Monte Stino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 38:
Il nome del Monte fu pure menzionato dal poeta [[Gabriele D'Annunzio]] nel manifesto lanciato in volo su [[Trento]] il 20 settembre del [[1915]]: ''"...Oggi il tricolore sventola in tutte le città sorelle, in cima a tutte le torri e a tutte le virtù. Più si vede e fiammeggia il rosso, riacceso con la passione e con le vene degli eroi novelli. Branche ignobili, violando le nostre case hanno profanato il segno, l'hanno strappato, arso e nascosto? Ebbene, oggi non vi è frode, né violenze di birro imperiale che possa spegnere la luce del tricolore nel nostro cielo. Esso è invincibile. Questi messaggi, chiusi nel drappo della nostra bandiera e muniti di lunghe fiamme vibranti, sono in memoria di quei ventuno volontari presi a Santa Massenza dalla soldataglia austriaca e fucilati nella fossa del Castello il 16 di aprile 1848. Ne cada uno nel cimitero, sopra il loro sepolcro che siamo alfine per vendicare! Bisogna che i precursori si scuotano e risuscitino, per rendere più luminosa la via ai liberatori. E i morti risuscitano. Erano là, fin dal primo giorno di guerra, a Ponte Caffaro, alla gola di Ampola, a Storo, a Lodrone, a Tiarno, a Ledro, a Condino, a Bezzecca, in tutti i luoghi dove rosseggiarono le camicie e le prodezza garibaldine. E i Corpi Franchi in Val di Sole e i Legionari di Monte Stino, tutti i nostri messaggeri disperati aspettavano la gioventù d'Italia risanguinando"''.
 
A fine del 1915 l'articolato fronte si estendeva dal [[passo dello Stelvio]] al [[lago di Garda]] e comprendeva il settore "Sbarramento Giudicarie" e il sottosettore "IV bis" che difendeva l'Alto Garda bresciano, collegati tra loro da strade e fortificazioni. Il settore era affidato al XIV Corpo di Armata con la 6^ e 21^ Divisione di fanteria. La linea principale di difesa italiana correva dal [[monte Caplone]] a [[Limone del Garda]], passando per [[monte Tremalzo]], passo Nota, monte Carone, Punta Larici. La vicinanza con la linea dei combattimenti in [[Val di Ledro]] porterà in zona una notevole concentrazione di truppe e operai militarizzati, uomini e donne, con la realizzazione di un complesso sistema stradale, di fortificazioni, osservatori, appostamenti per le artiglierie e trincee. Da questa linea si sosterranno vari combattimenti, tendenti alla conquista delle possenti fortificazioni imperiali a nord della [[Val di Ledro]] e della fortezza di [[Riva del Garda]] con quotidiani duelli di artiglieria.
 
La vetta del monte Stino , vera rocca forte naturale, si staglia dominante il lago d'Idro a ovest e la [[Val Vestino]] a est, e l'intento dello stato maggiore del regio[[Regio esercito italiano]] era quello di controllare e respingere eventuali movimenti o attacchi degli imperiali provenienti dal versante nord della Valle di Piombino e dalla zona di Mandoàla. Furono costruite piazzole per cannoni di piccolo calibro da 75 mm. complete di riservette per le munizioni e realizzate seguendo i più moderni cannoni di fortificazione tendenti a realizzare opere incavernate il più possibile, rivelatesi le uniche resistenti ai calibri del nemico. Furono predisposte piazzole in barbetta per ospitare altri pezzi all'aperto compresi i cannoni da fortezza di grosso calibro 149A mm. e il 16° Reggimento di artiglieria di stanza a Brescia venne prontamente impiegato in zona del lago di Idro e del Garda.
 
== Natura ==