Pier Paolo Pasolini: differenze tra le versioni

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=== Il dopoguerra in Friuli e il primo processo ===
Nel [[1946]] Pasolini lavorò a un romanzo autobiografico rimasto incompiuto, intitolato dapprima ''Quaderni rossi'' perché scrittiscritto a mano su cinque quaderni scolastici dalla copertina rossa,<ref>{{cita web|titolo=Le carte segrete di Pasolini|autore=Cinzia Fiori|url=http://www.pasolini.net/saggistica_cartesegretePPP.htm|accesso=21 luglio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102204625/http://www.pasolini.net/saggistica_cartesegretePPP.htm|dataarchivio=2 novembre 2013}}</ref> poi ''[[Pagine involontarie]]'' e infine "Il romanzo di Narciso". In queste pagine l'autore descrive per la prima volta le sue esperienze omosessuali. Scrive di queste pagine [[Nico Naldini]]: "Prima di allora Pier Paolo non aveva mai descritto, se non per simboli ed ellissi, il suo eros e il suo dolore. Lo ha fatto con una sincerità che direi "musicale" dove anche l'ombra di una falsità avrebbe stonato."<ref>{{cita|Zanzotto&Naldini|p. 13}}.</ref> Isolato a Versuta (la casa di Casarsa era stata danneggiata dai bombardamenti), Pasolini cercò di ristabilire i rapporti con il mondo letterario e scrisse a Gianfranco Contini per presentargli il progetto di trasformare lo ''Stroligùt'' da semplice foglio a rivista. In seguito alla visita fatta da Silvana Mauri, sorella di un suo amico e innamorata di Pasolini, a Versuta, si recò in agosto a [[Macugnaga]], dove risiedeva la famiglia Mauri, e, approfittando dell'occasione, si recò a [[Domodossola]] per incontrare Contini.
 
Usciva nel frattempo a [[Lugano]] il bando del premio "Libera Stampa" e Contini, che era membro della giuria, sollecitò il giovane amico a inviare il dattiloscritto che gli aveva mostrato, ''[[L'usignolo della Chiesa Cattolica]]'', con la seconda parte de ''Il pianto della rosa''. L'operetta riceverà solamente una segnalazione, ma intanto Pasolini uscì dal suo isolamento e, grazie anche al clima più sereno del dopoguerra, ricominciò a frequentare la compagnia dei ragazzi più grandi di Versuta.<ref name="Siciliano112">{{cita|Siciliano|p. 112}}.</ref>
Il 29 marzo 1947 vincevinse a Venezia il premio ''Angelo'' (presieduto da [[Giuseppe Marchiori (critico)|Giuseppe Marchiori]]) per poesie in friulano e veneto.<ref name="Siciliano112"/> In ottobre Pasolini si recò a [[Roma]], dove fece la conoscenza di alcuni letterati che lo invitarono a collaborare alla "[[La Fiera Letteraria|Fiera Letteraria]]". Completò inoltre il [[dramma]] in [[Lingua italiana|italiano]] in tre atti intitolato ''Il Cappellano'' e pubblicò, nelle Edizioni dell' Academiuta, la raccolta poetica, sempre in italiano, ''I Pianti''.<ref>{{cita|Siciliano|p. 415}}.</ref>
Nel corso del 1947 si iscrisse al [[Partito Comunista Italiano|PCI]] di [[San Giovanni (Casarsa della Delizia)|San Giovanni di Casarsa]], di cui divenne segretario nel 1949.<ref name=autogenerato3>{{cita|Siciliano|p. 109}}.</ref>
[[File:LoggiadiSanGiovanni.jpg|miniatura|alt=Un edificio, in stile gotico, a due piani con un loggiato a tre archi. |La loggia di San Giovanni, dove Pasolini affiggeva i suoi manifesti politici giovanili, prima d'essere espulso dal partito]]
Il 26 gennaio del [[1947]] Pasolini scrisse sul quotidiano "Libertà" di [[Udine]]: «Noi, da parte nostra, siamo convinti che solo il comunismo attualmente sia in grado di fornire una nuova cultura "vera", ( [...] ) una cultura che sia moralità, interpretazione intera dell'esistenza».<ref>{{cita|Siciliano|p. 108}}.</ref> Dopo la guerra Pasolini, che era stato a lungo indeciso sul campo in cui scendere, osservò le nuove esigenze di [[giustizia]] che erano nate nel rapporto tra il padrone e le varie categorie di diseredati e non ebbe dubbi sulla parte da cui voleva schierarsi. Cercò così di consolidare una prima infarinatura dottrinaria con la lettura di [[Karl Marx]] e soprattutto con i primi libri di [[Antonio Gramsci]]. Scriverà all'amica poetessa [[Giovanna Bemporad]]:
{{Citazione|L'altro è sempre infinitamente meno importante dell'io ma sono gli altri che fanno la storia.|Lettera a Giovanna Bemporad, 1947.<ref>{{cita|Naldini|p. 281}}.</ref>}}
 
Ed è pensando all'altro che nacque la decisione importante di aderire al comunismo. Progettò intanto di allargare la collaborazione della rivista dell'Academiuta alle altre letterature neolatine e fu messo in contatto, da Contini, con il poeta [[Catalogna|catalano]] in esilio [[Carles Cardó]].<ref>{{cita|Naldini|p. 86}}.</ref> Sempre a Contini inviò la raccolta completa delle sue poesie in friulano, che per ora si intitolava ''Cjants di un muàrt'', titolo che verrà cambiato in seguito in ''[[La meglio gioventù (romanzo)|La meglio gioventù]]''. Non riuscì però a ottenere l'aiuto di nessun editore per pubblicare i versi.
[[File:Gramsci Pasolini.jpg|miniatura|alt= Un uomo in contemplazione davanti a una lapide di un cimitero.|Pasolini rende omaggio alla tomba di [[Antonio Gramsci]]]]
Alla fine dell'anno ottenne l'incarico, per due anni (1947-1948 e 1948-1949,) di insegnare materie letterarie alla prima media della scuola di [[Valvasone]], che raggiungeva ogni mattina in bicicletta.<ref>{{cita|Siciliano|p. 116}}.</ref> Continuò con grande convinzione la sua adesione al PCI e in gennaio partecipò alla manifestazione, che si tenne nel centro di San Vito, il 7 gennaio 1948, organizzata dalla [[Camera del lavoro]] per ottenere l'applicazione del ''[[Lodo De Gasperi]]'' e fu in questa occasione che, osservando le varie fasi degli scontri con la [[polizia]] e parlando con i giovani contadini, si delineò il progetto di scrivere un [[romanzo]] su quel mondo in fermento, pubblicato solo nel 1962 con il titolo ''[[Il sogno di una cosa]]''.<ref>{{cita|Siciliano|p. 124-126}}.</ref> Il primo titolo del romanzo è ''La meglio gioventù''.<ref>{{cita|Siciliano|p. 126}}.</ref> Sempre impegnato nel PCI, partecipò nel febbraio del [[1949]] al primo congresso della ''Federazione comunista'' di [[Pordenone]] e in maggio si recò a [[Parigi]] per il [[Congresso mondiale della pace di Parigi|Congresso mondiale della pace]].<ref name=autogenerato3 />
{{vedi anche|Processo a Pier Paolo Pasolini per atti osceni e corruzione di minore}}
Il 29 agosto del [[1949]], alla sagra di [[Santa Sabina]] a [[Ramuscello]], Pasolini pagò tre minori per dei rapporti di masturbazione.<ref>rapporto della stazione dei carabinieri di Cordovado n. 17/75, protocollo v. 3</ref><ref name="Palma, 2010, p. 184">Diego dalla Palma, ''A nudo'', Sperling & Kupfer, 2010, p. 184</ref><ref name="isites.harvard.edu">https://isites.harvard.edu/fs/docs/icb.topic1210001.files/Belpoliti%20Pasolini.pdf</ref> La voce arrivò ai carabinieri della Stazione di [[Cordovado]], competente per il territorio. La famiglia di Pasolini intervenne e l'avvocato Bruno Brusin convinse le famiglie dei ragazzi a non sporgere denuncia, offrendo 100&nbsp;000 lire a testa alle famiglie per il danno subito.<ref name="Palma, 2010, p. 184"/><ref name="isites.harvard.edu"/> L'indagine proseguì, con l'imputazione di atti osceni in luogo pubblico e di corruzione di minore (uno dei ragazzi era sotto i sedici anni).<ref name="isites.harvard.edu"/> Il 28 dicembre venne stralciata l'accusa di corruzione di minori per mancanza di denuncia e il dibattimento si concentrò sul fatto che gli eventi non si svolsero in un luogo pubblico, ma ''in un campo nascosto da siepe e da un boschetto d'acacie''.<ref name="isites.harvard.edu"/> La sentenza arrivò nel gennaio del 1950: Pier Paolo Pasolini, e i due ragazzi sopra i sedici anni vennero giudicati colpevoli di atti osceni in luogo pubblico e condannati a tre mesi di reclusione ciascuno e al pagamento delle spese processuali<ref>A. Tonelli, ''Per indegnità morale. Il caso Pasolini nell’Italia del buon costume'', Laterza, 2015.</ref>; la pena venne interamente condonata per effetto dell'indulto.<ref name="isites.harvard.edu"/><ref>L. Betti, ''Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte'', Garzanti, 1977</ref><ref>{{cita|Siciliano|p. 140}}.</ref> Il 28 dicembre 1950 venne prosciolto dall'accusa di corruzione di minori, ma condannato per atti osceni in luogo pubblico; il processo di appello si tenne nell'aprile 1952, si stabilì che il prato era proprietà privata e non visibile durante le ore notturne, tutti gli imputati furono perciò assolti,<ref group=Nota>Si veda {{cita|Siciliano|p. 142}}.</ref> mentre i dirigenti del PCI di [[Udine]], il 26 ottobre, decisero di espellerlo dal partito «per indegnità morale e politica».<ref>{{Cita web|url =http://www.treccani.it/scuola/tesine/sessantotto_e_culture/2.html|titolo =Il '68 di Pasolini|autore =Roberto Carnero|sito =treccani.it|data =26 febbraio 2008|accesso =26 dicembre 2015|urlmorto =sì|urlarchivio =https://web.archive.org/web/20151208184748/http://www.treccani.it/scuola/tesine/sessantotto_e_culture/2.html|dataarchivio =8 dicembre 2015}}</ref><ref>{{cita|Siciliano|p. 142}}.</ref> Fu anche sospeso dall'insegnamento, come previsto in simili casi.<ref>{{cita|Siciliano|p. 144}}.</ref>
A questo punto aveva ormai maturato la consapevolezza di essere una sorta di “[[poeta maledetto]]". {{Citazione| La mia vita futura non sarà certo quella di un professore universitario: ormai su di me c'è il segno di Rimbaud o di Campana o anche di Wilde, ch'io lo voglia o no, che altri lo accettino o no.<ref>[http://www.pasolini.net/saggistica_PPP_panico-omosessualita.htm#40 Pier Paolo Pasolini e il panico dell'omosessualit?di Francesco Gnerre. Pubblicata in Testo e senso<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130625015412/http://www.pasolini.net/saggistica_PPP_panico-omosessualita.htm |data=25 giugno 2013 }}</ref>}}