Delegificazione: differenze tra le versioni

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Alcune [[Regioni d'Italia|Regioni]] hanno contestato, in diverse occasioni, la legittimità di alcuni regolamenti delegati, deducendo che la materia dei rapporti tra Stato e regioni è coperta da [[riserva di legge]] e che la stessa legge n. 400 citata esclude la disciplina regolamentare governativa per le materie riservate alla competenza regionale. Sul punto, la Corte Costituzionale ha affermato che i rapporti tra fonti regionali e fonti secondarie statali sono di reciproca esclusione, quando si tratta di competenze proprie della Regione.
 
==Nel diritto comunitario ==
Gli strumenti della semplificazione del diritto comunitario includono: Libri Bianchi, Libri Verdi ,''peer review'', comitati consultivi e comitati di esperti; il consolidamento dei testi preesistenti e la codificazione abrogativa di norme obsolete; l'adozione di direttive non eccessivamente particolareggiate e il ricorso ai regolamenti solo in presenze di necessità di uniformazione applicativa del diritto interno degli Stati membri.
 
La produzione normativa dell'Unione Europea è stata caratterizzata da una prima fase durante la quale venivano approvate direttive molto analitiche aventi una regolazione asimmetrica, che distingueva una disciplina specifica per gli operatori preesistenti (l<nowiki>'</nowiki>''incumbent'') da quella riservata ai nuovi operatori. <ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=ysaCACPT-7AC&pg=PA169&lpg=PA169|pagina=169|autore= Marco Orofino|titolo=Profili costituzionali delle comunicazioni elettroniche nell'ordinamento multilivello|editore=Giuffrè|anno=2008|serie= Collana di diritto pubblico, Università di Milano|numero=26|isbn=9788814142338|oclc=264360989}}</ref>
 
La Direttiva 21/2002, cosidetta "Direttiva Quadro", stabilì che gli obblighi ''ex ante'' possono essere imposti solamente «quando i mezzi di tutela apprestati dal diritto nazionale e comunitario della concorrenza non siano sufficienti a risolvere i problemi».<ref>{{cita libro|autore=Cassano Giuseppe|autore2= Antonio Catricalà|autore3=Rentato Clarizia|url=https://books.google.it/books?id=Pt5aDwAAQBAJ&pg=PT168&lpg=PT168|pagina=168|titolo=Concorrenza, mercato e diritto dei consumatori|editore=UTET Giuridica |data=15 maggio 2018 |isbn=9788859819431|oclc=1080491007}}</ref> Tale provvedimento segnò il passaggio alle cosidette "direttive di seconda generazione", una produzione legislativa molto meno analitica, di carattere transitorio e residuale, che prevedeva la partecipazione dei soggetti interessati al processo decisionale e l'introduzione di modalità extragiurisdizionali di risoluzione delle controversie (''alternative dispute resolution'').
 
La regolazione aveva quindi il compito di intervenire nelle aree a fallimento di mercato e nei settori per i quali non si erano ancora completati le [[liberalizzazione|liberalizzazioni]] e le successive fasi di [[privatizzazione]] dell'ex monopolio pubblico. Nella regolazione assumeva un ruolo centrale la mappatura e analisi di impatto della regolazione esistente e il ''forecast'' del mercato rilevante, al fine di stabilire se nel breve termine esso era orientato all'instaurarsi di dinamiche competitive e concorrenziali, ovvero se necessitasse di interventi legislativi ulteriori.<ref>{{cita libro|url=https://books.google.it/books?id=OQWLBAAAQBAJ&pg=PA268&lpg=PA268|titolo=I nuovi diritti dei consumatori. Commentario al D.Lgs. n. 21/2014|pagina=268|autore= AA.VV., Gilberto Nava|curatore=Alberto Maria Gambino|editore=G Giappichelli Editore|data= 8 settembre 2014|isbn= 9788875242916|oclc= 892517192}}</ref><br />
Sul finire degli anni Novanta, la semplificazione normativa assunse un ruolo centrale in tuta Europa. In Italia, essa trovò attuazione nella nella riforma del procedimento amministrativo ''ex lege'' n. 241/199 e nella semplificazione dell'organizzazione pubblica ''ex lege'' n. 537/1993.
 
==Note==