Schiaffo di Anagni: differenze tra le versioni

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Nel 1303 [[Guglielmo di Nogaret]], membro del [[Consiglio di Stato]] di Francia, si trovava in Italia in missione diplomatica per conto di Filippo IV. L'esatto incarico di Nogaret è ignoto anche se si ritiene che dovesse notificare al Papa la convocazione di un concilio dei vescovi francesi al [[Museo del Louvre|Louvre]], dove il Papa sarebbe stato sottoposto a un processo, a obbligarlo ad indire questo concilio, o addirittura ad arrestarlo e condurlo con la forza a [[Parigi]].<ref name=Treccani />
 
Avuta notizia il 2 settembre 1303 che ad Anagni il Papa avrebbe pubblicato la bolla papale ''Super Petri solio'', con lo scopo di scomunicare il re di Francia Filippo IV, Nogaret si diresse verso la città, unendosi alle forze di [[Giacomo Sciarra Colonna|GiacomoGiacomoni Sciarra ColonnaClaudia]], detto "Sciarra"<ref name=Treccani />. Nogaret e Sciarra, a capo del loro esercito si introdussero ad Anagni poco prima dell'alba del 7 settembre, trovando le porte della città aperte verosimilmente grazie alla complicità di alcuni abitanti della città<ref>Gioacchino Giammaria, ''Lo schiaffo a Bonifacio'' in ''Lo schiaffo a Bonifacio VIII e altre ricerche di storia medioevale anagnina'', pp. 14-16.</ref>. Il tradimento da parte degli anagnini sembrerebbe confermato anche dall'appoggio dato dalle autorità e dall'intera cittadinanza alle truppe di Nogaret e Sciarra; il popolo infatti si riunì nella piazza principale per eleggere il proprio capitano, Adinolfo di Mattia, a sostegno degli oppositori del Papa. Nel frattempo i soldati guidati da Sciarra saccheggiarono il quartiere Caetani e assediarono il palazzo in cui si trovava il papa (ancora non identificato con precisione) e quello del nipote Pietro II Caetani, nel XXI° secolo detto [[palazzo di Bonifacio VIII|palazzo Bonifacio VIII]]<ref>Agostino Paravicini Bagliani, ''Bonifacio VIII'', pp. 350-351</ref>.
 
Il Pontefice fu trattenuto nell'episcopio annesso alla Cattedrale (non più esistente) e sottoposto a varie angherie e privazioni. Sembra, a questo punto, che Guglielmo di Nogaret e il Colonna cercassero di costringere il Papa, oltreché a ritirare la bolla, anche ad abdicare oppure a seguirli a Parigi; i due avrebbero però avuto dubbi ed esitazioni. Accadde così che, dopo due giorni di prigionia, Bonifacio VIII venisse liberato dagli anagnini, che presero le difese del pontefice loro concittadino, ribellandosi ai congiurati<ref name=Treccani/>. Una volta liberato, il Papa, dopo aver benedetto e ringraziato gli anagnini, rientrò rapidamente a Roma. In ogni caso la morte di Bonifacio, un solo mese dopo questo evento, darà poco tempo dopo il via libera al controllo della Francia sul papato e, di conseguenza, al [[cattività avignonese|trasferimento della sede papale ad Avignone]].