Palazzo di Giustizia (Roma): differenze tra le versioni

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L'inaugurazione ufficiale dei lavori, con la posa della prima pietra, avvenne in forma solenne il pomeriggio del 14 marzo [[1889]] (in onore del re, che compiva gli anni quel giorno) alla presenza dei sovrani [[Umberto I d'Italia|Umberto]] e [[Margherita di Savoia|Margherita]], del ministro [[guardasigilli]] [[Giuseppe Zanardelli]]<ref>Giuseppe Zanardelli, ''Pel collocamento della prima pietra del Palazzo di Giustizia in Roma: discorso pronunziato dal Ministro guardasigilli G. Zanardelli il 14. marzo 1889'', Roma, Forzani e C., 1889.</ref> – che aveva insistentemente voluto l'edificio per riunificare in una sede prestigiosa, nel quartiere Prati che stava allora sorgendo, i vari organi giudiziari della [[Capitale (città)|capitale]]<ref name="Tagliaferri">{{cita pubblicazione |autore = Alberto Tagliaferri |titolo = Guide rionali di Roma - Rione XXII Prati |pagine = 57-60 |città = Roma |editore = Fratelli Palombi Editori |anno = 1994 |issn = 0393-2710}}</ref> – e del sindaco [[Alessandro Guiccioli]].<ref>Romano Bracalini, ''La regina Margherita'', Milano, Rizzoli, 1983, p. 147</ref>
 
La natura [[alluvionale]] del terreno, sul quale insiste l'edificio, richiese imponenti lavori per la costruzione di una grande [[Piastra di fondazione|platea]] di [[calcestruzzo]] a sostegno delle [[fondazioni]].<ref name="Ravaglioli"/><ref>Nella polemica sulla stabilità delle fondazioni intervenne lo stesso architetto progettista. Vedi: Guglielmo Calderini, ''La fiaba sulla deficiente stabilità delle fondazioni del nuovo palazzo di giustizia in costruzione a Roma'', Roma, Camera dei Deputati, 1893.</ref>
 
Durante i lavori di scavo per le fondazioni vennero alla luce diversi [[Archeologia|reperti archeologici]], tra i quali alcuni [[sarcofagi]] con relativo corredo funerario. In uno di questi fu rinvenuta, accanto allo scheletro di una giovane donna, [[Crepereia Tryphaena]], una [[bambola]] d'[[avorio]] di pregevole fattura e snodabile in alcune articolazioni<ref name="Tagliaferri"/>, che fu trasferita nell'[[Antiquarium]] comunale. Ora è esposta nel museo Centrale Montemartini di Roma.