]], della [[restaurazione borbonica in Spagna|Spagna]] o dell'[[Argentina]]. La Convenzione di Fernández-Holguín del 1886 optò per il monarca spagnolo come mediatore.<ref name="smith1986"/><ref>{{cita|Sáenz Carbonell|pp. 506-507}}.</ref> La corona spagnola accettò l'incarico, ma la morte di [[Alfonso XII di Spagna|Alfonso XII]] nel 1885 e la partecipazione del governo spagnolo a un'operazione simile avvenuta tra Colombia e Venezuela tempo prima e terminata in maniera discutibile per Bogotà fece sorgere alcuni dubbi su come il processo potesse evolversi. Pertanto, alla luce dei dubbi maturati, la Colombia ritenne che l'arbitrato non potesse essere completato così come precedentemente ipotizzato e si tirò indietro.<ref name="whiteIII133147">{{cita|Douglas White (Parte III), 1913, |pp. 133-147}}.</ref>
 
Nel 1896 la Colombia e la Costa Rica firmarono la Convenzione di Esquivel-Holguín in cui nominarono arbitro il presidente della [[Terza Repubblica Francese|Francia]].<ref name="whiteIII133147"/> In qualità di rappresentante della Colombia agì [[Francisco Silvela]], mentre la controparte costaricana era Manuel María de Peralta y Alfaro. Alla morte del presidente [[Félix Faure]], la funzione di arbitro ricadde sul suo successore, [[Émile Loubet]].<ref>{{cita|Sáenz Carbonell|pp. 531-533}}.</ref>
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Negli stessi mesi la [[Colombia]] fu travolta dalla [[guerra dei mille giorni]], che fece sprofondare il Paese in rovina. Fino al 1901 non fu materialmente possibile un incontro tra i due governi pur volendo attuare il lodo: tra le tante problematiche nate con il conflitto va sicuramente segnalato lo scoppio di moti separatisti nel dipartimento di Panama, sulla spinta dei quali fu possibile per quest'ultima raggiungere una formale separazione dalla Colombia il 3 novembre 1903.<ref name="pj1962">Pereira Jiménez, 1962.</ref>
 
Una volta che Panama e Costa Rica si riconobbero reciprocamente come Stati sovrani, firmarono nel 1905 il Trattato Pacheco-de la Guardia, che proponeva come soluzione una linea intermedia tra le rivendicazioni di entrambi i paesi, mai però ratificato dalla Costa Rica.<ref>{{cita|Douglas White (Parte IV), 1913, |pp. 191-197}}.</ref> Poiché il problema rimase ancora irrisolto, nel 1910 i governi di entrambe le nazioni firmarono la Convenzione Anderson-Porras,<ref name="sibaja2008"/> grazie alla quale fu accettato il lodo Loubet sul versante del Pacifico (cosiddetta linea Anderson-Porras) e si convenne nel sottoporre l'interpretazione della delimitazione sul versante Atlantico ad un nuovo arbitrato stavolta però gestito dal presidente della [[Corte suprema degli Stati Uniti d'America|Corte suprema di giustizia]] degli [[USA]]. La controversia fu risolta nel 1914 con il ''Lodo White'', che ha in maniera soddisfacente chiarito il confine nella sua parte settentrionale. Ciononostante, fu obiettato da Panama per la perdita dei territori intorno al fiume Sixaola.<ref name="pj1962"/>
 
[[File:Mapa de la frontera Costa Rica-Panamá (1914).svg|upright=1.2|thumb|Frontier secondo il lodo White (1914)]]